IBRA PERDE IL PELO MA NON IL VIZIO - NON SOLO LA LITE CON LUKAKU: 11 ANNI FA ZLATAN (CHE ORA RESPINGE LE ACCUSE DI RAZZISMO) SE LA PRESE CON IL GIGANTESCO ONYEWU, DIFENSORE AMERICANO SUO COMPAGNO DI SQUADRA - IN ALLENAMENTO I DUE ROTOLARONO A TERRA AVVINGHIATI SENZA CHE NESSUNO RIUSCISSE A SEPARARLI E LE TELECAMERE DI "SKY" RIPRESERO TUTTO - SERVÌ L'INTERVENTO DI GALLIANI PER...

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Enrico Currò per www.repubblica.it

 

ibrahimovic a milanello ibrahimovic a milanello

Attenti, i bambini vi guardano. Ibrahimovic e Lukaku si sono dimenticati che una partita in diretta tivù è la cosa più pubblica che ci sia, anche quando allo stadio il pubblico non c'è. Così, pochi minuti dopo la fine del derby, è iniziata l'elaborazione dell'episodio.

 

Ibra ha chiesto scusa ai compagni per l’espulsione del secondo tempo, figlia della rissa col rivale alla fine del primo, garantendo di non avere pronunciato frasi razziste contro Lukaku. Ma dalle dichiarazioni di allenatori e compagni dei due litiganti è parso evidente il disagio nell'affrontare l'argomento.

 

La cosiddetta trance agonistica non può più restare confinata allo spazio fisico dell'agonismo, il campo, a maggior ragione nel silenzio di uno stadio svuotato dalla pandemia.

 

zlatan ibrahimovic e oguchi onyewu zlatan ibrahimovic e oguchi onyewu

A Ibrahimovic era già capitato qualcosa di molto simile nella sua precedente esperienza milanista, poco più di 10 anni fa. Nel novembre 2010, a Milanello, rotolò a terra avvinghiato a un compagno di squadra altrettanto gigantesco, l'americano Onyewu.

 

onyewu onyewu

Le immagini di quella rissa vennero fortuitamente registrate dalle telecamere di Sky, perché era uno di quei rari casi in cui l'allenamento, che di solito si svolge sui campi interni e non è dunque visibile, quel giorno era sul campo esterno che dà sulla strada.

 

ADRIANO GALLIANI ADRIANO GALLIANI

Fu l'allora plenipotenziario milanista Galliani a ottenere che le immagini dell'incredibile rissa - i due giganti incollati nel catch estemporaneo, Ronaldinho e gli altri giocatori che cercavano invano di sollevarli e di staccarli - non venissero mandate in onda. Ma stavolta nessuna censura è stata possibile e la diretta Rai ha immortalato la scena.

 

oguchi oguchi

Il colore del cartellino per Ibra e Lukaku

C’era una volta la lite Zidane-Materazzi. Anzi, c’è ancora e si sta moltiplicando. Gli stadi vuoti amplificano gesti e parole dei protagonisti, rendendole perfettamente intellegibili. I calciatori, in assenza del pubblico, hanno accantonato l’accortezza resa celebre da Cassano: la mano a coprire la bocca, per evitare la lettura labiale. Infine, terza e non trascurabile circostanza: i microfoni e le telecamere, proprio perché manca il frastuono intorno, riescono ormai a frugare tra campo e panchina con la certezza che nulla possa restare segreto, di quanto vi accade.

 

zlatan zlatan

Di tutte queste verità del calcio al tempo del Covid la rissa Ibrahimovic-Lukaku è stata perfetta sintesi, col suo corredo di interpretazioni dei reciproci insulti in inglese e di esegesi delle ruggini personali tra i duellanti. E con le discussioni sul colore del cartellino sventolato dall'arbitro Valeri ai contendenti: non ci voleva il rosso? La speranza dei due club è che la vicenda disciplinare si sia esaurita lì, con le squalifiche di una giornata in Coppa Italia: Ibrahimovic per la successiva espulsione da doppia ammonizione (il Milan comunque è eliminato), Lukaku perché era diffidato (salterà l'andata della semifinale). Ma intanto la valanga è partita e ha fatto subito il giro del mondo.

 

ibrahimovic e onyewu ibrahimovic e onyewu

Alta tensione

Al di là degli aspetti censurabili di una vicenda smascherata appunto dall’orecchio meccanico e dalla velocità del web  resta l’evidenza di un derby milanese acceso come da tempo non capitava: segno che la sfida, adesso, è di nuovo per lo scudetto e che comunque il primato cittadino è tornato a contare anche lontano da San Siro e anche quando, come stavolta, ci si gioca qualcosa di apparentemente meno importante, come l’accesso alla semifinale di Coppa Italia.

 

oguchi onyewu ex calciatore oguchi onyewu ex calciatore

L’eredità di questo 2-1 per l’Inter - che ribalta il 2-1 dell’ottobre scorso in campionato, trampolino per il Milan della scalata al primo posto solitario, da allora conservato e difeso dall’assalto dei cugini stessi – è ovvia: il 21 febbraio, nel terzo e ultimo derby stagionale, la tensione sarà altissima.

 

il fisicaccio di oguchi onyewu il fisicaccio di oguchi onyewu

Un reparto sguarnito

Nel frattempo il duello proseguirà a distanza e non sarà affatto scontato. La lettura tattica della partita vinta da Conte col calcio di punizione finale di Eriksen, ma preceduta da una lunga fase preparatoria, non può non essere condizionata dall’espulsione di Ibrahimovic, che Pioli ha individuato come elemento di rottura dell’equilibrio.

 

oguchi onyewu oguchi onyewu

L'allenatore del Milan ha rilevato che in parità numerica la sua squadra era ancora in vantaggio. Tuttavia all’analisi imparziale non può sfuggire che il Milan, a prescindere dal risultato indirizzato dal gol di Ibra, aveva perso presto il controllo del centrocampo, dove il predominio dell’Inter cresceva col passare dei minuti  anche in 11 contro 11: ne erano stati logica conseguenza i salvataggi di Tatarusanu e di Hernandez e la pressione subita da una difesa in cui il debuttante Tomori, forte nell’anticipo, nei contrasti e nei recuperi, si è rivelato un vero rinforzo di gennaio.

 

ibra lukaku ibra lukaku

Il ritorno di Bennacer

Non altrettanto si può per ora dire di Meité. Dopo l’esordio piuttosto infelice da trequartista con l’Atalanta, nel derby non ha fatto molto meglio in mediana, in una posizione per lui più naturale. Il disagio del centrocampo, soprattutto quando il pallone è degli avversari e Kessié da solo non può reggerne l’urto, non è una novità nelle ultime partite. Il che rende logica la conclusione: il Milan, per soffrire di meno e per riprendere a vincere, ha urgente bisogno di recuperare i suoi due registi.

 

ibra lukaku ibra lukaku

Quello effettivo è Bennacer, assente per infortunio ormai da 8 giornate di campionato ma prossimo al rientro già sabato a Bologna. Il regista di complemento, al momento bloccato dal Covid, è Çalhanoglu, che sa arretrare per costruire l’azione, altrimenti troppo vincolata ai lanci lunghi.

 

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Da loro, più ancora che dal graduale innesto di Mandzukic accanto a un Ibrahimovic  innervosito anche dalle difficoltà della squadra nel gioco offensivo, sembra dipendere la possibilità che il Milan ritrovi il palleggio a metà campo. E la sua risorsa smarrita: la capacità di schiacciare gli avversari.

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