LA BUNDESBANK ALZA IL NOMURA DI BERLINO SULL’INCHIESTA MPS

La Procura di Palermo apre un fascicolo sulla riscossione in Sicilia dopo una denuncia di Crocetta - Consulenze milionarie sospette all’epoca della gestione di una compartecipata di Mps e Serit - La caccia al tesoro di Nomura di 1,8 miliardi passa dalla collaborazione della Bundesbank…

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Andrea Greco e Francesco Viviano per La Repubblica

NOMURANOMURA

Mentre Bankitalia e Bundesbank si coordinano nella ricerca degli 1,8 miliardi che gli inquirenti senesi hanno chiesto di sequestrare subito a Nomura, un'altra tegola giudiziaria cade sul Monte dei Paschi. Viene dalla procura di Palermo, che ha aperto un fascicolo per verificare presunte irregolarità nella riscossione di tasse in Sicilia, in passato svolta da una compartecipata di Mps e Serit.

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«Qualsiasi azione restrittiva sugli asset di un cliente può avvenire solo entro una procedura regolata dalla legge tedesca», ha detto la Bundesbank, dopo le voci di un suo rifiuto a collaborare con i pm senesi che hanno chiesto il maxi sequestro di fondi (perché l'operazione Alexandria che li ha originati «è a danno di Mps e a esclusivo vantaggio di Nomura», sua controparte).

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La misura si accompagna a cinque avvisi di garanzia per usura e truffa: a Giuseppe Mussari, Antonio Vigni, Gianluca Baldassarri, l'ex presidente Nomura Sadeq Sayeed e il dirigente Raffaele Ricci. Ieri Francoforte sottolineava come la prassi Bundesbank «non prevede la divulgazione di informazioni sui rapporti con singoli clienti», quindi «non saranno fatti altri commenti in proposito».

Il tentato recupero delle garanzie sui collaterali versate da Mps a Nomura prevede un metodo mai usato in Europa: il blocco dei flussi su Target2, circuito di compensazione flussi tra banche centrali e commerciali. Nomura non ha conti di garanzia presso Bankitalia - secondo cui Bundesbank «non rifiuta di collaborare » - così la caccia si sposta a Francoforte, dove per l'ordinamento serve l'autorizzazione di un tribunale: quindi i pm senesi chiederanno la rogatoria.

KENICHI WATANABE NOMURAKENICHI WATANABE NOMURA

Ma l'ultima inchiesta sull'affaire Mps è a Palermo. La Procura e la Corte dei Conti hanno aperto un fascicolo per verificare presunte irregolarità nella riscossione di tasse in Sicilia, su consulenze milionarie e sull'uscita da Serit di Mps, che ha valutato autonomamente la sua quota 360 milioni. L'indagine è sul tavolo del procuratore aggiunto ed è partita dopo che il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, ha inviato carte in cui ha letto irregolarità e anomalie varie.

«Sono entrato in possesso di documenti che superano ogni fantasia - dice Crocetta - strani incarichi di consulenze assegnati dalla società di riscossione, anomalie nell'uscita di Mps da Serit e modifiche unilaterali dei tassi su uno scoperto di 160 milioni, con aumento di due punti». Quel prestito, tra l'altro, sarebbe stato erogato dai senesi a Serit per la liquidazione della partnership.

CrocettaCrocetta

L'attenzione è alta anche sull'incarico affidato da Mps-Serit a uno studio
associato di consulenza legale, "Sorce e Stagno D'alcontres e partners": contratto decennale con tacito rinnovo dal costo annuo di 1,07 milioni, che con oneri di legge e rimborsi spese raggiungeva - scrive Crocetta nella denuncia - 1,5 milioni. La cifra, moltiplicata per dieci anni, «diventa astronomica».

Tra le altre presunte anomalie il costo di incarichi esterni, in particolare quelli affidati poco prima delle elezioni regionali, quando in un giorno partirono 400 incarichi a tre avvocati palermitani. Sempre ieri un pm di Vallo della Lucania (Salerno) ha chiesto il rinvio a giudizio per Mussari e Vigni per usura, dopo indagini sui tassi richiesti su un credito dalla filiale Mps di Agropoli.

 

 

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