1- DOPO GLI OPERAI, ECCO UN’ALTRA \"VITTIMA\" DEL MARPIONNISMO: MASSIMO MUCCHETTI - 2- BOMBA DELL’AGENZIA RADIOCOR: \"UNA PARTE DEGLI AZIONISTI DEL CDA DELLA RCS QUOTIDIANI, NON CONDIVIDE ALCUNE SCELTE EDITORIALI DELLA DIREZIONE DEL CORRIERE DELLA SERA. TANTO DA IMMAGINARE LA RICHIESTA FORMALE DI UNA VERIFICA\" - 3- DAGOREPORT: SOTTO LA \"LETTERA DI LICENZIAMENTO\", DIRETTA AL DIRETTORE DE BORTOLI, BRUCIA UNA SERIE DI ARTICOLI TOSTISSIMI DEL VICE DIRETTORE DI MASSIMO MUCCHETTI CHE NEGLI ULTIMI MESI HANNO INFILZATO (COMPENSI E STOCK OPTION) L’IMPULLOVERATO - 4- NON A CASO LA ’’LETTERA’’, FIRMATA DA UN PLOTONCINO (DI ESECUZIONE) GUIDATO DAGLI AZIONISTI ELKANN, DELLA VALLE, TRONCHETTI PROVERA ETC., ARRIVA ALL’INDOMANI DE \"L’INFEDELE\" DI GARD LERNER, DURANTE IL QUALE MUCCHETTI HA DEMOLITO DALLE FONDAMENTA DEL C/C IL MONUMENTO DEL PRIMO MANAGER DEL LINGOTTO - 5- AMORALE DELLA FAVOLA: AD APRILE FLEBUCCIO LASCERà IL TESTIMONE A MARIOPIO CALABRESI, DIRETTORE DE \"LA STAMPA\", CARO ALLA DINASTIA MARPIONNIZZATA DI ELKANN -

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1- RADIOCOR
Momenti difficili al Corriere della sera. Una parte degli azionisti rappresentati nel cda della Rcs Quotidiani, secondo quanto risulta a Radiocor, non condivide alcune scelte editoriali della direzione del quotidiano. Tanto da immaginare la richiesta formale di una verifica.

LeLe espressioni di Sergio Marchionne durante la presentazione del piano al Lingotto

Interpellato da Radiocor, il presidente della societa\', Piergaetano Marchetti, ha precisato: \'al momento non risulta agli atti alcuna richiesta di verifica\'. E ha aggiunto: \'il confronto sulle scelte editoriali in un giornale e\' di routine. Il prossimo consiglio di amministrazione e\' previsto in febbraio\'.

MarchionneMarchionne John Elkann e Luca Cordero di Montezemolo

2- DAGOREPORT
Sarà una coincidenza ma, oggi, è tornato Flebuccio in via Solferino, dopo un lunghissimo periodo di vacanze keniote durato oltre 10 giorni - cosa mai successa al direttore del Corriere - ed è subito arrivato un siluro a tre punte da parte degli azionisti.

Scavando tra le i rumors meneghini si scopre che l\'origine dell\'incazzatura, formalizzata con tanto di tosta lettera al presidente Marchetti, firmata da un plotoncino (di esecuzione) guidato dagli azionisti John Elkann, Diego Della valle, Tronchetti Provera etc., abbia origine da una serie di cazzuti articoli, almeno cinque da dicembre ad oggi, firmati dal vice direttore ad personam Massimo Mucchetti che hanno tolto la pelle e le ossa al compagno Sergio Marpionne - vedi il pezzo sulle stock option e compensi.

lernerlerner debortMassimoMassimo Mucchetti

Ecco: secondo Lor Signori, non è assolutamente condivisibile (eufemismo) tale posizione irriguardosa (eufemismo) nei riguardi del \"salvatore\" del Lingotto e della patria automobilistica.

Ecco, a questo punto occorre aggiungere la goccia che ha traboccare il vaso (da notte): il giornalista che fu spiato e pedinato, computer compreso, dal famigerato Telecom-team Ghioni/Tavaroli (una faccenda che costò la poltrona all\'Ad Colao e al direttore Mieli), è stato il protagonista ieri sera, insieme con Maurizio Landini, del programma \"L\'Infedele\" di Gad Lerner.

Sovrastato da un\'immagine gigantesca dell\'impulloverato, \"Mucca pazza\" ha zittito tutti, dalla collaboratrice de \"La Stampa\" Lucia Annunziata a Gabriele Albertini, squadernando cifre su cifre su come Marpionne ha creato il suo tesoretto tra stock option e compensi (vedi l\'articolo che segue).

Amorale della favola: quanto durerà Flebuccio sulla prima poltrona di via Solferino? Tre mesi, come dicono gli \"addetti ai livori\"? Che poi aggiungono anche il nome del successore, caro alla novella dinastia marpionnizzata di Torino: Mariopio Calabresi.

espressoespresso spioni tavaroli fabio ghioninn cc30 marchetti mieli colao

3- DAGOSPIA, 10-1-2011, PENISOLA DEI FAMOSI: IN 70 MESI AL VERTICE DELLA FIAT, SERGIO MARPIONNE, LA NUOVA SINDONE DELLA SACRA FAMIGLIA DEGLI AGNELLI, TRA COMPENSI E STOCK OPTION HA ACCUMULATO UN TESORETTO DI 255,5 MILIONI

A Torino non ne possono più della telenovela della Fiat e delle genuflessioni verso Sergio Marpionne, la nuova Sindone della Sacra Famiglia degli Agnelli.
Ormai anche le signore che passeggiano sotto i portici di piazza San Carlo hanno capito che il manager dal pullover sgualcito vuole \"marchionizzare\" l\'Italia facendo diventare la città di Cavour e di Gramsci quasi simile a quella Detroit dove regna l\'automobile e il numero dei barboni è superiore a quello degli operai.

Si conferma così l\'assunto preannunciato da Dagospia a luglio secondo il quale non è la Fiat che va a Detroit, ma è la Chrysler che si mangerà la Fiat. Il tutto avverrà tra gli applausi degli apologeti di Marpionne e perfino di quegli storici come Sergio Romano e Giuseppe Berta che hanno dimostrato di capire ben poco della politica industriale.

Per le signore torinesi l\'operazione del figlio del carabiniere Concezio non è ispirata alla \"saggezza pratica dei contadini\" (come ha scritto il braccio destro di Montezemolo, Carlo Calenda), ma a una logica di alta macelleria finanziaria dove sul banco ci sono il filetto di Fiat Auto, il controfiletto di Fiat Industrial e il polpettone di Chrysler nel quale con buona pace del grande sociologo tedesco Ulrich Beck (da non confondere con il cuoco dell\'Hilton Heinz Beck) alcuni diritti degli operai finiranno nello spezzatino.

JohnJohn Elkann alla Fiat di CassinoDIEGODIEGO DELLA VALLE

E le signore ridono quando qualche sindacalista ancora intorpidito dai cascami della lotta di classe, tira fuori il libro (\"Il grattacielo nel deserto\") scritto nel 1960 da Adalberto Minucci e Saverio Vertone in cui alla pagina 179 si cita la frase di Vittorio Valletta: \"la democrazia aziendale deve essere espressione e supporto della democrazia politica\".

Questa è roba vecchia e noiosa, come noioso è il ritornello sulla globalizzazione madre di tutte le ristrutturazioni. Molto più interessanti sono invece gli articoli in cui si parla dello stipendio di Marpionne sul quale sono volate cifre pazzesche. A mettere un po\' di ordine sui quattrini del mago della pioggia c\'è per fortuna Massimo Mucchetti, l\'editorialista principe del \"Corriere della Sera\" che con i suoi articoli attenti e critici dimostra di capirne più di tutti.

FiatFiat Italia di Koen Ivens

L\'ultimo è apparso ieri e spiega che dal 2005 al 2009 l\'italocanadese ha guadagnato 35,6 milioni (una media di 6,3 milioni l\'anno, pari a 1.037 volte lo stipendio di un suo dipendente medio), e in 70 mesi al vertice della Fiat, tra compensi e stock option ha accumulato un tesoretto di 255,5 milioni. È probabile che Mucchetti, autore del memorabile \"Licenziare i padroni?\" stia raccogliendo il materiale per scrivere un libro sull\'epopea dell\'ultimo erede di Henry Ford.

fiatfiat

Oltre a saper leggere i bilanci e i contratti stipulati tra Chrysler e Fiat, il 57enne giornalista bresciano è un ottimo ricercatore di pulci, ed è per questa abilità che riesce a spiegare come il Marpionne con la residenza fiscale nel cantone svizzero di Zug e con l\'abilità del \"macellaio\" della finanza, riuscirà a portare a casa enormi vantaggi personali.

Oggi SuperSergio sarà a Detroit per l\'inaugurazione del Salone dell\'Auto (un evento per il quale anni addietro si spostavano Luchino di Montezemolo, il parroco di campagna Maurizio Beretta, Carlo Rossella e altri amici). C\'è da sperare che nessuno gli abbia messo sotto gli occhi la pagina del \"Corriere della Sera\" dove si legge che finora 14.200 americani hanno chiesto informazioni della favolosa \"500\" sul sito della Fiat.
Troppo poco per conquistare l\'America.

 

 

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