COME DAGO-ANTICIPATO, SEQUESTRATA LA CENTRALE A CARBONE TIRRENO POWER – ALTRA BOTTA PER I DE BENEDETTI CHE POSSIEDONO IL 39%, E PER I FRANCESI DI GF SUEZ (50%) - NEL MIRINO DELLA MAGISTRATURA CI SAREBBE IL MANCATO RISPETTO DI ALCUNI LIMITI IMPOSTI DALLA AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE.

Per il procuratore Granero la centrale avrebbe causato anche «tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d’asma tra il 2005 e il 2012»….

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La Stampa.it

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La procura di Savona, che da tempo indaga sulle emissioni della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure, ha chiesto il sequestro dell' impianto. Il giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi ha accolto la richiesta e inviato i carabinieri per effettuare il sequestro e lo spegnimento dell'impianto. La richiesta è stata decisa in seguito alle verifiche che sono state effettuate dai consulenti del Ministero dell'Ambiente e della Procura. Dagli accertamenti svolti sarebbe emerso, in particolare, il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall'Autorizzazione integrata ambientale.

Sull'attività di Tirreno Power sono aperti due filoni d'inchiesta, una per disastro ambientale e una per omicidio colposo. Risultano indagati per disastro ambientale Giovanni Gosio, ex direttore generale, dimessosi alcune settimane fa, e il direttore dello stabilimento Pasquale D'Elia. Ci sarebbe anche un terzo indagato di cui non si conosce il nome. Secondo la procura di Savona, i fumi della centrale hanno causato 442 morti tra il 2000 e il 2007.

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Per il procuratore Granero la centrale avrebbe causato anche «tra i 1700 e i 2000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d'asma tra il 2005 e il 2012».

Tre settimane fa la procura aveva acquisito un verbale dell'Ispra, l'Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale del ministero dell'Ambiente, redatto durante una visita di routine.

rodolfo E carlo de benedetti laprodolfo E carlo de benedetti lap

L'azienda si è sempre difesa sostenendo che gli studi dei consulenti di parte hanno delle «criticità». «Non sono mai state sottoposte a un contraddittorio, non si comprende quale sia stato il metodo di valutazione di esposizione agli inquinanti. Tale mancanza di chiarezza è accompagnata dall'assenza della doverosa analisi di robustezza, di sensitività e quindi di affidabilità globale del metodo adottato.

CARLO DE BENEDETTI E FIGLIO RODOLFOCARLO DE BENEDETTI E FIGLIO RODOLFO

Anche per questo motivo non si può affermare in concreto alcun nesso di causalità» tra morti, malattie ed emissioni. Secondo l'azienda, nelle perizie dei consulenti della procura mancherebbe anche lo studio della ricaduta a terra delle particelle inquinanti.

 

 

 

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