1- PROFUMO DI ORCEL! VUOI VEDERE CHE L’EREDE DI MISTER ARROGANCE ARRIVA DA WALL STREET E NON DA TRIPOLI O DA MONACO DI BAVIERA? ORCEL È IL BANCHIERE CHE - FINì DENTRO L’INCHIESTA DI CUOMO SUI BONUS AI 700 BANCHIERI DI MERRILL LYNCH CHE TUTTI INSIEME SI ERANO SPARTITI 3,6 MILIARDI$ E L’EX-PRESIDENTE DELLA FED, PAUL VOLCKER, DISSE PAROLE FEROCI CONTRO ORCEL CHE AVEVA IDEATO LA FUSIONE TRA MERRILL E BANK OF AMERICA DA CUI USCì CON UNA MEGALIQUIDAZIONE DI 33,8 MILIONI $ PERCEPITA NEL 2008, L’ANNO IN CUI MERRILL LYNCH REGISTRÒ UN BUCO DI 27 MILIARDI $ - 2- LE ZERO-CHANCES DI GRILLI, COSTAMAGNA, GALLIA - “SOLUZIONE PONTE” CON NICASTRO? - 2- CONFINDUSTRIA, PARTE LA BATTAGLIA PER LA SUCCESSIONE ALLA MARCEGAGLIA. GRANDI MANOVRE DI AURELIO REGINA IN NOME DELLA LOBBY MONTEZEMOLO-ABETE-DELLA VALLE - 3 - VIVA LA FRANCE! VINCENT BOLLORÉ, AZIONISTA DI MEDIOBANCA E GENERALI, METTE LE MANI SUL BUDGET PUBBLICITARIO, çA VA SANS DIRE, DI MEDIOBANCA E GENERALI

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1 - PROFUMO DI ORCEL. VUOI VEDERE CHE L\'EREDE DI MISTER ARROGANCE ARRIVA DALL\'AMERICA E NON DA TRIPOLI O DA MONACO DI BAVIERA? GRILLI, COSTAMAGNA, GALLIA

Sabina Sabina Ratti e Alessandro Profumo

A Milano giurano di aver visto sfrecciare lungo i Navigli la Ducati rossa di Sabina Ratti, la moglie di Alessandro Profumo con a bordo il marito che cantava a squarciagola.
Di ragioni per essere felici i due coniugi ne hanno tante dopo la strepitosa liquidazione di 40 milioni sulla quale la Banca d\'Italia vuole vederci chiaro. Qualcuno dovrebbe preoccuparsi anche dei 160mila dipendenti di Unicredit sparsi in 22 paesi che sono sulle spine in attesa del loro destino.

VincentVincent Bollore e Alberto Nagel foto LaPresse

Nelle 9.787 filiali italiane e nel quartier generale di piazza Cordusio si teme soprattutto che la prima banca italiana possa fare la fine di Abn Amro, il colosso olandese che fino al 2006 voleva conquistare il mondo, e poi è finito in uno spezzatino che l\'ha messo fuorigioco. C\'è poi la questione del \"Bancone\" che deve partire il 1° novembre e in nome del quale sono saltate 180 poltrone di presidenti e consiglieri.

FABIOFABIO GALLIA E MOGLIE ANNALISA

L\'attenzione è rivolta al Consiglio di amministrazione che si terrà a Varsavia alla fine del mese e dal quale dovrebbe uscire il nome del successore dell\'ex-boyscout genovese. Adesso interessa poco sapere il nome dei congiurati che lo hanno costretto a rimettere le penne. Ciò che interessa in questo momento ai 47mila dipendenti in Italia e alle prime linee della banca è la short list, cioè la rosa dei candidati alla successione che giorno per giorno si sta asciugando.

Dalla lista sono già caduti per strada i nomi del pallido Alberto Nagel e di Fabio Gallia, il calvo 47enne di Alessandria che alla fine del 2007 è andato a guidare BNL. A Roma dicono maliziosamente che in casa Gallia ci sia ancora una certa agitazione. La moglie lavora nel Fondo Kairos e cura gli interessi di Benedetta Geronzi.

BENEDETTABENEDETTA GERONZI

I rapporti della famiglia Gallia con il presidente di Generali hanno avuto dimostrazioni recenti: basti dire che nel dicembre scorso Bernabò Bocca, marito di Benedetta Geronzi, è entrato nel Consiglio di amministrazione di Findomestic, una società specializzata nel credito alle famiglie e da poco acquistata dalla stessa BNL che Fabio Gallia dirige.

Nessuno però scommette 1 euro sulle chances del buon Gallia, un uomo allevato da Matteuccio Arpe in Capitalia, che oggi stenta a riconoscere la \"paternità professionale\" che si è guadagnato lavorando agli ordini del giovane Arpe.

MATTEOMATTEO ARPE FRIENDS

D\'altra parte, in questa battaglia per il \"nuovo\" Profumo, assume un ruolo fondamentale la ricerca di un vero banchiere dal profilo internazionale che non appartenga alla schiera dei magnifici banchieri d\'affari. Occorre qualcosa di più, e di questo sembra essere consapevole Claudio Costamagna quando dice che al limite potrebbe fare anche il presidente di Unicredit ma non il capo della macchina.

ClaudioClaudio Costamagna

Forse nelle orecchie dell\'ex-Goldman Sachs c\'è ancora l\'eco delle parole pronunciate l\'8 luglio scorso dal suo amico Geronzi a margine dell\'Assemblea dell\'Ania. In quell\'occasione il presidente di Generali disse: \"i banchieri d\'affari vanno in giro per fare affari, ma come diceva Cuccia, anche per fare gli affari loro. Noi li consideriamo, li rispettiamo, ma per dirla con le parole di Cossiga, ne siamo distinti e distanti\".

Se questo assunto è ancora valido bisogna depennare Costamagna dalla shortlist e concentrarsi sui tre nomi dei possibili candidati. Dal cilindro è uscito ieri il nome di Grilli, il direttore generale del Tesoro che ha 53 anni (come Profumo) e un curriculum di tutto rispetto. La sua è un\'esperienza soprattutto di grand commis dello Stato, ma tra il 2001 e il 2002 ha lavorato a Londra al Credit Suisse First Boston, una banca che ha conosciuto e di cui si è avvalso nella stagione delle privatizzazioni scattata con Ciampi e Draghi.

GERONZIGERONZI

Al ministero di via XX Settembre dicono che i rapporti di Grilli con la struttura e con il ministro Giulietto Tremonti siano piuttosto tesi, ma sembra difficile immaginare che Giulietto voglia privarsi del suo braccio destro prima di aver visto come butta la sorte del governo. Se scoppia la crisi e si va alle elezioni, allora il ministro, che fino a poco tempo fa considerava Grilli candidato ideale per la Banca d\'Italia, potrebbe mettere da parte qualsiasi obiezione e piazzare il suo direttore generale sulla poltrona di piazza Cordusio.

L\'operazione però ha bisogno di tempo ed è questa la ragione per cui nelle ultime ore si è parlato di una \"soluzione ponte\" che affiderebbe le sorti di Unicredit al candidato interno Roberto Nicastro.

cossigaPPcossigaPP

In favore di questa ipotesi gioca la conoscenza che il 46enne manager (rimasto fedele fino all\'ultimo a Profumo) ha accumulato sull\'immenso corpaccione della banca, dove bisogna gestire il famoso \"bancone\" e l\'esodo di 4.700 dipendenti. Sarebbe una soluzione di continuità, comunque provvisoria, che potrebbe anche andar bene ai soci italiani, libici, tedeschi e americani, desiderosi comunque di trovare prima o poi un uomo di standing internazionale accettabile alla City come a Wall Street.

GIULIOGIULIO TREMONTI

In questa logica è spuntato all\'improvviso il nome di Andrea Orcel, un romano di 47 anni di cui le cronache della finanza si erano raramente occupate. A metterlo sulla scena è stato il massiccio vicepresidente di Unicredit, Fabrizio Palenzona, che ieri poco prima delle 16 ha accompagnato Orcel nella sede di un noto studio legale. Insieme a loro c\'era anche Paolo Blasi, il presidente della Fondazione Cariverona che vuole scrollarsi di dosso l\'immagine di un banchiere provinciale di bassa Lega.

Di questo Orcel, semisconosciuto in Italia e dal carattere molto riservato che gli ha guadagnato la fiducia di Alessandro Profumo, si comincia a tracciare il profilo. In America e a Londra ne sanno molto di più perché è diventato famoso quando pilotò la banca d\'affari Merrill Lynch tra le braccia di Bank of America. E di lui si è ironizzato sui giornali e sul sito del \"Financial Times\" per la megaliquidazione di 33,8 milioni di dollari percepita nel 2008, l\'anno in cui Merrill Lynch registrò un buco di 27 miliardi di dollari.

GrilliGrilli

L\'episodio portò addirittura Andrew Cuomo, Procuratore Generale di New York, a mettere il nome di Orcel dentro l\'inchiesta sui bonus ai 700 banchieri di Merrill Lynch che tutti insieme si erano spartiti 3,6 miliardi di dollari. E l\'ex-presidente della Fed, Paul Volcker, disse parole feroci contro il banchiere che aveva ideato la fusione tra Merrill e Bank of America.

Forse vale la pena di ricordare che Bank of America è la stessa banca che possiede il 34% di BlackRock, il Fondo statunitense che a sua volta possiede poco più del 4% di Unicredit.
Vuoi vedere che l\'erede di Mister Arrogance arriva dall\'America e non da Tripoli o da Monaco di Baviera?

AndreaAndrea Orcel

2 - LO SMONTEZEMOLATO AURELIO REGINA IN PISTA: BATTAGLIA PER LA SUCCESSIONE ALLA MARCEGAGLIA
Gli imprenditori di Confindustria stanno arrivando a Genova dove ai Magazzini del Cotone la Marcegaglia ha organizzato due giorni di dibattito sui temi della competitività.
Uno dei primi ad arrivare è stato Aurelio Regina, il presidente degli Industriali romani che non fa mistero di avere una sua \"vision\" della Confindustria ben diversa dalla realtà di viale dell\'Astronomia.

Per saperne di più sulla strategia di questo 47enne foggiano, partner di Egon Zehnder e presidente del Sigaro Toscano, bisogna leggere l\'articolo che appare oggi sul \"Mondo\" con il titolo \"Confindustria tutta da rifare per Regina\".

AndrewAndrew Cuomo

Il giornalista che ha firmato il pezzo è Filippo Astone, un nome che non si può pronunciare nei corridoi di Confindustria perché è l\'autore del libro \"Il partito dei padroni\" in cui ha fatto una durissima requisitoria dell\'apparato confindustriale. Dal suo pezzo si capisce che Regina ha chiesto alla società di consulenza Ksf guidata dal suo amico Andrea Galanti, di disegnare il modello della nuova Confindustria, più federale, più efficiente, più snella e con una rappresentanza garantita attraverso la fusione delle varie confindustrie provinciali.

PaulPaul Volcker

L\'imprenditore foggiano sta cercando da tempo di tradurre in pratica questo modello nel Lazio dove trova la resistenza e le perplessità della Confindustria di Latina e di Rieti. È chiaro come il sole che questa è la piattaforma sulla quale cerca di raccogliere consensi in vista della battaglia per la successione alla Marcegaglia. I tempi sono ancora lunghi ma il sasso nello stagno Regina ha voluto gettarlo reduce da un\'altra battaglia, quella per la presidenza della Camera di Commercio che si è svolta pochi giorni fa.

AURELIOAURELIO REGINA E MOGLIE

È stato uno scontro furibondo perché fino al giorno prima il sindaco dalle scarpe ortopediche, Alemanno, e la Polverini tiravano la volata a Cesare Pambianchi, presidente di Confcommercio. Nella notte della vigilia è arrivata una telefonata della Marcegaglia per favorire una soluzione unitaria che è stata trovata nel compromesso tra Giancarlo Cremonesi e Lorenzo Tagliavanti. Il risultato è stata la nomina per due anni dell\'uomo di Caltagirone (Cremonesi), al quale succederà tra due anni il Tagliavanti, leader delle piccole imprese e ben visto dalla sinistra.

MarcegagliaMarcegaglia

3 -BOLLORÉ, AZIONISTA DI MEDIOBANCA E GENERALI, METTE LE MANI SUL BUDGET PUBBLICITARIO DI MEDIOBANCA E GENERALI
Avviso ai naviganti: \"Si avvisano i signori naviganti che il finanziere franco-bretone Vincent Bollorè, che siede come vicepresidente in Generali ed è socio di Mediobanca, è molto contento per aver portato a casa il budget milionario della pubblicità di \"CheBanca!\".

CESARECESARE PAMBIANCHI

Bollorè ha assicurato ieri che aumenterà la sua partecipazione a Piazzetta Cuccia e in Generali dove conta di mettere le mani con il suo gruppo multimediale Havas, anche sul budget pubblicitario del Leone di Trieste\".

 

 

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