EREDITÀ AGNELLI: LOR SIGNORI HANNO EVASO UN MILIARDO E 950 MILIONI IN SVIZZERA - TG5: “L'AGENZIA DELLE ENTRATE HA AVVIATO UN'INCHIESTA SULL’EREDITÀ CONTESA” - SCAMPATI DA TANGENTOPOLI, BeCCATI DA TREMONTI: ERA ORA CHE PAGASSERO ANCHE LORO - IL BRACCIO DI FERRO CON MARGHERITA È STATO FATALE PER UNA DINASTIA, ARROGANTE E IPOCRITA, CHE HA “USATO” NOI CONTRIBUENTI PER I PROPRI PORCI COMODI

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TG5, AGENZIA DELLE ENTRATE INDAGA SU EREDITA' AGNELLI
CIFRA SUPERIORE AL MILIARDO DI EURO DEPOSITATA IN SVIZZERA E MAI DICHIARATA AL FISCO

(Adnkronos)- L'Agenzia delle Entrate ha avviato un'inchiesta sull'eredita' contesa di Gianni Agnelli. Nel mirino, ci sarebbe una somma superiore al miliardo di euro depositata in Svizzera e mai dichiarata al Fisco. A rivelarlo, nell'edizione delle 20, il Tg5 diretto da Clemente Mimun.

famiglia agnellifamiglia agnelli

SEI ANNI DI BATTAGLIE PER MARGHERITA, BRACCIO DI FERRO SULL'EREDITA' AGNELLI
(Adnkronos) - E' un braccio di ferro senza esclusione di colpi, una guerra combattuta in famiglia a colpi di carta bollata sullo sfondo di uno dei patrimoni piu' ingenti d'Italia, quello di Giovanni Agnelli. Tra affondi, rivelazioni e rivalita', la querelle continua a riservare clamorosi colpi di scena, in un intreccio sempre piu' complicato che ruota attorno all'eredita' dell'Avvocato.

Margherita Agnelli e le figlie Sophia e Anna de PahlenMargherita Agnelli e le figlie Sophia e Anna de Pahlen >Margherita e Gianni AgnelliMargherita e Gianni Agnelli

Il 18 febbraio 2004 Margherita Agnelli de Pahlen e Marella Caracciolo Agnelli raggiungono l'accordo sull'eredita' dell'Avvocato con patto 'segerto' che viene siglato in Svizzera. Ad un anno dalla morte di Gianni Agnelli, avvenuta il 24 gennaio 2003, e dopo un confronto durato piu' di 10 mesi, sembra chiudersi un importante capitolo della storia dei 're senza corona'. Alla figlia dell'Avvocato va la parte preponderante del patrimonio di famiglia, cioè le varie residenze (Villa Frescot, il palazzo di Roma davanti al Quirinale, la villa di Villar Perosa e vari altri immobili), oltre a società off-shore, titoli azionari e la collezione di quadri e oggetti d'arte. Alla madre una rendita che la figlia si impegna a versare mensilmente. I legali di Margherita che concludono l'accordo sono Jean Party e Emanuele Gamna, che per la loro prestazione ricevono una maxi-parcella di 25 milioni di euro (10 milioni Patry e 15 Gamna).

Gabetti e Margherita AgnelliGabetti e Margherita Agnelli

Nel giugno 2007 si apre un nuovo capitolo, con la causa che Margherita avvia contro la madre, Franzo Grande Stevens, l'avvocato di Gianni Agnelli, Gianluigi Gabetti, presidente dell'accomandita Giovanni Agnelli & C. Sapaz e Siegfried Maron, ''in qualità di mandatari e gestori del patrimonio personale dell'avvocato''. Margherita si rivolge al tribunale di Torino, e si affida ai nuovi avvocati, lo svizzero Charles Poncet e Girolamo Abbatescianni. Con la causa Margherita chiede che vegano annullati gli accordi raggiunti in Svizzera nel 2004, in seguito alla scoperta dell'esistenza di un patrimonio dell'Avvocato sfuggito alla divisione ereditaria.

MARGHERITA AGNELLI E FIGLIE - Copyright PizziMARGHERITA AGNELLI E FIGLIE - Copyright Pizzi

E' un fulmine a ciel sereno. Con la sua mossa, in particolare, l'accusa che Margherita rivolge loro e' di aver gestito in gran segreto un patrimonio riservato di Gianni Agnelli. L'azione legale, spieghera' in una nota lo studio Abbatescianni, viene intentata con ''l'unico fine di ottenere un chiaro e completo rendiconto di tutti i beni che compongono l'asse ereditario e sono oggetto di successione''.

margherita agnelli NUOVAmargherita agnelli NUOVA

Ma perche' si e' arrivati ad una causa legale? Qual e' stata la scintilla che ha trasformato la tranquilla Margherita, cosi' lontano dai riflettori e dalle cronache, in una donna battagliera disposta ad andare fino in fondo per ottenere giustizia? Sembra che a innescare la lite sia stata la scoperta, da parte di Margherita, di un protocollo, il 'summary assels' nel quale emergevano nuovi capitali depositati in societa all'estero. L'obiettivo perseguito dalla figlia dell'Avvocato e' di ''tutelare tutti gli eredi'' di Gianni Agnelli. Margherita, secondogenita dell'Avvocato, classe '55, ha otto figli. Tre sono nati dal primo matrimonio con Alain Elkann: John, vicepresidente della Fiat, Lapo e Ginevra. Gli altri cinque dalle seconde nozze con Serge de Pahlen, nobiluomo francese di origini russe: Pietro, Sofia, Maria, Anna e Tatiana.

margherita agnelli costume vanitymargherita agnelli costume vanity

La risposta che arriva dall'altra parte della barricata e' a che Margherita ha scelto di uscire ''in maniera definitiva dall'azionariato della società nel 2004''. Il principe del foro svizzero Poncet coinvolge anche gli ex legati di Margherita', accusati di aver concluso un accordo senza difendere a sufficienza gli interessi economici della loro assistita. Anche la somma pagata per la prestazione legale entra in causa, viene definita ''astronomica'' e si chiede una rendicontazione dettagliata. Sembra inoltre che parte del pagamento sia avvenuto transitando in paesi offshore, come Singapore e Zurigo, che il fisco italiano ha inserito nella 'black list'.

Insomma, la disputa legale non risparmia nessuno. E la trama, gia' peraltro ingarbugliata, si infittisce quando emerge, secondo quanto riportato dal settimanale 'Il Mondo', che Poncet abbia cercato di far firmare all'avvocato Gamna una dichiarazione, che avrebbe dovuto permettere di stabilire l'esistenza si un mandato tra Gianni Agnelli, Gabetti e Grande Stevens per mantenere celata una parte dell'eredita'.

A fine maggio-inizio giugno 2009 i legali di Marella Caracciolo, invece, avviano un'azione legale in Svizzera che ha lo scopo di vedere riaffermata la validità degli accordi del febbraio 2004. Con un atto di accertamento Marella chiede formalmente a una Corte di giustizia elvetica di pronunciarsi, con l'obiettivo di utilizzare nella causa italiana il pronunciamento svizzero. Ma di qua e al di la' del confine le sorprese non mancano.

agnelli umberto e suniagnelli umberto e suni agnelli, 1986agnelli, 1986

Solo pochi giorni fa sono emersi i contenuti del documento segreto, che apre nuove discussioni, anche su possibili donazioni a persone che non fanno parte della famiglia. L'accordo si articola in 7 pagine e 12 articoli che regolano i rapporti tra madre e figlia, indicate come 'Madame X' e 'Madame Y', con cui si stabilisce la ripartizione dell'eredita' dell'Avvocato. Il patrimonio che va a Margherita dovrebbe ammontare a 1,166 miliardi di euro, mentre alla madre c'e' una rendita di 770.000 euro mensili per un totale di 9,2 milioni di euro l'anno. Sarebbe proprio questo il documento che oggi viene rifiutato da Margherita, in particolare per quanto riguarda un'articolo con cui si rinuncia ad ''alcuna pretesa'' su ''eventuali donazioni'' fatte da Gianni Agnelli a ''beneficiari...chiunque essi siano''.

Lapo Elkann e Marella AgnelliLapo Elkann e Marella AgnelliGianni Agnelli rimorchia monica guarritore a piazza di spagna Roma 1976 - Copyright PizziGianni Agnelli rimorchia monica guarritore a piazza di spagna Roma 1976 - Copyright Pizzi

Insomma, spuntano anche altri beneficiari, persone esterne all'asse ereditario. Ma non e' finita. A meta' luglio si registra un nuovo colpo di scena. Margherita decide un giro di valzer tra i suoi legali e cambia di nuovo gli avvocati. Stavolta la figlia di Gianni Agnelli si rivolge a Michele Galasso e Paolo Carbone.

Il 23 luglio, si scrive un nuovo capitolo nella lotta per l'eredita': il Tribunale di Torino respinge, dichiarandole 'inammissibili', tutte le istanze istruttorie presentate da Margherita, che aveva avviato l'iniziativa sull'eredita' del padre contro la madre Marella Agnelli e contro Gianluigi Gabetti, Franzo Grande Stevens e Siegfried Maron, i tre uomini di fiducia che avevano lavorato per molti anni a fianco dell'Avvocato fino alla sua morte.

John Elkann e Marella AgnelliJohn Elkann e Marella AgnelliGIANNI AGNELLI A SPASSO - Copyright PizziGIANNI AGNELLI A SPASSO - Copyright Pizzi

L'ordinanza e' una doccia fredda. Il giudice civile Brunella Rosso ha infatti dichiarato ''inammissibili i 48 punti di prova presentati'' da Margherita respingendo tutte le istanze di esibizione dei documenti nei confronti dei quattro citati in giudizio e di 15 banche italiane ed estere. Con i nuovi legali Margherita ipotizza adesso l'esistenza di un tesoro custodito in alcune societa' offshore, forse alimentato anche dal risultato di un'Opa lanciata nel 1998 sulla finanziaria lussemburghese Exor Group. La nuova udienza e' stata fissata per il 12 novembre. Adesso, come ha rivelato il Tg5 di Clemente Mimun, ecco arrivare l'inchiesta dell' Agenzia delle Entrate su quel patrimonio miliardario in Svizzera che non sarebbe mai stato dichiarato al fisco.
Stando al Tg5, a determinare l'apertura dell'inchiesta e' stata l'azione legale avviata dalla figlia dell'Avvocato, Margherita, nei confronti dei gestori del patrimonio del padre e di conseguenza contro la madre, Marella Agnelli. Il patrimonio finito nel mirino del fisco italiano, e che dimostra l'impegno del governo contro i paradisi e l'evasione fiscale, e' ingente e di non facile quantificazione.

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Si tratta, afferma il Tg5, di un tesoro valutato intorno a 1 miliardo e 950 milioni di euro. Calcolato partendo da una valutazione della rivista Forbes, che attribuiva gia' nel 1990 all'Avvocato un miliardo e 700 milioni di dollari. Si sarebbe inoltre tenuto conto dei movimenti positivi della borsa e anche di due drammatici eventi: il crollo della bolla internet e l'attacco alle Torri Gemelle del 2001.

Lo Stato, attraverso la lente di ingrandimento dell'Agenzia delle Entrate, ha deciso di vederci chiaro e dopo la causa legale di Margherita Agnelli sta apprfondendo le origini delle attivita' e dei passaggi di mano successivi alla scomparsa dell'Avvocato. E questo perche' il patrimonio, a chiunque sia destinato- sottolinea il Tg5- e' comunque all'estero e soprattutto non e' mai stato dichiarato al Fisco.

Ma c'e' di piu'. Sulla base delle disposizioni del recente decreto anticrisi, applicando le nuove norme, gli eredi potrebbero dover pagare tra imposte, sanzioni ed interessi un importo addirittura superiore a quello del capitale conteso. Ev in questo caso, tra i litiganti a godere sarebbe un terzo soggetto, il Fisco.

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FISCO: DAL LIECHTENSTEIN AL 'CASO PESSINA' FINO AI 300 CLIENTI UBS, E' CACCIA AGLI EVASORI - LA LISTA DELL'AVVOCATO SVIZZERO E QUEI 552 CLIENTI DEI 'PARADISI'
(Adnkronos) -
Il caso dell'eredita' di Gianni Agnelli, finita adesso come ha rivelato il Tg5 delle 20 diretto da Clemente Mimun nel mirino dell'Agenzia delle Entrate, che punta i riflettori su oltre un miliardo di euro che sarebbe stato depositato in Svizzera e mai dichiarato al Fisco italiano, e' soltanto l'ultimo di alcune vicende che negli ultimi mesi hanno fatto emergere, e ancora non del tutto, centinaia e centinaia di conti di nostri connazionali e societa' made in Italy che hanno depositato cospicue somme all'estero per sfuggire al Fisco. A febbraio, esplode il cosiddetto ''caso Pessina'. Una lista di 552 nomi, con coordinate bancarie, codifi cifrati, societa' di copertura e fatture emesse dall'Italia verso l'estero. E' il 2 febbraio quando la Guardia di Finanza di Milano mette le mani sull'elenco dell'avvocato svizzero Fabrizio Pessina, sbarcato a Malpensa di ritorno da una breve vacanza in Spagna, che viene arrestato con l'accusa di riciclaggio. Nel computer dell'avvocato di Chiasso, specializzato in paradisi fiscali, viene trovato un file con la lista di nomi importanti, professionisti concentrati soprattutto nel nord-est dell'Italia, e il 'giro' dei soldi che lasciata la penisola approdavano nei paradisi fiscali, che viene ricostruita da ''L'Espresso''.

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I principali referenti bancari di Pessina sono ovviamente i giganti del credito svizzero, a cominciare dall'Ubs. In Italia, invece, in molte operazioni registrate nella lista dell'avvocato di Chiasso viene citato il nome della Banca Mb, un piccolo istituto nato da poco a Milano per iniziativa di alcune decine di imprenditori di seconda fila. Clienti di Pessina sono i primi azionisti della banca.

Da almeno dieci anni l'avvocato di Chiasso fa 'coppia fissa' con Mario Merello. Il tesoro di quest'ultimo sarebbe un patrimonio smisurato di contatti e relazioni, alcuni ad altissimo livello, famiglie e imprenditori di cui gestisce i capitali. Gia' nel 1998 Merello aveva avuto un 'incidente di percorso', la Sec americana lo pizzicò per una storia di insider trading (abuso di informazioni riservate in Borsa) a Wall Street, sui titoli Elsag Bailey prima del lancio di un' opa di Abb da 3 mila miliardi di lire. Tutto si chiuse con una semplice multa. Gia' da tempo e' alla guida della Wmk del Texas, holding statunitense tira le fila di una struttura più complessa. C'è una Wmk con base in Lussemburgo, che a sua volta ha aperto un ufficio a Lugano.

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Dal caso Pessina ai trecento clienti italiani, con conti correnti per un importo complessivo di circa un miliardo di euro, correntisti di Ubs, la più grande banca svizzera e tra le cinque principali al mondo. La lista, recentemente pubblicata da Gianluigi Nuzzi su ''Panorama'', non rivela i nomi ma soltanto le iniziali dei possessori di conti correnti e le cifre depositate, ottenuta interpellando dipendenti ed ex dipendenti in diversi paesi. L'elenco racconta la storia di una finanza italiana che fa rimbalzare il denaro, a seconda dei vantaggi fiscali, da un paese all'altro.

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Fra i presenti nella lista, i piu' ricchi sono le societa' di diritto lussemburghese, che quindi si pongono in una posizione fiscale di privilegio. Il primo soggetto fisico si trova al nono posto della classifica, con 14,45 milioni. I saldi dei conti correnti variano da un massimo di circa 30 milioni di euro, fino ad arrivare a 2,4 milioni di euro. Sopra i 10 milioni di euro ci sono soltanto 18 nomi, che pero' totalizzano quasi 300 milioni di euro.Dentro alla lista c'e' un po' di tutto, oltre alle società di diritto lussemburghese, famiglie della nobiltà milanese fino a personaggi della televisione.

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Al primo posto nella classifica, con 29,87 milioni di euro, una società, mentre la medaglia d' argento va invece ad una Srl. Ma tra quelli con conto in Italia e denaro investito in prodotti finanziari, la maggior parte dei titolari detiene depositi tra il milione e i 9 milioni di euro. Moltissimi quelli che viaggiano intorno al milione, poche decine tra i 2 e i 6, meno ancora oltre i 6 milioni.

Di elenchi di clienti Ubs non si parla però solo in Italia. In molti casi non c'e' nulla di illegale, anzi molti soggetti hanno gia' fatto rientrare i capitali in Italia, attraverso le filiali Ubs presenti nel paese.

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L'inchiesta condotta dal settimanale fa emergere, al di la della vicenza Ubs, l'esistenza di capitali che vanno in Svizzera attraverso societa' finanziarie compiacenti, gestiti magari da ex dipendenti di istituti di credito elevetico. La guerra ai paradisi fiscali, messi al bando dai paesi del G8 e dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha iniziato a produrre i primi risultati gia' da qualche tempo. A febbraio e' stato abbattuto il primo muro della Svizzera, con la decisione dell'Autorita' federale svizzera per i mercati finanziari (Finma), di stringere un accordo con gli Stati Uniti, in seguito al quale Ubs ha rivelato all'Internal Revenue Service, il fisco americano, i nomi di circa 250 clienti. Ma secondo le indiscrezioni che arrivano dagli Stati Uniti, nel mirino ci sarebbero addirittura 52.000 conti correnti e proprio oggi e' stato raggiunto l'accordo tra Berna e gli Stati Uniti, che verra' sottoscritto nei prossimi giorni.

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I clienti americani avrebbero nascosto nei forzieri dell'Ubs qualcosa come 20 miliardi di dollari, evadendo tasse per circa 300 milioni di dollari all'anno tra la fine del 2002 e il 2007.

Non e' finita. Lo scandalo 'Liechtenstein' scoppia nel febbraio del 2008, quando la Germania viene in possesso dei conti custoditi nella banca del piccolo principato. Un dvd con 1.400 nomi, che Berlino decide di condividere con gli altri paesi, ben 16 tra cui anche l'Italia. La 'black list' viene consegnata all'Agenzia delle Entrate ma gli accertamenti vengono poi affidati alla Guardia di finanza.

Si mettono al lavoro trentasette procure, con Roma come capofila. Le Fiamme Gialle indagano sulla posizione di 388 persone fisiche e di 2 società coinvolte nell'indagine sui depositi italiani nel Liechtenstein. Solo nell'ufficio del pm di Milano sono finite oltre 100 persone, mentre di 60 a Roma, 40 a Bolzano, 20 Firenze e 2 Napoli.

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Tutte le persone coinvolte nel caso vengono iscritte nel registro degli indagati, con l'ipotesi di reato di infedele dichiarazione dei redditi o omessa dichiarazione degli stessi. Il dvd, venduto per 4,3 milioni di euro da un ex dipendente della banca del Liechtenstein Lgt Group alla Germania, e' aggiornato al 2002. La Gdf rivela che i depositi nel piccolo Stato, incastonato tra Svizzera e Austria, variano da 200mila a diverse centinaia di mln di euro, arrivando fino a 400 milioni.

Sono numerosi i casi in cui l'elenco contiene piu' membri della stessa familgia, intestatari di un unico conto, che fa scendere l'elenco delle persone sottoposte a controlli a 157 nomi.

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Subito si scatena una discussione sulla necessita' di rendere pubblici i nomi dei correntisti, chiesto da piu' parti, che alla fine vengono resi noti attraverso gli organi di stampa venuti in possesso dell'elenco. Dentro c'e' un po' di tutto: manager, imprenditori, avvocati, commercialisti, politici, professori universitari, gente di spettacolo. La Guardia di Finanza e' chiamata a far luce anche sulla possibilita' che il denaro depositato nel principato venga utilizzato a fini di riciclaggio. Nell' elenco si cercano anche i possibili prestanome di organizzazioni criminali o di personaggi finiti sotto inchiesta per reati di natura economica.

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Difficile verificare se dietro l'esportazione dei capitali sia nascosta veramente la volonta' di evadere il fisco, a casua dei dati non aggiornati e dello scudo fiscale targato 2003, che ha consentito di far rientrare i capitali detenuti all'estero.

 

 

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