1. MARCHIONNE METTE IL TURBO ALLE SUE AZIONI (FERRARI-FIAT) E IMPINGUA IL SUO GIA’ RICCO C/C DI 60 MILIONI MA FINISCE FUORI STRADA PROPRIO SUL CORRIERONE DEGLI AGNELLI & C. 
2. CON UN DURISSIMO EDITORIALE DI PRIMA PAGINA A FIRMA SALVATORE BRAGANTINI IL QUOTIDIANO DIRETTO DA FLEBUCCIO DE BORTOLI, SCACCIATO DA VIA SOLFERINO PER VOLONTA’ DEI TORINESI, ACCUSA MARCHIONNE ED ELKANN DI FUGGIRE CON LA CASSA DALL’ITALIA PORTANDO ALL’ESTERO I GIOIELLI DI FAMIGLIA DELL’AVVOCATO (FIAT E “ROSSE” DI MARANELLO)
3.  IL TUTTO CON LA BENEDIZIONE DI RENZI, CHE TRA UNA LOTTIZZAZIONE AL GIORNO (ALTRO CHE ROTTAMAZIONI!) PUNTA A UN DIRETTORE AMICO ANCHE NEL QUOTIDIANO MILANESE IN AGONIA 

Condividi questo articolo


de bortoli de bortoli

1 - STIPENDIO E PREMIO FUSIONE FCA, A MARCHIONNE 60 MILIONI

F. D. R. per il “Corriere della Sera”

 

L’amministratore delegato di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, ha ricevuto per l’anno 2014 un compenso complessivo di 31,3 milioni di euro. La cifra emerge dal bilancio 2014 di Fiat Chrysler Nv, il primo dopo lo spostamento della sede legale in Olanda, che fornisce in trasparenza una serie di dettagli anche sulla remunerazione futura del top management e del Ceo. 

SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN


L’importo assegnato a Marchionne è suddiviso in uno stipendio di 6,6 milioni, composto da 2,5 milioni di retribuzione fissa e 4 milioni di variabile, più una una tantum per «specifiche transazioni ritenute eccezionali in termini di importanza strategica e di effetto sui risultati aziendali». Il riferimento è alla «visione e alla guida di Marchionne nel processo di formazione di Fca che ha creato enorme valore per l’azienda,i suoi azionisti, i suoi dipendenti e i suoi stakeholders».

fiatbrasile mln fiatbrasile mln

 

Agnelli Marchionne Agnelli Marchionne

Dal bilancio emerge inoltre che il consiglio ha deciso di sottoporre all’assemblea degli azionisti, convocata per il 16 aprile ad Amsterdam, l’assegnazione a Marchionne di un’ulteriore una tantum, pari a 1,62 milioni di azioni («restricted stock units»), il cui valore ai prezzi attuali di mercato sarebbe pari a 23 milioni di euro. E questo porterebbe la retribuzione complessiva incassata del ceo di Fca nel 2014 a 54 milioni di euro. 

marchionne elkann x marchionne elkann x


Nella retribuzione di Marchionne rientra infine anche un bonus da 12 milioni di euro, deciso dai consiglieri indipendenti di Fca, spiega l’annual report depositato dal gruppo automobilistico, che verrà però percepito dal manager solo nel momento in cui lascerà l’azienda. 

 

2 - LETTERE AL “FOGLIO”

Claudio Cerasa per “il Foglio”

 

IL NUOVO LOGO DI FIAT CHRYSLER AUTOMOBILES IL NUOVO LOGO DI FIAT CHRYSLER AUTOMOBILES

[…] E il caso Ferrari mi sembra incredibile per due ragioni. Primo: perché mi sembra evidente, lo abbiamo spiegato a lungo, che la famiglia Agnelli nei prossimi anni, verso il 2018, si prenderà la Ferrari e si libererà della Fiat. Secondo: perché mi sembra evidente che un governo come quello guidato da Renzi non può non porsi nemmeno una domanda sul perché uno dei gioielli italiani sceglie di trasferire fuori dall’Italia la sua sede legale. Semplice no?

 

3 - LA FERRARI (ITALIANA?) AL GRAN PREMIO DELLA FINANZA

john elkann e sergio marchionne consegnano la lancia thema presidenziale a giorgio napolitano john elkann e sergio marchionne consegnano la lancia thema presidenziale a giorgio napolitano

Salvatore Bragantini per il “Corriere della Sera”

 

Sergio Marchionne — amministratore delegato del gruppo Fiat Chrysler Automobiles (Fca) e in procinto di diventarne uno dei maggiori azionisti privati — sa come solleticare l’interesse della comunità finanziaria.   Anche se mancano ancora parecchi mesi alla quotazione in Borsa delle azioni di Ferrari Spa, l’attenzione generale è periodicamente attratta dalle notizie sull’operazione; da ultimo per le affermazioni rilasciate da Marchionne al Salone dell’Auto di Ginevra.   

 

JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE ED EMILIO BOTIN FOTO LAPRESSE JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE ED EMILIO BOTIN FOTO LAPRESSE

Qual è il senso complessivo della quotazione di Ferrari, per gli azionisti Fca e per l’Italia? La quotazione avverrà per scissione, quindi agli azionisti Fca (e ai sottoscrittori del convertendo che Fca sta per emettere) saranno assegnate direttamente azioni Ferrari ora detenute da Fca. 

 

Sul mercato andrà in vendita solo un 10% di Ferrari, anche se Marchionne ha affermato che il 10% è troppo poco per le richieste del mercato. Addirittura pare ci sia chi vorrebbe comprarlo in blocco. 
 

MARCHIONNE MONTEZEMOLO YAKI ELKANN MARCHIONNE MONTEZEMOLO YAKI ELKANN

Con la scissione, Fca dirà addio a Ferrari, oggi controllata al 90%; post-collocamento quella quota prima scenderà all’80% e poi sarà spalmata sul suo azionariato. Fca si priverà quindi del marchio più scintillante, a beneficio dei suoi azionisti, ovviamente pro-quota. Il controllo diretto di Ferrari passerà così al gruppo Agnelli-Elkann, tramite la capogruppo quotata Exor.

 

Il gruppo Fca perde un gioiello ma le sue lacrime dovrebbero essere addolcite dal dividendo straordinario di 2 miliardi che Ferrari potrebbe pagargli prima della scissione per compensarlo in parte della perdita; quasi un divorzio d’oro. 

fiat sciopero fiat sciopero


Quando la polvere si poserà, Exor controllerà ancora Fca al 30% (e al 46% dei diritti di voto, grazie alle leggi dell’Olanda, ove essa ha spostato la sede legale) e Ferrari al 25%. Mentre la partecipazione in Fca pare destinata a diluirsi in occasione del prevedibile accordo con un altro grande costruttore, quella in Ferrari dovrebbe diventare il gioiello della corona; quasi un polo del lusso secondo Marchionne. 


Al Salone di Ginevra l’ad Fca è tornato a dire che lo spostamento della sede, legale o fiscale, di Ferrari è, per ora, solo un’ipotesi allo studio; non è ancora il momento della decisione. Anche se l’Italia ora permette ai soci stabili il raddoppio dei diritti di voto (e addirittura la loro triplicazione nelle società non quotate) è in verità probabile che la maggiore agilità del voto multiplo all’olandese spinga verso il Nord anche la sede legale Ferrari. 

SALVATORE BRAGANTINI CONSULENTE BORSA SALVATORE BRAGANTINI CONSULENTE BORSA


A Ginevra Marchionne ha ribadito l’impegno a mantenere comunque le attività produttive di Ferrari in Italia, anche se, in generale, il gruppo Agnelli-Elkann da dieci anni, dalla scomparsa in rapida successione di Gianni e Umberto Agnelli, ha proseguito nella sua strategia di internazionalizzazione con conseguente spostamento del baricentro al seguito dei propri interessi finanziari. Il grande e riuscito azzardo dell’acquisizione di una Chrysler sull’orlo della bancarotta (e che nessuno voleva) ne è stato parte integrante; qui il merito va tutto riconosciuto a Marchionne. 


La capogruppo è ora l’Exor, che controlla tre grandi gruppi, tutti aventi sede all’estero: a parte Cushman & Wakefield, operante nell’immobiliare e in via di cessione, si tratta di Fca e di Case New Holland (macchine agricole e movimento terra). Entrambe hanno sede a Londra; i loro impianti produttivi, dopo la fusione con Chrysler, sono ormai in maniera preponderante collocati all’estero. 

cmt28 elicottero marchionne elkann cmt28 elicottero marchionne elkann


A questa linea di tendenza del gruppo dovrebbe far eccezione proprio e solo Ferrari. Possiamo augurarcelo, contando che le peculiarità del glorioso marchio delle «rosse» riescano a tenerlo agganciato all’Italia, e a Maranello in particolare. Va bene sperare, ma il dubbio, più che lecito, è doveroso. 


Chi abbia ancora a cuore il destino del nostro Paese, messo a rischio da una pericolosa ventata di deindustrializzazione, non può non segnalare i rischi ai quali siamo esposti. Non si tratta solo dei cosmopoliti Marchionne ed Elkann; anche buona parte della nostra classe dirigente pare affetta da una ingiustificata (e preoccupante) disaffezione verso l’Italia e ne sottovaluta le potenzialità, così apprezzate, nonostante tutti i noti problemi, all’estero.

MARCHETTI ELKANN MARCHETTI ELKANN

 

Non bastano le parole, bisogna operare per prevenire i rischi non solo economici, anche sociali, di questa strisciante ritirata imprenditoriale. Non per cieco ottimismo; nei decenni passati il Paese ha sempre premiato chi ha tenuto botta. 
 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...