INFURIA LA GUERRA TRA CATTOLICA E IL SUO EX AD, ALBERTO MINALI - AUDIT PER UNA SERIE DI SPESE, SPONSORIZZAZIONI RUGBY (27 MILIONI) E UNA FATTURA DI 61.000 EURO ALLA FONDAZIONE RENZIANA EYU, CON REFERENTE FRANCESCO BONIFAZI (ALL'EPOCA ANCHE TESORIERE DEL PARTITO). C'È DUNQUE DA ASPETTARSI UNA FURIOSA BATTAGLIA LEGALE. INOLTRE QUESTE ORE SONO DECISIVE PER LA CANDIDATURA DI MINALI AL VERTICE DI MPS

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Claudio Antonelli per “la Verità”

 

alberto minali

IL braccio di ferro tra Cattolica e il suo ex ad, Alberto Minali, prosegue. Anzi accelera. Dopo un lungo cda la compagnia assicurativa veronese ha emesso un laconico comunicato per fare sapere al mercato che la cancellazione delle deleghe (in data 31 ottobre scorso) e il conseguente demansionamento sono avvenuti per giusta causa.

 

Per tanto al manager veneto per il momento ancora consigliere delegato, riceverà come compenso per il 2019 poco più di 420.000 euro e nulla di più. Gli verrà chiesto di riconsegnare auto e computer e poi starà a lui scegliere se rimanere nel cda o intraprendere un' altra strada.

 

Anche se la più probabile nel breve è quella legale. Il cda ha anche deciso di dare mandato ai suoi legali per valutare estremi per l' azione di responsabilità in relazione a una serie di spese di cui La Verità ha scritto nei giorni scorsi. Cioè sponsorizzazioni per il mondo del rugby che per sette anni valgono circa 27 milioni. Oltre a singoli eventi che potrebbero portare i costi a quota 30 milioni. L' annuncio velato di una causa imminente nascerebbe dall' audit avviato lo scorso novembre a seguito della rottura.

 

CATTOLICA ASSICURAZIONE

Emerge che il 29 gennaio del 2018 Cattolica ha pagato alla fondazione Eyu, con referente il senatore piddino e renziano Francesco Bonifazi (all' epoca anche tesoriere del partito) una fattura di 61.000 euro per avere in cambio un report di una trentina di pagina (solo fronte, specifica l' audit) contenti un elenco di proposte di legge in materia assicurativa e previdenziale di cui vengono illustrati i contenuti e le finalità.

 

Paolo Bedoni

 «Oltre a rilevare la potenziale atipicità e inusualità del servizio richiesto alla fondazione», si legge nel documento, «che, secondo quanto stabilito dalla procura, avrebbe dovuto comportare un' informativa al consiglio di amministrazione, si sottolinea l' estrema delicatezza del rapporto instaurato con tale istituzione, per la quale sarebbero state auspicabili misure di cautela e tracciatura, anche ai fini della mitigazione dei rischi di violazione del modello organizzativo 231». In pratica, i revisori suggeriscono al cda di prendere le distanze dall' elargizione. Forse perché le modalità non paiono dissimili da quelle che hanno travolto l' immobiliarista Luca Parnasi.

LUCA PARNASI

 

 L' imprenditore romano aveva pagato 150.000 euro per una ricerca di qualche decina di pagine con un focus sull' immobiliare. La fattura di Eyu intestata a Penta Pigna srl era, a detta dello stesso Parnasi - sentito lo scorso anno dai pm - «un modo per far affluire liquidità al Pd». Comprensibile che nella battaglia tra Cattolica e il suo ex ad, l' azienda voglia mettere le mani avanti.

Tanto più che la consulenza, non essendo passata dal cda, risulta come richiesta ad personam. Nessun dubbio infatti, che per un simile importo a Minali non servisse il parere del cda.

 

francesco bonifazi

Ma la natura politicamente sensibile della controparte e di Bonifazi avrebbero suggerito un differente iter. Contattati, i consulenti legali dell' ex ad confermano il pagamento della fattura spiegando che l' incarico era stato affidato a un consulente ex McKinsey, da anni conoscente di Minali. A cose fatte, il manager avrebbe ricevuto una fattura destinata a Cattolica da parte di Eyu. Via agenzia, il manager ha precisato che «è avvenuta nel consiglio del 31 ottobre 2019 una revoca peraltro resa espressamente e testualmente senza giusta causa, e sulla quale stanno effettuando approfondimenti anche le autorità competenti».

 

Aggiungendo che si riserva di «tutelare i propri interessi sia professionali che di immagine nelle sedi appropriate. Deplora inoltre il continuo stillicidio di informazioni false e tendenziose che trapelano sulla stampa con il solo scopo di ledere la sua reputazione, a tutela della quale valuterà ogni più opportuna azione».

 

Il riferimento è a quella parte di audit che lo difende dal punto di vista numerico, specificando che non c' è «evidenza di distonie o difformità rispetto ai dati elaborati dall' interno e che non vi siano comportamenti in violazione della procura conferita».

 

C' è dunque da aspettarsi una furiosa battaglia legale. Minali si aspettava una buonuscita che coprisse l' intero contratto e non il pagamento del compenso dovuto fino al 31 ottobre. Inoltre queste ore sono decisive per la candidatura al vertice di Mps. Tra oggi e domani dovrebbero uscire le liste promesse dal Mef: il manager veronese concorre assieme all' ex direttore generale di Creval, Marco Selvetti, e a Fabio Innocenzi, già Ubs. Mentre a fine aprile si giocherà la partita della governance di Cattolica. Minali e il presidente Paolo Bedoni era e restano su fronti opposti.