LA GUERRA DEL PETROLIO – ANCHE IL SEGRETARIO AL TESORO AMERICANO JANET YELLEN ATTACCA L’OPEC+, CHE HA DECISO DI TAGLIARE LA PRODUZIONE NONOSTANTE LE RICHIESTE AMERICANE: “NON APPROPRIATA NELLE CIRCOSTANZE CHE CI TROVIAMO AD AFFRONTARE”. MA COSA POSSONO FARE ORA GLI USA? CI SONO VARIE IPOTESI DI REAZIONE: SI VA DAL CONGELAMENTO DEI BENI DEI DIRIGENTI DI PAESI OPEC NEGLI USA AL RITIRO DELLE TRUPPE AMERICANE DA ARABIA SAUDITA ED EMIRATI. MA AL DI LÀ DELLE RITORSIONI, RESTA IL PROBLEMA DEI PREZZI…

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Giacomo Galeazzi per www.lastampa.it

 

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Il Cremlino ha elogiato la decisione dell'Opec+ di tagliare la produzione di greggio definendola «una vittoria del buon senso». «In generale, il fatto che il presidente Vladimir Putin abbia instaurato relazioni reciprocamente rispettose, (con l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti), basate su vantaggi reciproci e sulla fiducia reciproca, aiuta certamente a discutere i punti più acuti. Non direi che si tratta di una nostra vittoria. No. E' una vittoria del buon senso», ha detto il portavoce Dmitry Peskov.

 

Contrarietà degli Stati Uniti

La decisione dell'Opec+ di tagliare la produzione di petrolio è «inutile e poco saggia», è negativa per l'economia mondiale e «non appropriata nella circostanze che ci troviamo ad affrontare», sostiene il segretario al Tesoro americano Janet Yellen in un'intervista al Financial Times, premendo affinché vengano consegnati il più rapidamente possibile gli aiuti promessi all'Ucraina.

 

YELLEN BIDEN 3

«Dobbiamo vedere gli impegni presi in termini di aiuti rispettati. E' essenziale che i fondi arrivino all'Ucraina il più rapidamente possibile», mette in evidenza Yellen. Anche il ministro del Petrolio e del Gas libico, Mohammed Aoun, commenta a margine della fiera "Africa Oil Week", il taglio alla produzione di petrolio annunciato dall'Opec+: «Riteniamo che questa decisione sia saggia, stabilizzerà il mercato che non sarà più soggetto a forti rialzi e ribassi».

 

Reazione

Sono varie le ipotesi sulla reazione che gli Usa stanno preparando contro l'Opec+ che ha tagliato la produzione di petrolio per far salire i prezzi offrendo ossigeno economico alla Russia e tagliando ossigeno elettorale a Joe Biden che soffrirà di un più che probabile rincaro della benzina negli Usa a poche settimane dal voto di midterm. Il presidente ha detto ai giornalisti che per rispondere all'Opec+ «ci sono varie alternative ma non abbiamo ancora deciso».

BIDEN E BIN SALMAN

 

Il Wall Street Journal fa un esame delle ipotesi in campo: si va dal congelamento dei beni dei dirigenti di Paesi Opec negli Usa al ritiro delle truppe americane da Arabia Saudita ed emirati. Ma al di là delle ritorsioni, resta il problema di calmierare i prezzi e qui gli spazi di manovra secondo il quotidiano finanziario sono ristretti, perché Biden nello scorso novembre proprio per ridurre il costo della benzina alla pompa aveva ordinato di immettere sul mercato un terzo delle riserve strategiche di petrolio degli Stati Uniti. Ciò ha ridotto le riserve a un limite sotto il quale Washington non potrebbe scendere senza violare accordi internazionali, per cui questa leva è difficilmente utilizzabile ancora.

 

Ricadute

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Dunque la guerra in Ucraina determina ricadute geopolitiche sempre più importanti a livello energetico. Secondo gli analisti il taglio di produzione da parte dell’Opec è un vero e proprio schiaffo agli Usa, alleato storico dell’Arabia Saudita, e un assist a Putin, sempre più in difficoltà sul terreno militare e con l’economia che rischia il default nel giro di poche settimane.  Il taglio di 2 milioni di barili al giorno appare cone un favore alle esportazioni russe, visto che l’embargo occidentale non determina comunque un calo della domanda.

 

Gli effetti del taglio

 

PETROLIO RUSSIA

L’Opec Plus è l’organizzazione dei Paesi produttori di petrolio che comprende anche la Russia. Dopo una riunione a Vienna ha deciso di tagliare di due milioni di barili al giorno la produzione di greggio a partire da novembre.  «L’Arabia Saudita ha messo l’Opec in rotta di collisione con il mondo libero.

 

Si è schierata con la Russia in nome di una gestione protettiva del mercato petrolifero, proprio mentre i consumatori di tutto il mondo stanno lottando contro l’inflazione e l’aumento del costo della vita», sottolina Bill Farren-Price, osservatore veterano dell’Opec presso la società di consulenza Enverus.

 

arrivo di joe biden in arabia saudita

«Ci saranno sicuramente conseguenze politiche per Riyadh». Il presidente Usa, Joe Biden si è detto deluso dalla «decisione miope dell’Opec di tagliare le quote di produzione mentre l’economia globale continua» ad affrontare l’impatto negativo dell’invasione di Putin dell’Ucraina, secondo quanto riferito dal consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, e dal direttore del National Economic Council, Brian Deese.

 

«In un momento in cui mantenere la fornitura globale di energia è estremamente importante – prosegue la Casa Bianca – questa decisione avrà il maggiore impatto negativo sui Paesi a basso e medio reddito che già hanno difficoltà a causa dei prezzi elevati dell’energia. Alla luce di questa azione, l’amministrazione Biden si consulterà anche con il Congresso su strumenti aggiuntivi ed autorità per ridurre il controllo dell’Opec sui prezzi dell’energia. Questo taglio ci ricorda perché sia così cruciale che gli Stati Uniti riducano la dipendenza degli idrocarburi stranieri».

joe biden arriva a gedda

 

Nuovi accordi

Il ministro dell’energia dell’Arabia Saudita, il principe Abdulaziz bin Salman, ha respinto i suggerimenti secondo cui i tagli del cartello danneggerebbero i consumatori, sostenendo che le azioni del gruppo sono volte a incoraggiare gli investimenti a lungo termine nella produzione di petrolio. Secondo il Wall Street Journal l’amministrazione Usa sta negoziando .un accordo col Venezuela, che riprenderebbe le esportazioni di petrolio in cambio del dialogo con l’opposizione per tenere elezioni nel 2024. Caracas esporta ora 450.000 barili al giorno, ma potrebbe raddoppiarli in breve tempo. Sullo sfondo l'ipotesi di un’intesa con l’Iran in chiave anti-saudita.

mohammed bin salman