IL PARKOUR NON DIVENTA SPORT OLIMPICO? MENO MALE - NONOSTANTE I TENTATIVI DELLA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE DI GINNASTICA, I PURISTI DELLO SPORT ACROBATICO SONO CONTENTI CHE NON SIA STATO INCLUSO DAL CIO TRA GLI SPORT SELEZIONATI PER PARIGI 2024: “E’ UNA DISCIPLINA LIBERA, NO AL BUSINESS” – IL CAMPIONE ITALIANO FAUSTO VICARI: “MI ASPETTAVO IL NO PER LA FRANCIA, SIAMO ANCORA TROPPO GIOVANI” – VIDEO

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Valeria Arnaldi per ''Il Messaggero''

 

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Ginnastica artistica, ritmica e trampolino elastico. Il Comitato Olimpico Internazionale ha confermato gli attuali eventi ginnici per le Olimpiadi di Parigi del 2024. E ha bocciato il parkour.

 

Una sconfitta per la Federazione Internazionale di Ginnastica che aveva chiesto l' inserimento della disciplina tra quelle olimpiche, appunto. Paradossalmente, però, alcuni appassionati, esperti ed atleti di parkour hanno celebrato il rifiuto, felici di non essere stati istituzionalizzati. Parkour Earth, che si presenta come federazione internazionale di parkour, prima della votazione aveva scritto al Cio chiedendo di respingere la richiesta, volendo mantenere il carattere indipendente della disciplina.

 

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Nato in Francia nei primi anni Ottanta, il parkour è una disciplina urbana, che della città fa il proprio campo, trasformando scale, muri, ringhiere e quant' altro in ostacoli da saltare, scalare, superare in modo acrobatico. I traceurs - questo il nome di coloro che lo praticano - costruiscono il loro percorso in città, tra vie e palazzi. Il parkour, dunque, si fa nelle strade per tradizione, come libera espressione della propria agilità e pure della propria visione dello spazio comune. Dal 2000 si tengono gare e dal 2017, la Federazione Internazionale Ginnastica, riconoscendo la disciplina, ha iniziato a organizzare eventi ad hoc.

 

Di fronte al Cio, si è combattuta, quindi, seppure a distanza, una sorta di battaglia tra puristi e innovatori.

Ed è arrivata la bocciatura.

Non la prima.

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Si sperava nell' inserimento già per Tokyo 2020. «Per noi è chiaramente un dispiacere che il parkour non sia stato inserito nelle discipline olimpiche - commenta Roberto Carminucci, direttore tecnico nazionale sezione Salute e Fitness-Federazione Ginnastica d' Italia - siamo ottimisti, però, confidiamo che l' esame fatto in questa occasione possa portare all' inserimento nelle Olimpiadi successive. È uno sport in espansione esponenziale».

 

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Perplessità rimangono sulla posizione delle associazioni contrarie alla partecipazione alle Olimpiadi. «Riteniamo che il parkour, come sport, sia un' attività libera - prosegue - Tutti possono scegliere se farlo per filosofia o partecipando pure e a gare. Non a caso, non imponiamo un disciplinare. Non vorremmo che dietro alcuni no si nascondessero più ragioni di business che legate allo sport. Intanto, pensiamo ai Campionati del Mondo, che si terranno a fine marzo a Hiroshima, emergenza Covid permettendo.

 

Stiamo portando avanti gli allenamenti. A febbraio annunceremo i nomi degli atleti selezionati».

 

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 Il progetto delle Olimpiadi rimane. E l' attenzione per la disciplina cresce. «Ci stiamo muovendo - dice Marco Bisciaio, referente nazionale Parkour-Federazione Ginnastica d' Italia - per allestire zone all' interno della città in cui possa essere praticato anche il parkour. Anni fa, quasi nessuno sapeva cosa fosse questa disciplina, oggi è molto apprezzata.

 

Conquista con la spettacolarità del gesto atletico e per la possibilità di essere praticata ovunque.

È uno sport e se si vuole fare nel rispetto di certi criteri è bene che siano create strutture adatte». Il tema è anche la sicurezza.

 

«Sono stato tra i primi a portare questa disciplina in palestra - aggiunge - la pratico fin dalla fine degli anni Settanta, quando ancora non aveva un nome. Ero un bambino, i miei amici ed io, compagni di preparazione per la ginnastica artistica, lo chiamavano giocare per strada.

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Far entrare il parkour in palestra è stato importante. Ho conosciuto molti atleti forti che avevano lavorato solo per strada e, dopo qualche anno avevano diversi acciacchi. In palestra, le cose si possono provare centinaia di volte, senza rischi». L' ingresso della disciplina in palestra l' ha resa accessibile pure ai giovanissimi. Sì perché ai piccoli piace. E molto. «Ci sono tanti bimbi - conclude Bisciaio - la percentuale maschile è più elevata di quella femminile, ma piace anche alle ragazze». Bambini oggi, giovani atleti olimpici, forse, domani.

 

 

2. «LE OLIMPIADI? QUESTIONE DI TEMPO

Valeria Arnaldi per ''Il Messaggero''

 

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Nato a Catania, Fausto Vicari, 21 anni, Campione Italiano Parkour 2019, nonché primo italiano - e unico - alle finali mondiali dell' Air Wipp 2018 e Wild Card Redbull All' Art of Motion 2019, è tra i big della disciplina. Ha scoperto passione e tecniche in Rete, guardando su youtube i video dei migliori traceurs e poi tentando di seguire il loro esempio. Lo abbiamo raggiunto per parlare di sport e, appunto, olimpiadi.

 

Come ha accolto la notizia del rifiuto del CIO di introdurre la disciplina alle Olimpiadi 2024?

«Trattandosi di un nuovo sport, è comprensibile che non sia stata accolto subito, ma sono convinto che si tratti solamente di una questione di tempo. Il parkour è uno sport completo. Il suo inserimento nel programma olimpico sarebbe stato un traguardo importante, è innegabile, e rimarrà tale: bisognerà solo aspettare ancora un po'».

 

Quando ha cominciato a fare parkour?

«Avevo dodici anni. Amavo fare capriole e salti. Quando ho scoperto l' esistenza di questa disciplina, è stato naturale per me decidere di praticarla. Ho cominciato allenandomi in strada. In attività di questo tipo, gran parte delle cose e delle tecniche si apprende proprio sperimentandole direttamente. Così ho fatto».

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L' allenamento urbano, però, le ha creato anche problemi alle ginocchia: sbattendo contro un muro, ha riportato una lesione di crociati e menischi.

«Sì, ho avuto un incidente. Ero più giovane, sono passati anni da quel momento, oggi sto bene, si è risolto tutto, non ci sono conseguenze. Ho compensato il problema alle articolazioni, potenziando la muscolatura delle gambe».

 

Nell' ambiente, c' è una netta spaccatura quando si parla di gare e competizione. Campione italiano 2019, quali sono le sue prossime sfide?

«Ci saranno i mondiali e quella sarà sicuramente una grande sfida. Poi ovviamente ci sarà ancora il campionato italiano. Quest' anno non ho vinto nuovamente il titolo ma cercherò di riprenderlo alle prossime competizioni».

 

E alle Olimpiadi non pensa?

«Certo che ci penso. Quello sa rebbe un sogno. Io mi alleno tutti i giorni, più ore al dì, non ho dubbi sul fatto che il parkour diventerà una disciplina olimpica, l' ho detto, certamente molto, per me, dipenderà da quando sarà ammesso. Se l' età me lo permetterà ancora, vorrei davvero partecipare. Intanto però il progetto va portato avanti e sostenuto per i giovanissimi e anche per quanti stanno iniziando ora a fare parkour, nella speranza appunto che un giorno possano arrivare alle Olimpiadi».

 

Fino a che età pensa che praticherà questo sport?

«In realtà credo che sia una disciplina che può essere praticata da chiunque e ad ogni età, senza preclusioni. Ovviamente, le cose che si possono fare a vent' anni sono differenti da quelle che magari si possono fare superati i cinquant' anni».

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E se l' età non le consentirà di partecipare come atleta, cosa farà?

«Vorrei davvero esserci, magari, proverò ad essere presente come istruttore. Quella sarebbe un' altra grande sfida. Chissà». 

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parkour sul grattacielo
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parkour sui graffiti di banksy
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