DOPO 11 VITTORIE, L'INTER SI FERMA MA LO SCUDETTO È PIU’ VICINO. A GATTUSO NON BASTA L'AUTOGOL DI HANDANOVIC, CONTE STRAPPA IL PARI CON UN GIOIELLO DI ERIKSEN E VOLA VERSO IL TITOLO: IL MILAN E’ A MENO 9. IL NAPOLI SPRECA L’OCCASIONE DI ACCIUFFARE LA JUVE AL 4°POSTO – BIASIN: “QUESTO PUNTO È IMPORTANTISSIMO PERCHÉ RACCONTA BENE COS'È QUESTA INTER: UNA SQUADRA CHE NON MOLLA NIENTE” – POLEMICHE E IRONIE SULLE MAGLIE

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Luca Taidelli per gazzetta.it

 

 

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Il posticipo che poteva sigillare lo scudetto dell'Inter o permettere al Napoli di agganciare la Juve come ultimo vagone Champions si chiude con un pareggio che tiene tutto aperto. Sotto per la prima volta in tutto il girone di ritorno dopo l'autogol di Handanovic, pressato da De Vrij, la capolista reagisce alla grande fino al pareggio di Eriksen. Striscia di 11 vittorie interrotta, ma un +9 sul Milan secondo comunque rassicurante.

 

 

Nessuna sorpresa nelle formazioni. Gattuso preferisce Osimhen a Mertens per guidare l’attacco davanti a Politano, Zielinski e Insigne. Conte ritrova dal 1' Barella e Lautaro, con Darmian che a sinistra vince il ballottaggio su Young. Anche lo spartito iniziale è quello previsto, con il giro palla napoletano e gli ospiti pronti a ripartire. Ci provano Lukaku e Lautaro, ma il primo a tirare in porta è Fabian Ruiz, che al 17' anticipa lo stesso Lukaku e sull'assist di Insigne impegna Handanovic con il mancino. Ruiz si alterna con Zielinski per soffocare Brozovic, una delle due fonti di gioco della capolista. All'altra, Eriksen, si dedica Demme, con Politano che spesso stringe per tenere Barella.

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In una gara bloccata - con l'Inter che aspetta nella propria metà campo e chiude ogni varco centrale, scegliendo di lasciare qualche libertà ai terzini di Gattuso - ci provano da palla ferma i due centrali difensivi, ma né De Vrij né Koulibaly di testa trovano lo specchio.

 

Al 27' l'Inter avrebbe la chance per passare in vantaggio ma da ottima posizione Darmian, innescato da Lukaku, invece che tirare cerca Lautaro a centro area, premiando però il ripiegamento di Insigne che libera. Subito dopo, la traversa scheggiata da Big Rom sul tiro di Brozovic certifica che la capolista fa sul serio. E invece al 36' passa il Napoli con un'azione incredibile: sul cross dal fondo di Insigne Handanovic va in presa bassa ma viene pressato da De Vrij per il più comico degli autogol (peraltro il quarto della giornata). In svantaggio per la prima volta in tutto il girone di ritorno, l'Inter comunque reagisce da grande. Lukaku prima fa ammonire Koulibaly, poi centra il secondo legno su punizione di Eriksen. E allo scadere del parziale Meret è bravo in uscita bassa sulla percussione centrale di Barella.

 

 

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SECONDO TEMPO—   Nessun cambio nell'intervallo. Ora sono i nerazzurri ad accamparsi nella metà campo avversaria, con il Napoli a "fare" l'Inter, chiudendosi anche grazie al sacrificio degli esterni. Bravissimo per esempio Politano al 49' in ripiegamento su Eriksen. Il danese però si rifà con gli interessi al 54', chiudendo con uno splendido sinistro nell'angolino un'azione travolgente sull'asse Barella, Hakimi, Darmian, sul cui cross Manolas in scivolata aveva anticipato Lukaku. L'Inter insiste e al 57' va vicino al vantaggio con una combinazione nello stretto della Lu-La.

 

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Quella che ha più bisogno di vincere per non perdere il treno Champions è però il Napoli, che al 64' sfiora il gol col colpo di testa di Di Lorenzo che sfila sul secondo palo, dove Ruiz non arriva di un soffio. Il ritmo si riabbassa, Conte toglie l'ammonito Darmian per Perisic e Gattuso risponde con Mertens, che prende il posto di un Osimhen che non ha mai trovato un guizzo. Per l'ultimo quarto d'ora entra pure Sanchez per Lautaro.

 

Quando sembra che le squadre si stiano accontentando, l'ex Politano all'80' s'inventa un numero nell'area affollata e col piede "sbagliato" (il destro) centra in pieno il sette, complice anche la deviazione di Handanovic. E nel finale Zielinski invoca un rigore che non c'è (De Vrij prende prima la palla) e Brozovic brucia Insigne mentre stava per calciare da buona posizione. Ma è anche vero che in pieno recupero Hakimi grazia Meret ed esalta Manolas.

antonio conte antonio conte ANTONIO CONTE ANTONIO CONTE

 

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