ALTRO CHE CASHBACK! LE VENDITE NATALIZIE NEI NEGOZI SONO CROLLATE DEL 30-50%: GLI ITALIANI HANNO PRESO D’ASSALTO LE VIE DELLO SHOPPING MA SOLO PER PRENDERE UNA BOCCATA D’ARIA E HA COMPRATO I REGALI ONLINE - CON LA CHIUSURA DEL 24 DICEMBRE DECISA DAL GOVERNO C'È STATO UN ALTRO 10-20% IN MENO DI VENDITE – QUANTI SOPRAVVIVERANNO? NEL 2020 SONO GIÀ SPARITE QUASI 400MILA IMPRESE...

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1 – REGALI, 25 DICEMBRE FLOP (A PARTE TABLET E TELEFONI). E ORA TIMORI PER LA BEFANA

Da www.corriere.it

 

SHOPPING DI NATALE A MILANO

Nonostante le vie dello shopping prese d’assalto, i commercianti lamentano un Natale peggiore del previsto. Perfino la sempre cauta Confcommercio parla di un quadro al di sotto dei calcoli effettuati prima del 24 dicembre, quando si prevedeva un calo dei fatturati del 18% : «Abbiamo intervistato molti negozianti - dice il direttore Romolo Guasco - e c’è stata una diminuzione delle vendite natalizie del 30%, in alcuni casi anche del 50%».

 

SHOPPING DI NATALE A ROMA

Il crollo soprattutto nell’abbigliamento, dove per la Confesercenti si arriva a una diminuzione del 60%, mentre sono andati bene, causa lockdown, gli articoli per la casa (+2%) e soprattutto l’elettronica: grazie a smart working e acquisto di computer, è salita del 10%.

 

ROMOLO GUASCO

«Erano anni che non si vedeva così tanta gente in giro - spiega la presidente della Cna Commercio Giovanna Marchese Bellaroto - e in un altro momento avrebbe potuto generare un incremento notevole delle vendite natalizie.

GIOVANNA MARCHESE BELLAROTO

 

Ma noi non stiamo vivendo un Natale normale, e la spesa per i regali è scesa moltissimo: se prima si acquistava per 100 euro, questa volta lo si è fatto per 30-40 euro. E abbiamo perduto il 24 dicembre che è sempre stato un giorno molto importante: con la chiusura abbiamo avuto un altro 10 o 20% in meno».

 

Tutti puntano il dito contro le vendite online, che con le restrizioni dovute alla pandemia «sono state di fatto incentivate», sostengono sia la Cna sia la Confesercenti, «mentre nove piattaforme su dieci sono estere e non pagano neppure le tasse in Italia», afferma il presidente della Confesercenti Valter Giammaria.

extra cashback di natale

 

E secondo Bellaroto, nonostante «nelle due ultime settimane dal Natale si sia speso nei negozi sotto casa, i commercianti hanno avuto anche problemi nelle consegne per il collasso della logistica, in particolare su Roma».

 

Un altro fattore negativo per Giammaria è stata la chiusura serale di bar e ristoranti: «Dopo le 18 - dice - è stato inutile restare aperti, tanto non girava più nessuno». Entrambi additano le prossime chiusure per Capodanno e la Befana come un altro fattore di perdita, soprattutto per i negozi di giocattoli «che in questi giorni fanno il 30% del fatturato del mese».

 

JEFF BEZOS BABBO NATALE

Ma se l’abbigliamento è crollato - e ora si spera in una piccola ripresa il 12 gennaio, quando partiranno i saldi, che «restano una tradizione molto forte - ricorda il presidente della Confesercenti - e anche se ci sono stati già sconti in molti li aspettano per fare gli acquisti invernali» - sono andati bene i prodotti alimentari, che hanno registrato lo stesso fatturato dell’anno scorso, i giochi elettronici (più 3% ) gli articoli per la casa (più 2%), gli abbonamenti alle piattaforme streaming (più 10%), mentre sono calati vertiginosamente i prodotti per la cura della persona (-25% i trattamenti di bellezza) e gli abbonamenti a spettacoli o concerti (-25%).

 

«Bisogna buttarsi il Natale dietro le spalle e ragionare sulla ripresa - aggiunge Guasco - . In prospettiva ci sono due cose che vanno fatte: le aziende devono poter avere garanzie pubbliche nell’accesso al credito e devono poter contare sul differimento delle scadenze fiscali se non sull’annullamento di alcune impossibili da saldare. Come la Tari che va dimezzata del 50% . E poi speriamo che non si prendano più provvedimenti di chiusura». Il rischio, secondo Giammaria, è che «se dall’inizio della pandemia a oggi hanno chiuso seimila imprese in tutti i settori del commercio e dell’artigianato, in mancanza di agevolazioni fiscali le aziende che chiuderanno arriveranno al 25%».

NATALE SHOPPING

 

2 – COVID E CALO DEI CONSUMI, CONFCOMMERCIO: “SPARITE OLTRE 390MILA IMPRESE IN UN ANNO”

Da www.lastampa.it

 

L'effetto combinato del Covid e del crollo dei consumi del 10,8% (pari a una perdita di circa 120 miliardi di euro rispetto al 2019) ha spinto alla chiusura oltre 390.000 imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato nel 2020, fenomeno non compensato dalle 85.000 nuove aperture. Questa la stima sulla nati-mortalità delle imprese del commercio non alimentare, dell'ingrosso e dei servizi dell'Ufficio studi di Confcommercio, secondo cui, pertanto, la riduzione del tessuto produttivo nei settori considerati ammonterebbe a quasi 305mila imprese (-11,3%).

 

carlo sangalli 1

Di queste, 240mila, esclusivamente a causa della pandemia. In altre parole, sottolinea il rapporto, l'emergenza sanitaria - con tutte le conseguenze che ne sono derivate, restrizioni e chiusure obbligatorie incluse - ha acuito drasticamente il tasso di mortalità delle imprese che, rispetto al 2019, risulta quasi raddoppiato per quelle del commercio (dal 6,6% all'11,1%) e addirittura più che triplicato per i servizi di mercato (dal 5,7% al 17,3%).

 

SHOPPING DI NATALE A NAPOLI

Delle 240mila imprese "sparite" dal mercato a causa della pandemia, prosegue la nota, 225mila si perdono per un eccesso di mortalità e 15mila per un deficit di natalità. Una riduzione del tessuto produttivo che risulta particolarmente accentuata tra i servizi di mercato, che si riducono del 13,8% rispetto al 2019, mentre nel commercio rimane più contenuta, ma comunque elevata, e pari all'8,3%. Tra i settori più colpiti, nell'ambito del commercio, abbigliamento e calzature (-17,1%), ambulanti (-11,8%) e distributori di carburante (-10,1%); nei servizi di mercato le maggiori perdite di imprese si registrano, invece, per agenzie di viaggio (-21,7%), bar e ristoranti (-14,4%) e trasporti (-14,2%).

 

flash mob dei commercianti di roma 5

C'è poi tutta la filiera del tempo libero che, tra attività artistiche, sportive e di intrattenimento, fa registrare complessivamente un vero e proprio crollo con la sparizione di un'impresa su tre. Alla perdita di imprese va poi aggiunta anche quella relativa ai lavoratori autonomi, ovvero quei soggetti titolari di partita Iva operanti senza alcun tipo di organizzazione societaria. Confcommercio stima la chiusura per circa 200mila professionisti tra ordinistici e non ordinistici, operanti nelle attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrazione e servizi, attività artistiche, di intrattenimento e divertimento e altro. «Il 2020 si chiude con un bilancio drammatico per il nostro sistema produttivo colpito dal Covid. Quasi mezzo milione tra imprese e lavoratori autonomi potrebbero chiudere l'attività. Oltre all'indispensabile vaccino sanitario, c'è bisogno del vaccino economico, cioé indennizzi finalmente adeguati al crollo dei fatturati e l'utilizzo di tutte le risorse europee per rimettere in modo l'economia del nostro Paese», commenta il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

NATALE SHOPPING
ASSEMBRAMENTI SHOPPING
ASSEMBRAMENTI SHOPPING
assembramenti per lo shopping a riccione
assembramenti per lo shopping a riccione 1
protesta dei commercianti del centro di roma 9