“GIRO GIRO TONDO”: ALLA TRIENNALE IL DESIGN A MISURA DI BAMBINO - UN PERCORSO INEDITO TRA LE CREAZIONI DI MUNARI, PESCE, DEPERO E MENDINI – “I BAMBINI SONO ENIGMI LUCENTI E A MODO LORO DEI POTENZIALI DESIGNER…”

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DESIGN TRIENNALE DESIGN TRIENNALE

Silvia Icardi per il Corriere della Sera – Milano

 

Un po' museo un po' playground, fiabesca e insieme didascalica, per bambini ma anche per adulti.

 

La mostra «Giro Giro Tondo. Design for Children» è questo e molto altro. Sarà perché il direttore del Triennale Design Museum Silvana Annicchiarico l' ha ideata come un romanzo polifonico - undici curatori per dieci sezioni - sarà perché i bambini «sono enigmi lucenti che non sappiamo decodificare» e meritano perciò tante chiavi di lettura differenti, il risultato è un' esposizione che a ogni angolo ci fa esclamare di stupore.

 

Iniziando dall' ingresso dove la grande faccia di Quadratino, il celebre personaggio che Antonio Rubino ideò per il «Corriere dei Piccoli» nel 1910, strizza gli occhi e furbescamente ci invita a entrare. Il primo impatto, opera del designer Stefano Giovannoni cui si deve l' intero allestimento della mostra, è la sala Ouverture magica e straniante.

DESIGN A MISURA DI BAMBINO DESIGN A MISURA DI BAMBINO

 

«Qui ho voluto dar voce al design ludico - racconta Giovannoni - riunendo una serie di oggetti ingigantiti e fuori scala, un leitmotiv presente in molti racconti per l' infanzia da "Alice nel Paese delle Meraviglie" a "I viaggi di Gulliver" proprio per il grande fascino che esercita sui bambini».

 

Ecco allora che ci troviamo a zigzagare tra le versioni maxi del nano Attila di Kartell, della Rabbit Chair di Qeeboo, della poltrona Proust di Mendini, del Merdolino di Alessi insieme ad altri oggetti, in scala, dal forte impatto iconico come i coloratissimi e ultra pop Cactus e Pratone di Gufram.

 

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A terra una resina colorata (la stessa usata nei parchi giochi) su cui campeggiano le scritte «memoria» e «immaginario», veri assi cartesiani dell' intera mostra capaci di ancorarci al passato - tanto individuale quanto collettivo - e di infonderci una forza propulsiva e trainante che ci proietta verso il futuro.

 

Il percorso museale procede poi lungo una promenade che ricorda un giardino incantato e si articola in cinque grandi sezioni dedicate al rapporto dei bambini con gli arredi, i giochi, l' architettura, la grafica e infine l' educazione.

 

Approfondimenti specifici sono dedicati a Depero, Munari, Dalisi, Pinocchio mentre diverse «stazioni» permettono ai giovani visitatori di cimentarsi con costruzioni e giochi interattivi.

 

Ma perché una mostra dedicata al design per i bambini e sui bambini? Silvana Annicchiarico non ha dubbi: «Intanto perché Triennale ha sempre avuto un occhio di riguardo per l' infanzia, basti ricordare che proprio qui sono nati negli anni Cinquanta il Salone del bambino e lo Zecchino d' Oro.

 

E poi perché, nell' ottica del museo mutante che ogni anno affronta il design italiano sotto una prospettiva diversa, quello dell' infanzia era un punto di vista ancora inedito e inesplorato. Poi perché i bambini sono a modo loro dei potenziali designer, conoscono e scoprono il mondo manipolando cose, progettano mondi con gli oggetti che hanno a disposizione. Infine perché tutti siamo stati bambini e tuttavia fatichiamo a ricordarci come sia esserlo stati».

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le opere di gaetano pesce (3) le opere di gaetano pesce (3) SILVANA ANNICCHIARICO SILVANA ANNICCHIARICO

Alessandro Mendini Alessandro Mendini

 

 

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