DI MALE INPGI – SLITTA ANCORA IL COMMISSARIAMENTO DELL’ENTE DI PREVIDENZA DEI GIORNALISTI, CHE SEMBRAVA DESTINATO AL 30 GIUGNO E POTREBBE ESSERE SPOSTATO AL 31 DICEMBRE GRAZIE A UN EMENDAMENTO DI DUE DEPUTATI PD. CON IL RISCHIO DI UN CONTRIBUTO STRAORDINARIO CHE SAREBBE UNA “MAZZATA” PER I GIORNALISTI “ATTIVI” – E INTANTO IL BUCO DI 200 MILIONI CONTINUERÀ AD AUMENTARE, DIVORANDO L'INTERO PATRIMONIO...

-

Condividi questo articolo


INPGI INPGI

1 - INPGI, BREVE STORIA DI UN’EUTANASIA - L’ENTE DI PREVIDENZA DEI GIORNALISTI RISCHIA IL DEFAULT (SOLO UN RITORNO NELL’INPS POTRÀ GARANTIRE LA SOSTENIBILITÀ NEL LUNGO PERIODO DELLE PENSIONI) - IL BUCO DI 200 MILIONI CONTINUERA’ AD AUMENTARE, DIVORANDO L’INTERO PATRIMONIO. L’IDEA FOLLE DELLA "DEPORTAZIONE" DEI COMUNICATORI E IL BUBBONE DEI 270 MILIONI DI EURO DI CONTRIBUTI MAI RISCOSSI DALLE AZIENDE EDITORIALI - DAGOSPIA, 12 GENNAIO 2021

https://www.dagospia.com/rubrica-4/business/inpgi-breve-storia-rsquo-eutanasia-rsquo-ente-previdenza-257835.htm

 

 

2 - CRISI INPGI, IPOTESI "MAZZATA" PER I GIORNALISTI: 1% DI CONTRIBUTO STRAORDINARIO

Da www.today.it

 

INPGI INPGI

Il bilancio del 2020 dell'Inpgi, l'Istituto di previdenza dei giornalisti, mostra un buco della sola gestione previdenziale di circa 200 milioni. Un peggioramento, nel corso dell'ultimo decennio, continuo e netto, che nessuno è riuscito a risanare con efficacia. E' stato calcolato che "a fronte di 15mila attivi ci siano ormai quasi 10mila pensionati", ricorda Fabio Pavesi. Il rapporto che garantisce la sostenibilità sarebbe di almeno 3 a 1 se non 4 a 1. Siamo a 1.5.

 

Le motivazioni principali affondano le radici nella crisi del settore editoriale (sempre meno le assunzioni), ma, anche e soprattutto, a una pervicace inerzia di diverse categorie in gioco, dai dirigenti Inpgi all'Ordine dei giornalisti passando per gli organi governativi vigilanti.

 

Marina Macelloni Marina Macelloni

Con i tagli dei costi avviati nelle piccole autoriforme recenti si parla di pochi milioni in un mare magnum di centinaia e destinato a crescere. Mentre il deficit continua ad aumentare e si rimanda la fusione con l'Inps - l'Inpdai, istituto di previdenza dei dirigenti d'azienda, prima di essere inglobato nel 2003 era in una buca da 600 milioni - si affastellano tentativi di salvataggio che, a detta degli esperti, non sono altro che "prolungamenti d'agonia".

 

Nel frattempo slitta ancora il commissariamento dell’ente, che sembrava destinato al 30 giugno e potrebbe invece essere spostato al 31 dicembre grazie a un emendamento di due deputati del Pd. L'ultima 'trovata', emersa alla vigilia del Cda del 23 giugno, prevede un'ulteriore sacrificio degli attivi, ovvero un "incremento fino a 10 anni del contributo dovuto dai giornalisti attivi nella misura dell’1 per cento".

 

inpgi inpgi

Ne dà notizia un gruppo di consiglieri generali di minoranza, che ha scritto una lettera-appello affinchè non sia approvata la delibera considerata "largamente peggiorativa". "La manovra correttiva ipotizzata dalla maggioranza del cda dell’Inpgi finalizzata al vano tentativo di riequilibrare i conti dell’Istituto e di scongiurare il commissariamento dello stesso – reso ormai inevitabile e obbligatorio sulla base di quanto espressamente previsto dal decreto legislativo 509 del 1994 – contempla tra le misure in approvazione un incremento fino a 10 anni del contributo dovuto dai giornalisti attivi nella misura dell’1%", scrivono.

 

MARINA MACELLONI MARINA MACELLONI

"Si tratterebbe, a nostro parere, di un balzello odioso, iniquo, punitivo e assolutamente ininfluente ai fini del richiesto risanamento dei conti. Odioso perché andrebbe ad intaccare ulteriormente una retribuzione che negli ultimi anni, per effetto delle sciagurate e spesso unilaterali decisioni degli editori, ha visto sempre più assottigliarsi la busta paga dei sopravvissuti giornalisti contrattualizzati con l’articolo 1. Iniquo e punitivo perché i giornalisti italiani diventerebbero così gli unici lavoratori italiani dipendenti a dover versare per la loro futura pensione un contributo nella misura del 10,19 per cento, superiore a quello del 9,19 per cento che continuerebbe invece a gravare sui lavoratori assicurati presso l’Inps", proseguono.

 

INPGI INPGI

E i benefici sarebbero ancora infinitamente inferiori ai danni: "Il gettito che se ne ricaverebbe sarebbe certo di una qualche consistenza, ma inquadrato nella contabilità generale appare del tutto irrisorio e non potrebbe fronteggiare le reali esigenze scaturenti dal computo attuariale, che nel medio-lungo periodo ipotizza buchi di bilancio ancor più consistenti e quindi esiziali per la sopravvivenza dell’Istituto", concludono i consiglieri.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…