BURIONI, ME COJONI! “DJOKOVIC CAMPIONE CON LA C MINUSCOLA, SUL COVID DOVEVA DARE L'ESEMPIO” – IL VIROLOGO SU “LA STAMPA” REPLICA A MATTIA FELTRI CHE AVEVA TROVATO ECCESSIVI I SUOI TONI NEI CONFRONTI DEL TENNISTA SERBO: "GLI SPORTIVI HANNO GRANDI RESPONSABILITÀ. CON IL NO AL VACCINO IL TENNISTA È DIVENTATO UN IDOLO PER COMPLOTTISTI E NEGAZIONISTI"

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Estratto dell’articolo di Roberto Burioni per la Stampa

 

nole djokovic 1

Mattia Feltri, nel suo «Buongiorno» di ieri, ha trovato eccessivi i miei toni nei confronti di Novak Djokovic, tennista che ha rifiutato i vaccini anti-Covid e che ha appena vinto gli Australian Open. Lo ringrazio per la critica garbata, ma non sono d'accordo con lui.

 

I campioni sportivi, così come i grandi artisti, godono di immensi privilegi ma hanno anche immense responsabilità. Essendo presi a modello da tante persone, che li eleggono a loro idoli, influiscono con grande efficacia su scelte individuali che rivestono una notevole importanza per la sicurezza della nostra comunità.

 

(…)

 

burioni

È vero che, fortunatamente, stiamo uscendo dall'emergenza Covid e di questo dobbiamo essere felici. Però è bene ricordare che circa due milioni di ultracinquantenni hanno rifiutato, andando contro ogni evidenza scientifica e con un autolesionismo che lascia esterrefatti, una vaccinazione sicura mettendo concretamente a rischio la loro vita a causa della diffidenza nei confronti della scienza e della medicina. Insomma, anche se il Covid è in ritirata, i vaccini – e più in generale la fiducia nella scienza e nella medicina - rimangono fondamentali per la sicurezza della nostra comunità.

 

Djokovic, con il suo comportamento, è diventato un idolo per i pericolosi complottisti che non credono alla medicina e la sua vittoria sportiva un gagliardetto da sventolare in faccia a chi in questi mesi della scienza si è fidato, consentendoci con questo comportamento a tornare a una relativa normalità. Una persona che mette in gioco la sua carriera sportiva per i propri ideali suscita istintivamente profonda ammirazione.

MATTIA FELTRI

 

Nel 1967 Muhammad Ali (nato Cassius Clay) ha rinunciato al titolo di campione dei pesi massimi per protestare contro la guerra del Vietnam. L'anno scorso Djokovic si è fatto cacciare dagli Open d'Australia per non farsi somministrare un farmaco efficace e sicuro che avrebbe protetto la sua salute e quella degli altri, specialmente dei più deboli. Insomma, i toni potranno pure essere eccessivi, ma è pur vero che ci sono Campioni e campioni.

roberto burioni