PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA UNA SQUADRA DELLA NBA E' SENZA AMERICANI - E' IL CASO DEGLI "OKLAHOMA THUNDER" CHE HANNO UN QUINTETTO BASE DI STRANIERI - NELLA LEGA AMERICANA DI BASKET, ORMAI È RECORD DI CANADESI E AFRICANI, GLI ITALIANI SONO TRE - CON QUESTA "INVASIONE", NON C'È DA MERAVIGLIARSI POI SE GLI STATI UNITI VENGONO SBATTUTI FUORI AGLI ULTIMI MONDIALI DALLA FRANCIA…

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Sergio Arcobelli per “il Giornale”

 

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Alla strana conquista dell' America. Venerdì scorso la franchigia Nba degli Oklahoma City Thunder ha iniziato la partita contro i Dallas Mavericks con un quintetto senza americani: un canadese (Gilgeous-Alexander), un francese (Maledon), un haitiano-canadese (Dort), un serbo (Pokusevski) e un dominicano (Horford).

 

Ma l' invasione nell' Nba da parte degli stranieri non è proprio una novità. Ed è sottolineata dalla grandezza di certi campioni: il greco figlio di immigrati nigeriani, Giannis Antetokounmpo (Milwaukee Bucks), vincitore per due anni di fila del titolo di miglior giocatore; lo sloveno Doncic (Dallas Mavericks), che a 22 anni frantuma ogni sera record di precocità; il serbo Jokic, che viaggia quasi in tripla-doppia di media a Denver, dove eccelle pure il canadese Murray.

 

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Segno che la Nba ha allargato i propri confini alla pallacanestro mondiale, trasformandosi in un torneo davvero globale. Tanto che gli stranieri sono 112 ed è un anno da record per il Canada (17), primo paese dietro gli Usa per rappresentanti. L' Africa è presente con 14.

 

Tutte le franchigie hanno almeno un giocatore internazionale, la media è di tre per squadra. Dopo il Canada, ci sono Francia (9), Australia (8), Serbia e Germania (6).

Giannis Antetokounmpo 5

L' Italia ne schiera tre: Danilo Gallinari (Atlanta Hawks), Nicolò Melli (New Orleans Pelicans) e Nico Mannion (Golden State Warriors). In totale, sono rappresentate 43 nazioni. Basti pensare che nel 1998-99, la prima stagione del tedesco Nowitzki, il numero dei giocatori non Usa era solo di 30: è palese che l' Nba stia cambiando fisionomia. A Philadelphia, ad esempio, gli uomini franchigia sono un camerunense (Embiid) e un australiano (Simmons).

 

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A Toronto eccelle il camerunense Pascal Siakam, ad Indianapolis il lituano Domantas Sabonis, figlio di quell' Arvydas arrivato in Nba dopo la caduta della cortina di ferro e l' inizio dell' invasione con i vari Petrovic e Divac. Per questo, non c' è da meravigliarsi se gli Stati Uniti vengono sbattuti fuori agli ultimi mondiali dalla Francia delle stelle Gobert (Utah Jazz), Fournier (Orlando Magic) e Batum (LA Clippers). Ma l' inversione di tendenza si è manifestata nel 2014 grazie ai San Antonio Spurs, che vinsero il titolo avendo in squadra ben otto non Usa, tra questi il nostro Belinelli, l' argentino Ginobili, il franco-belga Parker e l' australiano Mills.

nico mannion
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