IL MONDO DELLO SPORT PIANGE FABIO LOMBINI E GIOELE ROSSETTI, LE DUE GIOVANI PROMESSE DEL NUOTO MORTE IN UNO SCHIANTO AEREO - ERANO A BORDO DI UN VELIVOLO ULTRALEGGERO PRECIPITATO SUBITO DOPO IL DECOLLO A NETTUNO. AL MOMENTO SI IPOTIZZA UN GUASTO TECNICO. IL PRESIDENTE DELLA FEDERNUOTO BARELLI: "SENZA PAROLE..." - LA PELLEGRINI POSTA UN CUORE SPEZZATO

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Ivo Iannozzi e Mirko Polisano per “il Messaggero”

 

lombini rossetti lombini rossetti

La Nazionale azzurra. Il sogno di tutti gli atleti. Un desiderio che Fabio Lombini ha potuto soltanto sfiorare. La giovane promessa del nuoto è morto ieri a 22 anni insieme all'amico di sempre Gioele Rossetti, un anno più grande e nuotatore anche lui. Erano a bordo dell'ultraleggero che ieri mattina è precipitato subito dopo il decollo a Nettuno, a pochi chilometri dalla Capitale.

 

LA DINAMICA

Sono le dieci e qualche minuto quando le ruote del biposto si staccano dall'aviosuperficie Crazy Fly nella zona delle Grugnole alla periferia di Nettuno, quasi al confine con il territorio della provincia di Latina. Subito qualcosa non va. Rossetti alla barra di comando del P9s Tecnam a due posti se ne accorge ben presto: aveva il brevetto di volo ed era solito guidare ultraleggeri, quello su cui viaggiavano era della sua famiglia.

 

Un rumore, poi il tentativo disperato di riprendere il velivolo da parte del pilota, l'impatto sul terreno, l'esplosione, le fiamme. Un testimone racconta: «A circa trecento metri di altezza, l'aereo ha iniziato a perdere quota. Il pilota ha virato verso sinistra, cercando con tutta probabilità un punto sul quale eseguire un atterraggio di emergenza, ma non c'è riuscito». In quella manovra è stata anche schivata un'abitazione.

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Lo schianto al suolo è stato fatale: le fiamme avvolgono la cabina di pilotaggio e i corpi di Gioele e Fabio sono completamente carbonizzati. I due passeggeri - da quanto appurato - erano ancora legati con le cinture ai seggiolini. Dalle prime verifiche emergerebbe che l'ultraleggero è precipitato circa 30 secondi dopo il decollo. Al momento si ipotizza un guasto tecnico. A quanto ricostruito, l'ultraleggero era del padre di Rossetti. Il velivolo e tutta l'area sono stati messi sotto sequestro. Nei prossimi giorni verrà effettuata l'autopsia. La procura di Velletri e l'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) hanno aperto un'inchiesta sull'incidente. L'Agenzia ha anche inviato un proprio investigatore sul luogo dell'incidente.

 

L'AMICIZIA

Probabilmente i due giovani avevano deciso di sorvolare la parte del basso Lazio. Ai comandi c'era Gioele Rossetti, che ha gareggiato a livello nazionale per l'Aurelia Nuoto, accanto a lui Fabio Lombini, argento agli Assoluti invernali 2017 nei 200 stile libero, già nazionale alle Universiadi di Taipei e agli Europei in vasca corta di Copenhagen nel 2017. Lombini stava svolgendo un allenamento collegiale al centro federale di Ostia seguito dal responsabile tecnico Stefano Morini ed accompagnato dal suo allenatore Alessandro Resch. «La Federazione, sconvolta e attonita, esprime le più sentite condoglianze a familiari, amici e società di appartenenza» ha sottolineato la Fin.

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Quello di ieri è il secondo incidente avvenuto nei cieli del Lazio in pochi giorni. Lunedì pomeriggio poco dopo il decollo dall'aeroporto dell'Urbe un velivolo biposto, con a bordo istruttore e allievo, è finito nel Tevere scomparendo nelle sue acque. L'istruttore che ha tentato una manovra di ammaraggio è riuscito a mettersi in salvo. Purtroppo per l'allievo Daniele Papa, 23enne - anche lui - di Cerveteri non c'è stato nulla da fare. Nelle storie di Instagram ci sono gli ultimi istanti prima del volo, con Fabio e Gioele felici di condividere sui social la loro mattinata a bordo dell'ultraleggero «Fabio mi ha mandato un messaggio alle 8 di mattina - dice commosso Pino Castellucci, direttore del centro federale di nuoto a Ostia - avvisandomi che non sarebbe rientrato per il pranzo. Era con noi da mercoledì e oggi avrebbe dovuto iniziare gli allenamenti con la nazionale». Quel sogno che Fabio ha potuto solo sfiorare.

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