QUESTA ARTE, METTILA DA PARTE - LA MEGA INSTALLAZIONE “CARAVAGGIO EXPERIENCE”, AL PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI A ROMA, E’ UNO SCHIAFFONE ALLA MEMORIA DELL’ARTISTA: TITOLI E DATAZIONI SBAGLIATE, I QUADRI SONO INCORNICIATI IN ALTARI MARMOREI DI FANTASIA E UN CONTORNO SPLATTER ALLA TARANTINO

E se il volantino dice, correttamente, che Caravaggio “non faceva disegni preparatori, non utilizzava manichini”, nelle immagini le grandi pale d’altare vengono tradotte in improbabili disegni, e scomposte in gruppi di manichini dechirichiani - Che Caravaggio sperimentiamo, dunque? -

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Tomaso Montanari per “la Repubblica”

 

Caravaggio experience Caravaggio experience

Video Mapping Caravaggio? Perché no? La tecnologia che permette di proiettare su superfici monumentali immagini enormi e in altissima definizione può essere un aiuto potente alla conoscenza e alla comprensione dell’opera di un artista. Sprofondare, quasi annegare, nel mondo di figure e colori che furono, tutti insieme, solo nella mente e negli occhi dell’artista-creatore può essere un’esperienza straordinaria.

 

Non è, purtroppo, il caso di Caravaggio experience: la mega installazione che, al Palazzo delle Esposizioni di Roma (fino al 3 luglio prossimo), promette di far «conoscere in profondità l’opera di Michelangelo Merisi» per dodici euro e cinquanta.

 

Caravaggio experience Caravaggio experience

C’è un problema di materia prima: titoli e datazioni dei quadri sono spesso sbagliati; le vedute delle città sono incongruamente settecentesche; non si spiega che la maggioranza degli studiosi ritiene che il Narciso (cui è dedicato un capitolo monografico) non sia di Caravaggio; i quadri sono incorniciati in altari marmorei di fantasia, e così via. E se il volantino dice, correttamente, che Caravaggio «non faceva disegni preparatori, non utilizzava manichini», nelle immagini le grandi pale d’altare vengono tradotte in improbabili disegni, e scomposte in gruppi di manichini dechirichiani. Che Caravaggio sperimentiamo, dunque?

Caravaggio experience Caravaggio experience

 

E anche la potenza suggestiva del mezzo è indirizzata male. Un sipario rosso con la scritta cubitale «Violenza!» (solo i più colti potranno ricorrere al liberatorio grido di Diego Abatantuono) apre una galleria di corpi lacerati isolati dal contesto: un Caravaggio cold case da trasmissione splatter del pomeriggio.

 

E quando i serpenti della Medusa si allungano in improbabili serpenti vivi, tra chiazze di sangue… beh, allora si capisce che, più che verso Tarantino, si va decisamente verso il luna park. Pazienza: a pochi passi, alcune chiese offrono gratuitamente una Caravaggio experience non virtuale, ma autentica. E molto, ma molto, più emozionante.

Caravaggio experience Caravaggio experience

 

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