LA COPERTURA È CORTA – LA MAGGIORANZA CONTINUA A LITIGARE SUL DECRETO APRILE, CHE DOVREBBE ARRIVARE A MAGGIO MA FORSE SLITTA A GIUGNO: DELLA MANOVRONA DA 55 MILIARDI 14 SERVIRANNO SOLO PER L’ALLUNGAMENTO DELLA CASSA INTEGRAZIONE. MA NE MANCHEREBBERO LA METÀ PER UN ERRORE DI CALCOLO DELL’INPS…
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Andrea Bassi e Marco Conti per “il Messaggero”
Cinquantacinque miliardi sono tanti, ma possono risultare anche insufficienti quando si mettono in fila le richieste dei ministri e le attese di tante categorie bloccate dal virus. E così per evitare che il decreto-aprile possa rischiare di diventare un decreto-giugno, giornata di gran lavoro al ministero dell'Economia e poi a palazzo Chigi, dove il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e preparato la nuova riunione, da remoto, con i capidelegazione della maggioranza Dario Franceschini, Roberto Speranza, Alfonso Bonafede, Teresa Bellanova, il sottosegretario alla presidenza Riccardo Fraccaro e il vicecapogruppo di Iv Luigi Marattin.
Ma non è stata una riunione risolutiva. Anzi. La tensione è stata altissima. Secondo alcune fonti ci si sarebbe accorti di un errore di calcolo dell'Inps sui fondi per la Cig. Mancherebbero 7 miliardi. Ma non è solo questo. Pesano le distanze. Soprattutto su Reddito di emergenza e partecipazione dello Stato nelle imprese. Il vertice è stato aggiornato a stasera. Mentre Luigi Di Maio alza l'asticella e chiede di «abbassare le tasse», il resto del governo si divide su chi dovrà erogare il reddito di emergenza - Inps o comuni - sull'avvio delle grandi opere, ferme non solo per colpa del virus, e sul possibile ingresso dello Stato nelle grandi imprese.
A puntare i piedi sul Rem è soprattutto Iv che contesta il progetto messo a punto dalla grillina Catalfo che allarga molto le maglie, facendolo diventare - sostengono renziani e Pd - uno strumento tutt'altro che emergenziale anche se copre anche il lavoro nero. Italia Viva sale sulle barricate anche sul meccanismo degli aiuti alle imprese con l'ingresso dello Stato nel capitale di quelle di medie dimensioni. Un progetto che prevede l'uscita dopo un tot di anni a un prezzo scontato se l'imprenditore si è comportato bene. Un progetto definito «statalista».
L'obiettivo di Conte resta quello di portare il decreto dopodomani in consiglio dei ministri, ma al termine della riunione-fiume di ieri - iniziata e più volte interrotta - molti tasselli ancora mancano e per quella che è a tutti gli effetti una manovra di bilancio, si dovrà forse aspettare qualche giorno in più. Forse l'ultima, però, che l'Italia potrà permettersi aumentando il già pesante debito. Ed è per questo che l'intesa nella maggioranza è ancora più complicata, visto che le prossime risorse dovranno con ogni probabilità essere reperite o con tagli alla spesa, o attingendo a strumenti, come il Mes, - sul quale proprio questa settimana dovrebbe concludersi la trattativa a Bruxelles - che fanno venire le bolle ai grillini.
L'accordo, di massima, è stato trovato sul riparto dei 55 miliardi di euro della maxi manovra di maggio. Per due giorni il ministro dell'Economia Gualtieri e quello del lavoro Catalfo, hanno limato insieme all'Inps i numeri del pacchetto lavoro, quello che comprende l'allungamento a 18 settimane della Cassa integrazione per l'emergenza Covid. Solo questa voce assorbirà 14 miliardi di euro. Altro negoziato complesso è stato quello con i Comuni che, alla fine, hanno ottenuto un finanziamento di 4 miliardi comprensivo dei fondi destinati alle Province. Il Reddito di emergenza, l'aiuto da 400 a 800 euro per chi non ha altri mezzi di sostentamento, sarà finanziato con 1,5 miliardi.
Altri 800 milioni finanzieranno i congedi parentali. Altri 6-7 miliardi, serviranno per rinnovare il bonus da 600 euro per gli autonomi ad aprile e per portarlo a 1.000 euro a maggio seppur condizionato alla perdita di ricavi di almeno il 33% rispetto al bimestre precedente per chi ne farà richiesta.
GLI AIUTI
Il pacchetto «aiuti alle imprese» vale 10 miliardi. Ci saranno finanziamenti a fondo perduto di 5 mila euro per le micro imprese, quelle fino a 9 dipendenti, oltre al rafforzamento degli sgravi sugli affitti e alla riduzione delle bollette elettriche. Sulle imprese il dibattito tra Gualtieri e Patuanelli è stato particolarmente acceso. Il ministro del'Economia ha spinto perché gli aiuti alle imprese fossero concessi attraverso uno sconto sulle tasse maturate durante l'emergenza coronavirus.
Patuanelli invece, ha presentato un pacchetto di aiuti diversificato in base al fatturato. Altri 10 miliardi, poi, saranno destinati al pagamento dei debiti commerciali. C'è poi un pacchetto definito «ministeri». Una serie di finanziamenti nella quale la parte del leone la fanno la Salute e il Turismo. Il ministro Roberto Speranza aveva chiesto 4 miliardi per rafforzare il sistema sanitario anche attraverso l'assunzione di migliaia di infermieri e di medici. Ha ottenuto 3 miliardi. Ne è nato un litigio con Gualtieri.