DIETA A BASE DI FIBRA – LA COMMISSIONE EUROPEA NON PONE OBIEZIONI AL PROGETTO DI RETE UNICA CON LA FUSIONE TRA FIBERCOP DI TIM E OPEN FIBER: “IL CODICE EUROPEO NON PRECLUDE ALL’INTEGRAZIONE VERTICALE”. MA SE ANDRÀ IN PORTO DOVRÀ COMUNQUE ESSERE VALUTATA DALLA COMMISSIONE - LA PRESENZA DI BERLUSCONI AL GOVERNO E L’INTRECCIO CON BOLLORÈ CAMBIERÀ LE CARTE IN TAVOLA? NEL TOTOMINISTRI SI PARLA ANCHE DI FRANCO BERNABÈ, CHE SEGUE IL DOSSIER DA PIÙ DI 10 ANNI...

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Claudio Antonelli e Alessandro Da Rold per “La Verità”

 

luigi gubitosi foto di bacco

La commissaria Margrethe Vestager interviene sul progetto rete unica in Italia, ma soprattutto spiega che a Bruxelles non ci sono preclusioni sull'operatore verticalmente integrato che nascerà dalla fusione tra Fibercop di Tim e Open fiber.

 

Nello specifico non ci sarebbe alcuna violazione dell'articolo 80 del Codice delle Comunicazioni elettroniche. Certo, il progetto non è stato ancora notificato all'Ue, in più si attendono le mosse del prossimo governo di Mario Draghi, ma l'Europa non pone paletti, per il momento. Non vi sono infatti - secondo Vestager in risposta all'interrogazione dell'eurodeputato del Partito Popolare europeo (Ppe) Antonius Manders - criticità rispetto alla normativa comunitaria. Il codice europeo delle comunicazioni elettroniche «[] non preclude» infatti «l'integrazione verticale in quanto tale».

 

margrethe vestager

E in ogni caso se l'integrazione tra i due gruppi tlc rientrerà in una «dimensione comunitaria», l'operazione «dovrà essere notificata e valutata dalla Commissione in base alle norme europee». Tra gli addetti ai lavori in molti spiegano che le parole del commissario alla concorrenza siano un punto a favore di Tim.

 

Mario Draghi

Di sicuro a uscire sconfitta è la linea di Franco Bassanini, presidente di Open fiber, sostenitore del modello wholesale only, da mesi convinto che i modelli verticali sarebbero «un incubo» per le autorità antitrust europee. Per Vestager non è così. Quindi la macchina per la realizzazione di AccesCo può tornare a funzionare. Ma come? Il dossier rete unica è senza dubbio uno dei più importanti per il nuovo governo Draghi. Forse indipendentemente dalla maggioranza parlamentare che sosterrà l'esecutivo.

 

LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI

È evidente che chi aveva curato il dossier fino adesso - oltre a Giuseppe Conte anche i ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli non ci sarà più. I giocatori in campo sono cambiati come gli equilibri. La presenza di Silvio Berlusconi al tavolo delle trattative si farà sentire, in particolare per la guerra infinita tra Fininvest e Vivendi. I francesi di Vincente Bolloré sono soci forti sia di Tim (23.94%) sia di Mediaset (28.8%).

berlusconi bollore vivendi mediaset

 

Bisognerà quindi capire cosa sceglierà di fare il Cavaliere e come vorrà far pesare la sua presenza nell'esecutivo. In realtà se era aperturista prima, dovrebbero esserlo ancora di più se a gestire la partita è l'uomo che lui stesso ha candidato alla Bce. Di sicuro la partita rete unica passa riguarderà anche il Biscione.

 

fabrizio palermo foto di bacco (3)

La domanda politica che si fanno in tanti è: al tavolo ci sarà anche Italia viva di Matteo Renzi? Fu l'ex segretario del Pd, nel 2016, a dare il via libera alla nascita di Open fiber, con Enel e Cdp come azionisti. In questo caso bisognerà capire anche quale sarà il peso di Renzi in maggioranza, come anche quello del Pd e nello specifico di Massimo D'Alema, uomo ombra del Conte bis.

 

Per di più nel totoministri di «Radio parlamento» si parla anche di Franco Bernabè che segue il dossier da più di 10 anni, dal momento che fu numero uno di Telecom quando la stessa Cdp aveva provato già a rilevare la rete senza successo.

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Da mesi il Mef di Gualtieri spingeva per la cessione delle quote di Enel a via Goito. A fine dicembre l'azienda di Francesco Starace ha avviato l'uscita da Open fiber. È stata approvata la proposta presentata dal fondo australiano Macquarie per rilevare il 50% della società della fibra ottica. L'offerta è di 2,65 miliardi di euro più gli extra e non permetterà al fondo di avere una partecipazione superiore al 40%. Poi le trattative saranno appunto con la stessa Cdp. I cui vertici sono in scadenza.

 

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È probabile che Cdp diventerà sempre più importante nei prossimi mesi. Mentre i partiti si scannano per ottenere qualche ministero di poca importanza, a diversi analisti appare già chiaro che sarà via Goito la vera regista del Recovery fund in sponda con il Mef. Anche perché Cdp dovrà assistere i privati in quasi tutti i piani infrastrutturali, tra cui anche quello per la rete unica. Sul fronte Tim si va verso l'assemblea di aprile.

 

LUIGI GUBITOSI FRANCO BASSANINI

Il cda ha recentemente deciso di avvalersi all'unanimità della facoltà di presentare una propria lista in vista del rinnovo. «Appare opportuno che il nuovo Consiglio assicuri la continuità del processo di trasformazione digitale in corso, sia formato da professionalità in possesso di competenze ed esperienze adeguate alla piena condivisione di questo percorso e assecondi, con la rapidità richiesta dal mercato, le trasformazioni industriali e tecnologiche», si legge nella nota diffusa dalla società a cda concluso. Un modo per dire che la strada è imboccata. E dopo l'investitura politica da parte di Bruxelles i paletti piantati dagli oppositori al progetto della rete unica traballano più che mai. Entro aprile il responso definitivo.