IL BISCIONE RIMANE A BOCCA ASCIUTTA: LA TV FRANCESE M6 NON È PIÙ IN VENDITA - IL GRUPPO TEDESCO BERTELSMANN, CHE DETIENE IL 48,3% DEI CANALI FRANCESI, HA FATTO MARCIA INDIETRO E LA COPPIA BERLUSCONI-NIEL, DATA PER FAVORITA, MASTICA AMARO - IL MOTIVO DELLA MARCIA INDIETRO NELLA TRATTATIVA È LEGATO "AI RISCHI E ALLE INCERTEZZE" PER QUANTO RIGUARDA L'AUTORIZZAZIONE DI VENDITA DA PARTE DELLE AUTORITY ANTITRUST

-


Benedetta Vitetta per “Libero quotidiano”

 

m6

Il colosso dei media tedesco Rtl torna sui suoi passi, e dopo lo stop alle nozze con Tf1 per colpa dell'Antiturst francese, ha «deciso di mantenere la sua quota di controllo nel gruppo M6». È quanto ha comunicato, a mercato chiuso, il gruppo tedesco Bertelsmann che detiene il 48,3% dei canali tv francesi per i quali la scorsa settimana - attraverso Jp Morgan - aveva raccolto offerte non vincolanti da diversi operatori a cominciare dalla Mfe dei Berlusconi affiancata da Xavier Niel, il fondatore di Iliad-Free, cordata che veniva data come la favorita per l'acquisto. Insomma, si chiude con un nulla di fatto la partita europea per l'acquisto della tv privata francese M6, di proprietà dei tedeschi.

m6 rtl

 

Solamente giovedì sera, i tre candidati in lizza - Niel e Mfe , Stéphane Courbit (Banijay Groupe) e il miliardario ceco già azionista di Libération, Daniel Kretinsky (Eph)- avevano depositato a Parigi le ultime offerte riviste e migliorate per aggiudicarsi il gioiellino dei media d'Oltralpe messo sul mercato. Ma a distanza di poche ore ecco che i tre pretendenti, a cominciare dall'offerta Niel-Berlusconi si ritrovano a bocca asciutta.

 

m6 rtl

Già perchè Bertelsmann ha deciso di fare retromarcia. Il gruppo ha infatti deciso di rinunciare a cedere la sua quota maggioritaria in M6, nonostante fossero arrivate diverse offerte ritenute «finanziariamente attraenti», si legge in una nota diffusa dal quartier generale della società. Perché l'operazione non è conveniente.

PIERSILVIO BERLUSCONI

 

 

L'amministratore delegato, Thomas Rabe, che aveva trascorso il fine settimana a Parigi per analizzare personalmente le ultime offerte, ha spiegato, che questa improvvisa retromarcia è legata «ai rischi legali e alle incertezze» legate all'autorizzazione di vendita da parte delle diverse Authority per la concorrenza. «Non mi stupirebbe che l'operazione non si faccia» aveva pronosticato giorni fa l'esperto francese dei media, Philippe Bailly, riferendosi proprio ai rischi legati all'Antitrust e al calendario per ottenere nuove licenze di diffusione in Francia.

 

piersilvio e silvio berlusconi

 

 

 

 

«Continueremo a perseguire la nostra strategia per costruire gruppi media nazionali di grandezza sufficiente per competere con le piattaforme Usa» ha commentato il ceo Thomas Rabe. Secondo le indiscrezioni la cordata Mfe-Niel, così come quella guidata da Stephane Courbit, avevano valorizzato la quota di maggioranza relativa di Rtl fino a 1,2 miliardi, ossia 20 euro ad azione.

 

xavier niel

«Niel è ben posizionato», assicurava soltanto qualche ora fa una fonte citata da BfmTV, lasciando intendere che il proprietario di Free alleato con la Mediaset della famiglia Berlusconi - aveva in tasca la proposta migliore e quindi la vittoria. Molto indietro, l'offerta presentata dal ricchissimo ceco già socio di Libération, Daniel Kretinsky.

Il progetto promosso dal tandem Niel-Mediaset puntava all'integrazione della tivù francese a una vasta piattaforma europea già presente in Italia e in Spagna. Ma dopo tanta attesa la partita si chiude con un nulla di fatto, almeno per ora. Ma è certo che da qui al prossimi giorni Mfe si concentrerà su altri possibili dossier per tentare di far vita al progetto del gruppo paneuropeo.

xavier niel con la moglie delphine arnault e emmanuel macron