ENI A TUTTO GAS! – È PARTITO IL PRIMO CARICO DI METANO LIQUEFATTO DALL’IMPIANTO CORAL SUL, IN MOZAMBICO, GESTITO DAL COLOSSO ITALIANO DELL’ENERGIA – DESCALZI: “È UN NUOVO, IMPORTANTE PASSO NELLA STRATEGIA DI ENI, CHE FA LEVA SUL GAS COME FONTE IN GRADO DI CONTRIBUIRE ALLA SICUREZZA ENERGETICA EUROPEA” – INTANTO A BRUXELLES SI PROVA A EVITARE IL NUOVO STOP AL TETTO AL PREZZO DEL GAS…

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1 - GAS LA NUOVA ROTTA

Giuliano Balestreri per “la Stampa”

coral sul mozambique coral sul mozambique

 

Metri cubi di gas e relazioni diplomatiche sempre più strette. Sono le armi con cui l'Europa sta combattendo la battaglia per l'indipendenza dal gas russo.

 

Una partita che vede l'Italia in prima fila grazie anche - e soprattutto - all'impegno dell'Eni sul fronte della diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Un lavoro che passa attraverso il consolidamento dei rapporti con i Paesi africani come dimostrano gli acquisti di gas da Egitto e Algeria e come conferma la partenza dal Mozambico del primo carico di gas naturale liquido dall'impianto Coral Sul al largo del bacino di Rovuma.

 

Uno step importante nel processo per garantire la sicurezza energetica dei paesi europei e raggiunto in tempi stretti dall'avvio del progetto nel paese africano: dall'inizio del processo sono passati cinque anni, compreso lo stop imposto dal Covid per oltre 18 mesi.

 

CLAUDIO DESCALZI OSPITE DI ATREJU CLAUDIO DESCALZI OSPITE DI ATREJU

«Questo primo carico rappresenta un nuovo, importante passo nella strategia di Eni che fa leva sul gas come fonte in grado di contribuire significativamente alla sicurezza energetica europea, anche attraverso la crescente diversificazione delle forniture, supportando nel contempo una transizione energetica equa e sostenibile», spiega Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni: la società italiana è l'operatore delegato del progetto Coral South per conto dei suoi partner nell'Area 4 mozambicana.

 

«Continueremo a lavorare con i nostri partner per assicurare una tempestiva valorizzazione delle vaste risorse di gas del Mozambico», ha sottolineato ancora il manager.

 

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Il carico di Gnl sarà destinato al mercato del Sud Europa dove verrà poi rigassificato per venire distribuito sul mercato contribuendo al contenimento dei prezzi. Il Mozambico rappresenta quindi una tessera importante nel processo di diversificazione delle fonti avviata dal gruppo energetico e l'Italia vanta un lungo rapporto con il paese africano - rilanciato anche dalla recente visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella a Maputo - che ha prospettive a lungo termine sul fronte della collaborazione energetica.

 

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Coral Sul ha una capacità di liquefazione di gas pari a 3,4 milioni di tonnellate all'anno e produrrà Gnl dai 450 miliardi di metri cubi di gas del giacimento Coral. L'Area 4 è operata da una joint venture costituita da Eni, ExxonMobil e Cnpc, con una quota del 70% nel contratto di concessione di esplorazione e produzione dell'Area 4.

 

Il progetto Coral South ha raggiunto la decisione finale di investimento nel 2017: «Un risultato raggiunto - dice Eni - anche grazie a un'efficace pianificazione dell'esecuzione, al forte impegno di tutti i partner e al costante supporto del governo del Mozambico».

 

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2 - DAL MOZAMBICO ALL'UE IL GNL PRODOTTO DA ENI SOSTITUISCE IL GAS RUSSO

Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per “il Messaggero”

 

[…] L'Europa, intanto, prova a mettere in salvo un accordo sulle misure contro il caro-energia, compreso un tetto temporaneo per frenare la speculazione sulla Borsa di riferimento di Amsterdam, il Ttf.

 

Le diplomazie sono al lavoro per evitare un nuovo stop, alla prossima riunione straordinaria dei ministri dell'Energia, il 24 novembre a Bruxelles. Per questo, però, l'esecutivo Ue dovrà fornire maggiori dettagli ai governi dell'Unione già questa settimana. Dopo una serie di aperture culminate con il summit dei leader di metà ottobre, nei giorni scorsi la strada si era fatta improvvisamente di nuovo in salita.

 

Alla luce, in particolare, delle resistenze espresse dai tecnici della Commissione durante un seminario riservato agli esperti dei Ventisette; stallo che si è tradotto nell'ennesimo braccio di ferro tra Ia presidente dell'esecutivo Ue Ursula von der Leyen e quello del Consiglio europeo Charles Michel, che ha invitato la Commissione a «non perdere ulteriore tempo» sul pacchetto che comprende un tetto al prezzo del gas e un indice complementare al Ttf.

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La Commissione è «pienamente impegnata a progredire senza ritardo con le proposte concrete su un efficiente meccanismo di correzione del mercato», ha garantito von der Leyen in una successiva lettera congiunta indirizzata ai capi di Stato e di governo dei Ventisette e firmata insieme al premier ceco Petr Fiala, che ha la guida semestrale del Consiglio Ue.

 

Questa settimana, stando agli impegni presi da von der Leyen con i governi Ue, l'esecutivo di Bruxelles «presenterà uno schema dettagliato della proposta» di regolamento «in tempo per una discussione all'incontro del 24 novembre». La bozza dovrà tenere conto «dei requisiti e delle garanzie richiesti dagli Stati», anche se il testo legislativo vero e proprio arriverà solo in un secondo momento.

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Un'ulteriore tappa intermedia e interlocutoria, insomma, per provare a non rompere la fragile unità d'intenti, da una parte, e calibrare le reazioni delle capitali, dall'altra, Di fronte al pressing di almeno 15 Paesi (Italia, Belgio, Polonia e Grecia in testa), resiste però ancora il muro opposto da Germania e Olanda, finora assecondato dalla Commissione. Berlino e L'Aia sono soprattutto preoccupate dalle conseguenze che un price cap, seppur limitato, può avere sulle forniture.

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