“IL FONDO ELLIOTT RESTA AL LILLE PERCHE’ GUADAGNA, AL MILAN NO” -  PARLA AL ‘FINANCIAL TIMES’ IL PROPRIETARIO DEL CLUB FRANCESE GERARD LOPEZ CHE, COME MR LI, HA CHIESTO UN PRESTITO AL FONDO AMERICANO: “MA IO NON FARÒ LA STESSA FINE, QUA SI GUADAGNA DALLA VENDITA DEI GIOCATORI” (DA EDEN HAZARD A ORIGI A NICOLAS PÉPÉ ALL’ARSENAL PER 80 MILIONI)

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Arianna Ravelli per corriere.it

 

gerard lopez gerard lopez

«Elliott ha finanziato il Milan per venderlo successivamente a una terza parte. Invece ha finanziato questo club per iniziare un programma di investimento nei giocatori, creando valore, vendendone alcuni ma tenendone altri per far crescere il club, credendo nella bontà del modello di business francese».

 

A parlare (chissà se del tutto a proposito) con il Financial Times è Gerard Lopez, il principale azionista del Lille (noto anche agli appassionati di Formula 1 perché in passato proprietario della Lotus), attualmente quarto in Ligue 1, ma con ancora speranze di conquistare la Champions e i relativi ricavi, essenziali, in Francia come ovunque, per far quadrare i conti. Soprattutto, noto alle cronache per i talenti sfornati (da Eden Hazard a Benjamin Pavard a Dicock Origi) e per le plusvalenze generate dalla vendita dei giocatori (l’ultimo, Nicolas Pépé all’Arsenal per 80 milioni).

PAUL SINGER ELLIOTT MILAN PAUL SINGER ELLIOTT MILAN

 

La storia della squadra francese (o l’interpretazione che ne dà lo stesso Lopez che la racconta) può (forse), fornire qualche indicazione utile ai tifosi rossoneri. Perché il Lille rappresenta l’altra avventura nel mondo del calcio di Elliott, anche se molto diversa perché il fondo non è proprietario del club francese (né, secondo quanto risulta, ha mai pensato di diventarlo): sotto la proprietà di Lopez — e, verrebbe da sottolineare, nonostante il player trading tanto vantato — il club ha incontrato difficoltà finanziarie ed Elliott è intervenuto nel 2018 a portare ossigeno.

 

singer singer

Nella stagione 17/18, le entrate si sono attestate a 53,9 milioni di euro, pressappoco la metà delle quali dai diritti tv (fonte Deloitte), mentre il club ha perso 103 milioni di euro, la maggior parte però per «costi eccezionali», come le buonuscite necessarie per «tagliare» 18 contratti. Proprio per problemi nella gestione finanziaria, nel dicembre 2017 le autorità francesi hanno bloccato il mercato invernale del club e l’amministratore delegato Ingla (che possiede anche il 20% delle azioni) è stato multato e sospeso per qualche mese. Per risollevare i conti mr Lopez si è fatto così prestare nel 2018 da Elliott 140 milioni, con tassi di interessi a due cifre (basse), un prestito che va ripagato entro agosto 2021. Una situazione che riporta alla memoria, appunto, quanto successo al Milan dal misterioso cinese mr Li.

 

Ma Lopez insiste che la situazione del Lille è molto diversa e che non corre gli stessi rischi dell’avventato cinese: sostiene che con la nuova struttura societaria lui è personalmente responsabile del prestito e non il club, inoltre che Elliott non è il principale finanziatore, perché, con un finanziamento dall’ammontare sconosciuto, Jp Morgan ha la priorità sul fondo Elliott.

 

Lopez precisa anche che 80 milioni sono stati già ripagati a Elliott e Jp Morgan e, per finire, a differenza di mr Li — che non ha né rifinanziato il debito né venduto il club nonostante le offerte ricevute — lui perseguirebbe una delle due strade prima di fare default (e perché il cinese non lo abbia fatto resta un mistero a tutt’oggi, ma questa è un’altra storia).

 

gerard lopez gerard lopez

Lopez non si scompone neanche quando gli fanno notare che avere due club con ambizioni di Champions potrebbe essere complicato per il fondo Elliott, viste le norme che regolano le proprietà di più club che partecipano alla stessa competizione. Perché — è la sua tesi — Elliott, «a differenza del Milan», è entrato nel club francese per restarci, sposando un modello di business di successo, basato sulla compravendita dei giocatori: «Il Lille ha realizzato un guadagno netto dai trasferimenti di circa 200 milioni negli ultimi due anni. Se non siamo i più bravi in Europa, siamo nei primi 4-5 club», chiosa Lopez senza falsa modestia.

 

Verrebbe da dire, esattamente il contrario di quanto successo al Milan che, negli ultimi anni, anche quelli della gestione Elliott, non ha esattamente fatto buoni affari sul mercato (basti pensare a Paquetà-Piatek, comprati per 70 milioni nell’ultima sessione di mercato invernale e ora in panchina o destinati a essere venduti). Il Lille ha calcolato che, per raggiungere il pareggio, debba ottenere un utile sui trasferimenti di minimo 30 milioni all’anno. E poi aggiunge che, per liberarsi del debito con Elliott, il club deve continuare a ottenere risultati sportivi e a vendere i migliori giocatori.

singer fondatore fondo elliott singer fondatore fondo elliott

 

E forse è questa la lezione più significativa che i milanisti possono trarre: perché al di là delle intenzioni di Elliott (che non è detto Lopez conosca, soprattutto quelle che riguardano il Milan), una cosa è senz’altro vera: senza le entrate dalla Champions, i conti tornano solo se si aumentano i ricavi e un buon modo può essere cominciare a fare plusvalenza sul mercato.

 

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