1- TREMENDINO TREMONTI NON HA LE PROVE CHE LE DUE TRAPPOLE DELLA MANOVRINA E DELLE RIFORME PRESENTATE DALL'ESUBERANTE CALDEROLI A NAPOLITANO, SIANO STATE PREPARATE SCIENTIFICAMENTE A PALAZZO CHIGI, MA SA CHE IL SUO FUTURO DI LEADER PDL AFTER-SILVIO PASSA ATTRAVERSO UN ACCORDO CON IL GENTILUOMO DI SUA SANTITÀ GIANNI LETTA CHE STA LAVORANDO PER PORTARE SILVIO AL QUIRINALE
Chi l'ha visto al Convegno confindustriale di Parma e ieri nel workshop dell'Aspen Institute organizzato dallo Studio Ambrosetti, dice che Giulietto Tremonti ha l'aria piuttosto dimessa e preoccupata.
Sicuramente ha abbassato i toni che aveva usato all'indomani delle Regionali quando sembrava volesse cavalcare il federalismo fiscale come la spada della Lega, il partito che lo ha adottato come un leader. Dopo l'affollato vertice di Arcore al quale ha partecipato perfino il figlio "trota" del pescecane Bossi, il ministro dell'Economia deve aver sentito puzza di bruciato, un odore acre e forte che ricorda vagamente quello del napalm.
L'analogia non deve sembrare impropria perché lo scenario politico che si apre dentro la carovana del Pdl dopo le elezioni, fa pensare a tre anni di Vietnam dove assisteremo a un gioco al massacro tra i politici che sgomitano per raccoglierne l'eredità di Berlusconi.
bossi padr e figlio BGiulietto è troppo furbo per non capire che il certificato d'adozione della Lega rischia di ingessarlo dentro una camicia troppo stretta per le sue ambizioni. Negli ultimi tempi ha portato avanti una politica del rigore che è stata applaudita in Europa e si è mosso con cautela e determinazione per costruirsi una piattaforma di potere. Così ha fatto con le grandi banche eccitando le voglie delle Fondazioni azioniste, e nella vicenda Mediobanca-Generali si è ben guardato dal compromettere un'intesa già benedetta dal Sultano di Palazzo Chigi.
Silvio Berlusconi sonnoIdentico stile ha usato nei confronti degli enti e delle società pubbliche decapitando Massimo Varazzani dal vertice della Cassa Depositi e Prestiti per sostituirlo con Giovanni Gorno Tempini. Probabilmente si è fatta largo dentro il suo cervello creativo l'idea di essere ormai diventato un uomo "totus politicus" che parla inglese e gioca tra la paura dei conti economici e la speranza della ripresa con l'appoggio del Carroccio che fino a ieri lo considerava "un leghista con la tessera di Forza Italia".
La puzza di bruciato l'ha sentita per i due trappoloni che sono venuti alla luce del sole quando una mano misteriosa ha fatto circolare la notizia di un'indispensabile manovrina da 5 miliardi e ha messo in giro una delle cinque copie della bozza di riforme istituzionali preparata da Roberto Calderoli.
Massimo VarazzaniQuest'ultimo sta vivendo un momento di gloria e il suo faccione da chirurgo maxillofacciale (questo è il suo titolo accademico) sprizza vanità da tutti i pori. Giulietto è troppo furbo e astuto per non capire il gioco del leader Umberto Bossi che ha tutto l'interesse a mandare avanti i suoi ministri per alzare il prezzo nei confronti del Cavaliere.
E sa bene che anche dentro la Lega c'è qualcun altro come Roberto Maroni che ha capito queste intenzioni strumentali e si tiene coperto. Il ministro varesino dell'Interno è entrato in politica nel '71 tra le fila di Democrazia Proletaria, poi suonando con la sua rock-blues-band è approdato nel '90 tra le file della Lega dove è diventato un vero protagonista.
GORNO TEMPINIBasta vedere le dichiarazioni di oggi dove sostiene che il Partito Democratico è indispensabile per le riforme, per capire che il 55enne Maroni è abile in politica e non ci sta a entrare nel Vietnam del Popolo delle Libertà.
La lotta di potere e di leadership è appena all'inizio e la strada per Giulietto è tutta in salita perché oltre a guardarsi le spalle dovrà tener d'occhio i conti dello Stato e dare concretezza al sogno del federalismo fiscale. Ma il compito principale di questo profeta che piace tanto a Gad Lerner e perfino in Vaticano, sarà di misurarsi frontalmente con il Gentiluomo di Sua Santità, Gianni Letta, il gran ciambellano di Palazzo Chigi che alla tenera età di 75 anni è il vero dominus del Governo.
lbrtrlntn19 roberto calderoliCostui non è un politico adottato, ma un politico consumato nel senso di un potere che continua a esercitare dietro le quinte. L'ex-giornalista di Avezzano non parla inglese, non scrive libri, non sfoggia una creatività esuberante e non cade in quel falò della vanità che in alcuni casi ha bruciato le penne di Giulietto Tremonti. È lui con le sue mediazioni incessanti a tenere le fila con il Vaticano, dove i peccati di papi-Silvio rispetto a quelli dei preti pedofili sembrano virtù, ed è sempre lui l'inossidabile uomo che controlla i servizi segreti e tiene ferme le bocce del potere finanziario e industriale.
Ne sanno qualcosa all'Eni, Enel e Finmeccanica dove (soprattutto per quest'ultima) circolano voci destabilizzanti che Letta si preoccupa di soffocare con prontezza. Giulietto non ha le prove che le due trappole della manovrina e delle riforme presentate dall'esuberante Calderoli a Napolitano, siano state preparate scientificamente a Palazzo Chigi, ma sa che il suo futuro passa attraverso un accordo con il Gentiluomo di Sua Santità che sta lavorando per portare Silvio al Quirinale.
ROBERTO MARONI2. DOPO IL RITIRO DELL'ADVISOR MEDIOBANCA, LA PALLA È PASSATA NELLE MANI DEL LONGOBARDO PROFUMO, TIFOSO SFEGATATO DELL'INTER CHE DOVRÀ DECIDERE SE CALARE LA SCURE SU ITALPETROLI OPPURE RICAPITALIZZARLA PER SALVARE GLI ASSET E LA ROMA
Oggi Alessandro Profumo varerà la squadra di Unicredit con la nomina di un centrocampista che i giornalisti economici chiamano country manager.
L'operazione va in porto in maniera meno dolorosa di quanto si pensasse e il banchiere genovese ne esce tutto sommato da vincitore. Le pretese delle Fondazioni azioniste per il momento sono state appagate e il prezzo pagato alla politica dall'ex-boyscout ed ex-McKinsey non è tale da compromettere il suo potere.
Con l'operazione che sarà varata dal Consiglio di amministrazione Profumo potrà dire di avere indossato la maglietta della Nazionale che va ad aggiungersi a quella di banchiere europeo. C'è però una terza maglietta che Mister Arrogance potrebbe vestire a giugno ed è quella della Roma, la squadra controllata da Rosella Sensi. In estate verrà al pettine il destino di Italpetroli, la holding sommersa da 330 milioni di debiti che potrebbe chiudere il bilancio 2009 con una perdita di 35 milioni.
GIANNI LETTAUn articolo puntuale di "Repubblica" lascia intravedere che quell'appuntamento sarà decisivo per il destino dell'impero creato da Franco Sensi e gestito dalle tre figlie Rosella, Maria Cristina, Silvia. A quanto sembra la società di certificazione Bdo, costituita da 13 partners nel 1965, sta guadagnando tempo sul bilancio e - come scrive il giornale - non è esclusa l'ipotesi del fallimento di Italpetroli.
Dopo il ritiro dell'advisor Mediobanca, la palla è passata nelle mani del longobardo Profumo, tifoso sfegatato dell'Inter che dovrà decidere se calare la scure su Italpetroli oppure ricapitalizzarla per salvare gli asset e la Roma. Il dilemma non è affatto semplice perché se la squadra di Totti dovesse vincere il Campionato, il valore complessivo di AS Roma andrebbe ben oltre i 100 milioni di euro già assicurati da sponsor, diritti televisivi, merchandising e Champions League.
ALESSANDRO PROFUMO - copyright PizziNel quartier generale di Unicredit sanno che nella famiglia Sensi le opinioni si scontrano perché la 39enne Rosella, a differenza delle sue sorelle, è disposta a svendere ciò che rimane di Italpetroli per valorizzare al massimo la "Magica". Anche se a Piazza Cordusio dicono che comunque vada il Campionato la banca dovrà riprendersi i suoi soldi, è facile immaginare che Profumo voglia evitare la guerra civile.
Anzi, in caso di vittoria finale della Roma sarà in prima fila per ammirare nell'apoteosi del Circo Massimo le curve di Sabrina Ferilli e Hillary Totti.
3- DIO SOLO SA PERCHÉ IL MONTEZEMOLATO AURELIO REGINA, INSIEME A MORETTI, GUARGUAGLINI, DE RITA E ALTRE DECINE DI INVITATI, ABBIA SENTITO IL BISOGNO DI DEDICARE UNA SERATA DI GALA A UN PERSONAGGIO INCOLORE E INSAPORE COME L'EX-GIORNALISTA TAJANI CHE LA FORTUNA HA PORTATO A BRUXELLES
Non c'è pace per Aurelio Regina, il presidente degli Industriali Romani che produce i sigari e scalda le gambette con Montezemolo per la successione alla Marcegaglia.
Dopo una breve parentesi dovuta alla morte del fratello Antonio, ieri sera ha fatto gli onori di casa all'Auditorium del Gonfalone per festeggiare il rinnovo del mandato europeo di Antonio Tajani. Dio solo sa perché l'imprenditore del tabacco, insieme a Moretti, Guarguaglini, De Rita e altre decine di invitati, abbia sentito il bisogno di dedicare una serata di gala a un personaggio incolore e insapore come l'ex-giornalista Tajani che la fortuna ha portato a Bruxelles.
Ma questo è solo l'antipasto della settimana che vedrà protagonista l'irrequieto Regina. A partire da venerdì sera inizia una tre-giorni in piazza del Popolo organizzata dal "Comitato per Roma 2020" che dovrà coinvolgere i romani nel lancio della candidatura della Capitale alle Olimpiadi.
Il programma è una miscela di musica e sport che prevede un grande concerto per sabato sera e manifestazioni sportive dentro il Villaggio dello Sport costruito nella piazza con i soldi di Unicredit, Acea, Lottomatica, Terna e del Poligrafico dello Stato. Alla kermesse parteciperà il sindaco dalle scarpe ortopediche Gianni Alemanno accompagnato sicuramente da Paolo Glisenti e dalla massaia neo-Governatrice della Regione Lazio, Renata Polverini.
ferilli sabrina max 007totti francesco boro01C'è da chiedersi perché il montezemolato Regina non si dia una calmata e guardi con più attenzione ai drammatici problemi delle imprese locali.
4- SI AVVISANO I SIGNORI NAVIGANTI CHE NEI CORRIDOI DELLA CORTE DEI CONTI SI PARLA CON INSISTENZA DI UN INTERVENTO DEI MAGISTRATI CONTABILI SULLE GARE E SULLE CONSULENZE DISTRIBUITE A PIOGGIA DAL CAMPIDOGLIO
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che nei corridoi della Corte dei Conti si parla con insistenza di un intervento dei magistrati contabili sulle gare e sulle consulenze distribuite a pioggia dal Campidoglio.
Secondo i rumors il faro della Corte si accenderà soprattutto sui numerosi incarichi affidati ai privati dalla Giunta capitolina senza alcuna gara".