BORSE SU (MIBTEL +1.81) – UNICREDIT +8.31% - NIENTE ACCORDO TRA SOCI RCS: La riunione slitta ad aprile – MEDIASET: RICAVI SU, UTILE GIù – UNITà: Pre-accordo tra l’azienda e i giornalisti - BEbè aggiorna LE deleghe dei soci – JAP JEANS LOW COST…

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1 - Milano brilla in Europa, Unicredit +8,31% dopo conti...
(Il Sole 24 Ore Radiocor) -
Piazza Affari registra la migliore performance tra i listini del Vecchio Continente, trainata soprattutto dal balzo dei bancari. L\'S&P/Mib (i finanziari pesano per il 38% circa sul paniere principale) guadagna il 2,43% e il Mibtel l\'1,81% mentre Parigi segna +0,72%, Francoforte +1,15% e Londra -0,14%. La migliore del paniere principale e\' Unicredit che balza dell\'8,31% tornando sopra la soglia di un euro dopo la comunicazione dei conti, superiori alle attese, e il mandato all\'a.d. per negoziare le condizioni relative all\'emissione di strumenti di capitale governativi fino a 4 miliardi.

DiegoDiego Della Valle

Impatto positivo anche dall\'andamento positivo dei primi mesi del 2009. Bene anche Intesa Sanpaolo (+5,96%) in attesa dei risultati che saranno pubblicati venerdi\' e della decisone sui Tremonti Bond, il Banco Popolare (+4,67%), Mediobanca (+3,76%). In forte rialzo i media dopo la seduta sottotono di ieri, con L\'Espresso, che dopodomani uscira\' dall\'S&P/Mib, a +5,40%, Seat +4,76% in vista a breve dell\'ok Consob all\'aumento di capitale da 200 milioni di euro, Mondadori +1,9% e Mediaste +3,16%. Quest\'ultima, ha in corso l\'incontro con la comunita\' finanziaria, sta beneficiando di conti in linea alle attese e della decisione di distribuire il dividendo.

Vanno bene anche Autogrill (+4,48%), Atlantia (+2,34%) e A2a (+2,13%) mentre continuano le vendite su Italcementi (-1,73%), dopo il -il 5,10% della vigilia sulla scia del downgrade a sell da parte di Goldman Sachs. In calo anche Buzzi (-1,055) ieri premiata dagli investitori. Debole Lottomatica (-0,72%) nonostante la raccolta di giochi sia salita nel bimestre gennaio-febbraio del 9,5% rispetto allo stesso periodo 2008 a 8,629 miliardi, come hanno comunicato informano i Monopoli di Stato.

Nel resto del listino Tiscali balza del 15,72% portando a +130,60% i guadagni dalla chiusura del 9 marzo. Oggi la societa\' ha comunicato che, a seguito di quanto pubblicato dalla stampa su un possibile ritorno dell\'azionista Renato Soru alla guida del gruppo, eventuali proposte di ingresso di Soru nel cda di Tiscali verranno analizzate nella prossima riunione convocata per giovedi\' 19 marzo.

CesareCesare Geronzi

Le azioni dell\'isp sardo erano iniziate a salire il 10 marzo quando la societa\' ha comunicato a mercati chiusi di stare lavorando per la rinegoziazione del debito finanziario con primari istituti di credito. Bene Elica (+15,42%) dopo la decisione di Francesco Casoli, presidente e azionista del gruppo, di ridurre il proprio compenso per il 2008 e il 2009. In Europa a Parigi Dexia sale del 6,07% seguita da Vallourec (+3,98%) e ArcelorMittal (+3,24%). Quest\'ultima recupera dopo il -11,78% segnato ieri nonostante la smentita ai rumors che indicavano la necessita\' di un aumento di capitale da 5 miliardi per il colosso dell\'acciaio.

2 - Patto Rcs. La riunione slitta ad aprile...
Da \"La Stampa\" -
Nulla di fatto tra i grandi soci di Rcs MediaGroup nel giro d\'orizzonti in corso sull\'assetto di vertice del gruppo e la direzione del Corriere della Sera. Come anticipato ieri da La Stampa, Le consultazioni proseguono: ieri Diego Della Valle ha incontrato per circa un\'ora il presidente di Mediobanca Cesare Geronzi. Dopo una fitta serie di contatti informali è però stata fatta slittare di un paio di settimane - si terrà tra l\'1 e il 4 aprile - la riunione vera e propria del patto, prevista originariamente per oggi. Si terrà dunque solo un cda sui risultati.

A febbraio la società aveva annunciato ricavi a preconsuntivo pari a 2.673,9 milioni di euro e in flessione del 2,4%, con un margine operativo lordo sceso del 26,1% a 266 milioni. Oltre all\'utile, l\'attenzione del mercato è così concentrata soprattutto sulla decisione circa la distribuzione o meno dei dividendi, messa in dubbio da diverse banche d\'affari.

3 - Mediaset, salgono i ricavi ma vanno giù utile e cedola...
Da \"La Stampa\" -
Su il fatturato, giù gli utili. Il 2008 di Mediaset chiude con profitti netti in calo del 9,4%, a quota 459 milioni di euro e ricavi in crescita del 4,2%, pari a 4,25 miliardi di euro. Cala anche il dividendo che da 0,43 passa a 0,38 euro per azione. Significa che al primo azionista, Fininvest, andranno circa 163 milioni di euro.

Sul risultato netto - come spiegano dal gruppo guidato da Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi - ha inciso per 45,2 milioni di euro la svalutazione del goodwill (l\'avviamento) fatta da Edam, la holding di controllo di Endemol. Inoltre sull\'utile operativo (-14%) pesano le difficoltà in Spagna e il venir meno di 23 milioni di proventi straordinari. Sul positivo andamento dei ricavi incidono il consolidamento di Medusa, il boom di Premium (fatturato a +78,7%, a 403,7 milioni) e la tenuta della pubblicità: 2,8 miliardi di euro.

FedeleFedele Confalonieri

La musica degli spot però è già cambiata, con una «decisa contrazione» della raccolta nei primi due mesi dell\'anno (-12% a gennaio e, si prevede, anche a febbraio). E\' dunque «ragionevole prevedere», scrivono da Cologno, «una riduzione» dei ricavi pubblicitari. Morale: i risultati operativo e netto dell\'anno in corso «potrebbero risultare inferiori a quelli del 2008».

4 - UNITà: Pre-accordo tra l\'azienda e i giornalisti...
Da \"La Stampa\" -
Raggiunto un pre-accordo tra l\'amministratore delegato e presidente della Nie (Nuova Iniziativa Editoriale, società editrice dell\'Unità), Antonio Saracino e il Cdr del giornale, insieme ai fiduciari delle redazioni. Preaccordo - si legge in un comunicato congiunto - «sulle linee guide che permetterà all\'azienda, anche attraverso il contenimento dei costi, l\'auspicato rilancio della testata».

5 - NATHANSOHN, DA BULGARI AI CONTI BENETTON...
Dal \"Corriere della Sera\"
- Dai gioielli ai maglioni. Alberto Nathansohn cercherà di cogliere al Gruppo Benetton «le nuove sfide professionali» per cui ha deciso di lasciare alla fine di aprile, dopo poco meno di due anni, Bulgari, il gruppo del lusso dove era arrivato nel maggio 2006 per ricoprire l\'incarico di Corporate finance & administration executive vice president. A Ponzano Veneto Nathansohn occuperà la poltrona di direttore finanziario ancora vacante lasciata libera da Emilio Foà l\'autunno scorso (il lunedì dopo le sue dimissioni, annunciate a sorpresa venerdì 26 settembre 2008 a mercati chiusi, il titolo Benetton perse l\'8,9% in Borsa).

Benetton potrebbe comunicare già oggi, in occasione dei conti del gruppo, l\'arrivo del nuovo manager di 51 anni, con alle spalle una ventennale esperienza in Pirelli Spa, sempre nell\'area finanza, e poi per 5 anni amministratore delegato di Eurofly Service, prima di approdare a Bulgari. E ieri, il giorno dopo la notizia del suo addio (le funzioni di Nathansohn saranno affidate a Flavia Spena), il titolo del gioielliere romano è sceso del 5,27% a 2,83 euro in Piazza Affari, maglia nera della seduta.

6 - E IL «WSJ»: MA BEAR STEARNS ANDAVA SALVATA?...
Dal \"Corriere della Sera\" -
Un anno fa la Federal Reserve salvò Bear Stearns dalla bancarotta. La decisione della Banca centrale Usa di investire 30 miliardi di dollari (ridotti poi a 29 miliardi) in Bear accompagnò la vendita della banca d\'affari a J. P. Morgan. Ieri in un editoriale The Wall Street Journal si chiede se valesse la pena il salvataggio di Bear, e a chi abbia giovato che per la prima volta dal 1930 il governo americano mettesse a rischio i contribuenti per il salvataggio di una banca d\'affari di Wall Street.

FrancoFranco Bernabè

Il quotidiano newyorkese si chiede quale fosse la formula adottata dai regolatori per misurare il rischio sistemico. Formula non applicata per Lehman che fu invece destinata al fallimento. Dal salvataggio di Bear, il Wsj sottolinea come sia cresciuta la disoccupazione, caduto il pil e crollato il Dow Jones di almeno 5mila punti.

7 - TURKS E CAICOS, LONDRA HA DUBBI SULL\'INDIPENDENZA...
Dal \"Corriere della Sera\" -
«Alte probabilità di corruzione sistematica e di seria disonestà». Così un rapporto consegnato alla Camera dei Comuni di Londra ha descritto lo stato di Turkos e Caicos, isole caraibiche ex colonie dell\'impero, che a fine mese potrebbero essere commissariate per almeno due anni.

8 - Bernabè aggiorna le deleghe dei soci...
Da \"Il Sole 24 Ore\" -
In agenda non sono previste operazioni straordinarie. Franco Bernabè, amministratore delegato di Telecom Italia, lo ha ribadito svariate volte fin dai tempi del suo insediamento ai vertici del gruppo telefonico. Non c\'è alcun progetto di ricapitalizzazione, né tantomeno piani di scorporo della rete, e soprattutto il gruppo non ne ha necessità, ha chiarito. Almeno per ora. Ma da qui a dire che in futuro tali strumenti non saranno utilizzati ce ne passa.

Meglio attrezzarsi allora: alla prossima assemblea di bilancio (8 aprile), nella parte straordinaria è previsto il rinnovo delle deleghe al consiglio di amministrazione per aumentare il capitale sociale ed emettere obbligazioni convertibili. Tali deleghe, che risalgono al 2004, sono infatti in scadenza. Cambia, ma di pochissimo, solo l\'importo delle deleghe: 1,88 miliardi nominali ora, rispetto a 1,76 miliardi prima. Un semplice passaggio tecnico, dunque. Ma di questi tempi, meglio non lasciare nulla al caso. (Mar. Man.)

9 - Il miliardario Yanai lancia i jeans low cost...
Da \"Il Sole 24 Ore\" -
L\'uomo più ricco del Giappone sa lanciare prodotti su misura per la recessione: da ultimo, una dozzina di modelli di jeans per 990 yen al paio (8 euro) per il suo marchio low-cost «g.u.». Tadashi Yanai, 60 anni, patron di Fast Retailing (casa madre della catena di abbigliamento Uniqlo), ha scalato le classifiche della ricchezza diventando il numero uno del Sol Levante (stime Forbes) con un patrimonio di 6,1 miliardi di dollari.

Ieri ha annunciato un accordo con il designer tedesco Jil Sander - salutato dalla Borsa con un +9% del titolo - che dovrebbe accelerare l\'espansione internazionale di un gruppo che ha raddoppiato le vendite in 5 anni e che è tra i pochi a continuare ad aprire negozi a pieno ritmo grazie al successo della formula dei prezzi convenienti rispetto alla qualità offerta. Del resto, Yanai, senza alcun understatement alla giapponese, ha dichiarato che vuole diventare il retailer di abbigliamento numero uno del mondo.(S.Car.)

10 - La caccia di capitali di ArcelorMittal...
Da \"Il Sole 24 Ore\" -
Nel 2006, per il «Financial Times», il miliardario indiano Lakshmi Niwas Mittal era l\'«Uomo dell\'anno». Poi è arrivata la crisi. L\'impero economico di Mittal non si è certo disgregato, è il quinto uomo più ricco del mondo, ma certo sono arrivati i pensieri. Il colosso degli acciai ArcelorMittal, che l\'imprenditore controlla con il 45% del capitale, è riuscito a chiudere il 2008 con conti positivi; 9,3 miliardi di dollari di utili netti. La flessione dei profitti - rispetto ai 10,3 miliardi del 2007-c\'è stata ma il gruppo è due volte più redditizio che nel 2006.

Il problema è che con 4,3 miliardi di bond in scadenza e il mercato dell\'acciaio fermo, la situazione ora si complica. Tanto che i credit default swap su ArcelorMittal sono balzati a 1078 punti base: serve un milione di dollari per garantire dieci milioni di dollari di bond. La società ieri ha smentito un aumento di capitale da 5 miliardi di euro, ma in Borsa il dubbio è rimasto: il titolo è caduto del 12%. (R.Fi.)

11 - DAL DEBITO AGLI SCARSI CONTROLLI. I TANTI ERRORI DI GORDON BROWN...
Da \"La Stampa\" - Gordon Brown
non ha usato la parola «sorry». Ma durante un\'intervista al Guardian il primo ministro del Regno Unito ha affermato di assumersi la «piena responsabilità» per il suo ruolo nella crisi economica. Questo vale come una specie di scusa. Il problema è che il mea culpa di Brown non è sufficiente. L\'unico specifico fallimento ammesso è stato quello di non aver insistito per una maggiore supervisione globale delle banche dopo la crisi finanziaria asiatica nel 1997. Quello fu certamente un errore ma non l\'unico. È facile capire perché Brown si concentri sul fallimento globale.

Questo lo fa sembrare soltanto un attore tra tanti nella crisi finanziaria globale - il che, naturalmente, è vero. Ma ci sono stati alcuni errori specifici del Regno Unito, per i quali Brown, nel suo decennio come Cancelliere dello Scacchiere, aveva più responsabilità diretta. In primo luogo, il fallimento del governo ad amministrare le risorse durante i periodi positivi. Ha mantenuto i disavanzi durante la fase di crescita economica. In secondo luogo, il fallimento nel contrastare l\'esplosione del debito delle famiglie. Entrambi questi errori hanno lasciato vulnerabile la Gran Bretagna.

Come direbbe qualunque psichiatra, assumersi la piena responsabilità delle proprie azioni fa parte del processo di guarigione. È fin troppo semplice dare la colpa ad altri. Ora i capri espiatori preferiti sono i finanziatori. I destinatari delle mega gratifiche di Aig e Sir Fred Goodwin, ex direttore di Royal Bank of Scotland, sono da criticare, ma non sono gli unici colpevoli. Le autorità di regolamentazione non sono riuscite a sorvegliare i finanziatori. Le banche centrali non sono riuscite a bloccare il rialzo effimero degli asset. E molte persone normali vivevano oltre le loro possibilità economiche. Ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni. La responsabilità maggiore dei leader è quella di dirigere. A questo riguardo, rimediando a un errore Brown ha fatto un passo, ma soltanto il primo.

 

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