CHI HA DETTO CHE GAZZA ERA COME MARILYN? “NON ERA LA PIU’ GRANDE ATTRICE DEL MONDO MA ERA UNA STAR” – E POI BARGNANI CHE IN AMERICA SENTIVA LA MANCANZA DI VERDONE, THORPE CHE PENSA AL SUICIDIO, SAFIN DALLE DISCOTECHE AL PARLAMENTO RUSSO: “LE DONNE VOLEVANO STARE CON LUI, GLI UOMINI VOLEVANO ESSERE LUI” – MORFEO E LA RISPOSTA AL VELENO A GALLIANI CHE GLI COSTO’ IL MILAN – MARCO PANTANI E QUELLA VOLTA CHE…  - IL LIBRO

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Francesco Persili per Dagospia

 

BARGNANI 1

“Sono quasi 15 anni che passo 5 ore al giorno completamente da solo in palestre deserte o sale pesi vuote. Potenzialmente potrei essere diventato benissimo un serial Killer”. Un enigma di nome Andrea Bargnani. Quando si presenta sui parquet dell’Nba è uno dei migliori prospetti del basket europeo. Nel giro di pochi anni diventa “uno zombie che si aggira per il campo con le braccia penzoloni”.

 

carlo verdone troppo forte

Come è potuto accadere? Il sacro fuoco spento. Svuotato, senza l’ossessione di competere (nel Paese e nella lega più competitiva del mondo). Andrea s’è perso e non sa tornare. “Cosa mi manca di più di Roma? Carlo Verdone”. Uno dei più luminosi talenti italiani finisce così per odiare il basket e per farsi odiare dal basket. Clic.

 

Promesse non mantenute e grandi rimpianti, sogni bruciati che non smettono di dare il tormento e demoni che ti inseguono come una maledizione. È quello che racconta “La caduta dei campioni” (Einaudi), il libro griffato «l' Ultimo Uomo», una rivista online nata nell’estate 2013 che pubblica storie di sportivi. Il collettivo di blogger, giornalisti, scrittori in questa impresa editoriale si dà la pena di frugare tra le pieghe, e le piaghe, di chi sembrava destinato a un futuro luminoso e si è ritrovato nel cono d’ombra della gloria.

GASCOIGNE

 

C’è Michael Caine che a proposito di Gascoigne confessa che gli ricorda Marilyn. “Non era la più grande attrice del mondo. Ma era una star…”. Come non ricordare Gazza davanti a Terry Venables, manager degli Spurs, con un orso di peluche gigante al quale fa condurre la trattativa. Un gesto infantile? No, un grido di solitudine. Di sé Gascoigne avrebbe poi detto: “Avevo un talento ma il talento è la sottile linea tra il vivere normalmente e il flippare”.

gascoigne

 

Danzatori sull’abisso e allegria di naufragi. “Andrès, estoy mareando”, il sussurro di Bojan nell’orecchio di Iniesta. Il più giovane convocato nella storia della Spagna colpito da un attacco di panico appena messo piede nello spogliatoio della Roja. E quel paragone con Messi che dopo l’addio al Barcellona lo trascina in un gorgo impazzito: Roma, Milan, Ajax su suggerimento di Cruijff, Stoke, Magonza, Alaves, Montreal.

 

la caduta dei campioni cover

La lotta quotidiana con il proprio corpo. Più provi a migliorare le performance, più aumentano le fragilità. Come sanno bene i nuotatori ché in piscina si vince o si perde per centesimi di secondo. Ian Thorpe ha riflettuto a lungo sui tempi e i modi del suo suicidio, alla fine accantonando l’idea: troppo ridicolo.

 

michael caine

Può essere un problema avere anche troppi doni. L’ex tennista Safin, l’uomo che preparava le finali dello Slam in discoteca e poi è entrato nel parlamento russo, a 20 anni aveva un sacco di soldi, 5 macchine e la certezza che la sua carriera da predestinato era finita. La sua vita meglio di un romanzo russo: “Non avevo più nulla da raggiungere. Le donne volevano stare con lui, gli uomini volevano essere lui”. Anche meno. L’impresa eccezionale è essere normale, suggeriva Lucio Dalla, meglio fermarsi un attimo prima. Come non è riuscito a fare Morfeo davanti a Galliani. “Non sei un giocatore da Milan – disse l’ex ad rossonero - perché nel club milanista ciò che dice l’allenatore è legge”. “Legge un cazzo”, gli risponde lui. E tanti saluti a Milanello.

marilyn monroe

 

ian thorpe

Cosa accade quando si spegne la luce all’improvviso e non vediamo più nient’altro se non il buio? La storia di Marco Pantani restituisce il dolore di ogni uomo che cerca rispetto e prova a rialzarsi dopo essere stato colpito nella sua dignità e nell’onore. C’è la rabbia di chi rompe un vetro con un pugno (“Mi hanno fregato”) dopo Madonna di Campiglio, ci sono le lacrime quando sulle strade della sua Romagna gli gridano “drogato”. C’è la “torrida tristezza” di un uomo in fuga che si ferma ad un alimentari durante un allenamento. “Sono Marco Pantani, il ciclista, non ho nulla con me, neanche un soldo, può darmi una tavoletta di cioccolato?” Gliene offrono due. Al mattino la prima cosa che fa è correre all’alimentari e pagare. Il bisogno di rispetto, la ricerca della dignità e del senso dell’onore. E’ questa la vera gloria sportiva.

MARCO PANTANI VINCE IL TOUR DE FRANCE
safin

 

 

 

michael caine
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