LA FACCIA TOSTA CON CUI MARPIONNE È SCESO IN CAMPO IN FAVORE DI BOMBARDINO BOMBASSEI FA RIDERE QUANDO DICE: “È UN IMPRENDITORE DI ASSOLUTO VALORE CHE GUIDA UN’AZIENDA CHE DA ANNI FORNISCE PRODOTTI D’ECCELLENZA ALLA FIAT, ALLA FERRARI E DA QUALCHE TEMPO ALLA CHRYSLER” (PARADOSSALMENTE È UN BOOMERANG, VISTO L’ODIO DEI PICCOLI INDUSTRIALI VERSO LA FIAT CHE HA MOLLATO CONFINDUSTRIA) - LA PATATA BOLLENTE SIGMA TAU E’ DESTINATA A TORNARE CON GRANDE IMBARAZZO SUL TAVOLO DI AIRONE PASSERA  4- TURBOLENTE SEGATO PER ACEA, BEMPORAD VERSO GRANDE SOCIETÀ ITALIANA IN USA

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1- LA FACCIA TOSTA CON CUI MARPIONNE È SCESO IN CAMPO IN FAVORE DI BOMBARDINO BOMBASSEI FA RIDERE QUANDO DICE: "È UN IMPRENDITORE DI ASSOLUTO VALORE CHE GUIDA UN'AZIENDA CHE DA ANNI FORNISCE PRODOTTI D'ECCELLENZA ALLA FIAT, ALLA FERRARI E DA QUALCHE TEMPO ALLA CHRYSLER"
È stata una giornata calda, anzi caldissima, quella di ieri che ha visto Berlusconi arrivare al punto di inneggiare a Monti mentre la Marcegaglia e Marpionne sfoderavano le spade.

SERGIO MARCHIONNE EMMA MARCEGAGLIASERGIO MARCHIONNE EMMA MARCEGAGLIA

Anche per chi ama la dietrologia c'è materia per ingrassare ma la confusione regna sovrana ed è difficile capire tutte le ragioni che hanno indotto i tre personaggi in questione a creare il panico nei partiti e nel mondo dell'economia.

Forse vale la pena di liquidare subito la sparata del Cavaliere peccaminoso come l'ennesima operazione strumentale ai suoi interessi. La permanenza del Professore di Varese a Palazzo Chigi può servire ad alleggerire il peso delle sue grane che con un cambio di governo potrebbero aumentare invece di diminuire. Nei prossimi giorni si capirà di più sulle intenzioni di quest'uomo che vuole guadagnare tempo per arrivare al Quirinale. Più chiaro è invece il conflitto che si è riaperto all'improvviso tra la Marcegaglia e il manager dal pullover sgualcito che guida Chrysler-Fiat.

Per certi versi la sortita della presidente uscente di Confindustria, che ha sparato nelle viscere dei sindacati con parole che fanno godere il pessimo tandem Brunetta-Sacconi, appare buffa e riporta indietro l'orologio di due anni.

berlusconi montiberlusconi monti

In una sera di dicembre del 2010 la Emma e Marpionne che si trovavano a New York per i lavori del Consiglio per le Relazioni tra Italia e Stati Uniti, ebbero un duro confronto in un hotel di Manhattan durante il quale il manager italo-canadese dichiarò senza mezzi termini la sua intenzione di star fuori per un po' dal sistema confindustriale.

La signora di Mantova incassò lo schiaffo con amarezza e dopo quasi un anno (il 3 ottobre 2011) fu costretta a leggere la lettera in cui Marpionne ufficializzava l'uscita di Fiat dall'Associazione degli imprenditori "con effetto dal 1° gennaio 2012". Alla base di questa scelta c'era l'accusa alla Confindustria di aver firmato il 21 settembre un accordo interconfederale che limitava fortemente la flessibilità.

MAURIZIO SACCONI RENATO BRUNETTAMAURIZIO SACCONI RENATO BRUNETTA

Adesso la Marcegaglia, che per due anni è stata messa in grande difficoltà, si decide alle soglie della sua uscita da viale dell'Astronomia di voler lasciare un segno forte per non essere scavalcata dal Governo e dal quel mondo delle imprese che considera l'articolo 18 la madre di tutte le battaglie.

Questa sparata della Emma porta acqua al mulino del manager dal pullover sgualcito che per due anni si è dedicato a ridurre drasticamente l'occupazione e a mettere alle corde il sindacato dismettendo gran parte delle attività nel Paese.

Nella sua biografia si legge che oltre ad amare le stock options che si merita per la genialità, ha l'hobby dell'hockey sul ghiaccio, della musica classica e del poker. Al tavolo verde di ieri si è seduto con l'idea precisa di rilanciare e lo ha fatto tirando fuori la carta di Bombassei, l'imprenditore che insieme al chimico Squinzi corre per la poltrona di Confindustria.

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Tra pochi giorni sapremo dalla bocca dei saggi che stanno raccogliendo le indicazioni delle diverse componenti di Confindustria se la "mano" è stata giocata in ritardo, ma l'effetto per il momento è destinato a interrompere quella che fino a ieri sembrava la cavalcata inarrestabile di Giorgio Squinzi.

Il modo con cui Marpionne è sceso in campo in favore del patron di Brembo fa ridere quando dice: "è un imprenditore di assoluto valore che guida un'azienda che da anni fornisce prodotti d'eccellenza alla Fiat, alla Ferrari e da qualche tempo alla Chrysler".

Giorgio SquinziGiorgio Squinzi

Qui sembra davvero che gli orologi della storia si siano fermati perché nemmeno ai tempi dell'Avvocato e di Romiti nessuno aveva fatto un endorsement così sfacciato nei confronti di "un fornitore" del Gruppo torinese. E si ride ancora di più quando il giocatore di poker Marpionne fa calare la sua carta dicendo: "Bombassei è un uomo aperto al dialogo, all'innovazione e al cambiamento".

Ora, senza nulla togliere al merito del 72enne imprenditore di Bergamo, ci vuole una bella faccia tosta per definirlo un uomo aperto al dialogo perché tutti sanno, a Bergamo Alta come nelle parti più basse del Sud, che Bombassei ha il profilo di un falco dalla mano pesante e dalle idee modeste. Forse Marpionne nella sua frenesia di grande viaggiatore non ha avuto il tempo di leggere il manifesto con il quale il patron di Brembo è sceso in campo e di valutare i toni e le parole con i quali si sta svolgendo la battaglia per la presidenza di Confindustria.

JOHN ELKANNJOHN ELKANN

E qui ha ragione Luchino di Montezemolo quando nell'intervista concessa oggi a "La Stampa" fa capire che il confronto tra i due candidati alla presidenza ricorda molto le scaramucce dei "professionisti" della Confindustria sui numeri e sulle tessere che hanno segnato la storia dei partiti.

Tutto questo al manager dal pullover sgualcito non interessa. In altri tempi per conto della Fiat parlava Romiti e faceva il duro, ma si sapeva che l'ultima parola l'aveva l'Avvocato; ora invece parla Marpionne, e si sa che nessun Elkann oserà mai intervenire per esprimere uno straccio di opinione.

Dietro Marpionne non c'è nessuno se non le banche e quel mondo della finanza che sta sostenendo la Fiat in Italia e nella sua avventura americana. Per questo entourage del credito e della finanza la battaglia per la Confindustria non ha alcun interesse, serve casomai per allontanare un attimo l'accusa di essere l'untore della crisi che ha avvolto il Paese.

Claudio_CavazzaClaudio_Cavazza

Il tiro si è spostato e si sfoderano le spade. Chi pensava di cavalcare è stato scavalcato. E quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare.


2- LA PATATA BOLLENTE SIGMA TAU È DESTINATA A TORNARE CON GRANDE IMBARAZZO SUL TAVOLO DI PASSERA
È sempre più rumorosa la protesta dei 567 dipendenti di Sigma Tau che sono stati messi in cassa integrazione e non riescono a capire il loro destino.

La crisi dell'azienda farmaceutica creata nel 1957 da Claudio Cavazza, un amico di Carletto De Benedetti, si è colorata di tinte fosche per colpa del fisco che in un documento di 117 pagine ha accusato l'azienda di utilizzare procedure particolarmente sofisticate per evadere il fisco. Il giochetto dei bilanci in passivo per ottenere la cassa integrazione è venuto alla luce insieme a una serie di trasferimenti illeciti a una consorella estera con sede a Madeira, e la furbata è venuta alla luce chiamando in causa il ruolo di IntesaSanPaolo e del Superministro Passera.

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Per ritrovare le tracce della presenza di Intesa bisogna risalire a novembre 2009 quando Sigma Tau acquistò per 327 milioni la società americana Enzon grazie a un prestito della banca guidata allora da Corradino Passera. L'attenzione dell'Istituto milanese si è poi manifestata anche attraverso l'acquisto del 5% dell'azienda laziale a condizione che fosse messa in vendita o quotata in Borsa. A muoversi dietro le quinte oggi sono due personaggi legati a Passera. Il primo è Paolo Cavazza, residente a Lugano e amico da tempo di Corradino, che dopo la morte del fratello Claudio sta gestendo insieme ai figli del defunto imprenditore le sorti della società.

GUIDO TUGNOLIGUIDO TUGNOLI

C'è però un secondo personaggio che ha un ruolo meno visibile, ma importante nelle manovre per la discussa ristrutturazione dell'azienda con la quale si intende spostare il baricentro di Sigma Tau negli Stati Uniti. Si tratta di Guido Tugnoli, titolare della società "Team Four Partners" che ha messo in piedi nel 2008 insieme ad altri quattro ex vicepresident di JP Morgan dove anche lui lavorava.

Il nome di Tugnoli appare nell'attuale consiglio di amministrazione di Sigma Tau ma è già spuntato anni fa in alcune vicende sulle quali ha indagato la Procura di Milano. La più clamorosa è stata quella inerente i bond Cirio dove oltre a Geronzi, Cragnotti e a un paio di altri personaggi, era scritto in bella vista anche il nome di Corradino Passera.

Adesso la patata bollente dell'azienda farmaceutica è destinata a tornare con grande imbarazzo sul tavolo del suo ministero.

ALBERTO NAGELALBERTO NAGEL


3- MEDIOBANCA 
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che ai piani alti di Mediobanca stanno aspettando in questo momento e con grande attenzione l'esito dell'incontro che Matteuccio Arpe avrà oggi all'Isvap per spiegare le sue intenzioni in merito all'attacco condotto dal tandem Palladio-Sator sulla FonSai di Totuccio Ligresti.

A Mediobanca, che è impelagata fino al collo con un miliardo di prestiti al costruttore siciliano, interessa conoscere le reali intenzioni di Arpe che ha sempre avuto un rapporto conflittuale con il pallido Alberto Nagel.

 

turbolente foto mezzelani gmtturbolente foto mezzelani gmt


4- TURBOLENTE SEGATO PER ACEA, BEMPORAD PRESO IN CONSIDERAZIONE DA UNA GRANDE SOCIETÀ ITALIANA CHE OPERA NEGLI STATI UNITI
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che il piccolo universo delle relazioni esterne sta seguendo il percorso di due colleghi.

Il primo è Simone Turbolente, il 35enne ex-capo ufficio stampa di Alemanno che sembra essere stato definitivamente segato per la poltrona dell'Acea. Da un momento all'altro potrebbe saltar fuori il nome dell'uomo (qualcuno dice, della donna) che andrà a gestire il budget dell'utility capitolina.

Simone BemporadSimone Bemporad

I pettegolezzi riguardano anche il futuro di Simone Bemporad, l'uomo che Guarguaglini aveva piazzato a Washington e che pare destinato a lasciare il Gruppo. Nei corridoi di piazza Monte Grappa, dove regna una grande euforia per i rialzi in Borsa degli ultimi quattro giorni, corre voce che il curriculum di Bemporad comunque sia stato preso in considerazione da una grande società italiana che opera negli Stati Uniti".

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