ORA CHE È L’ITALIA E NON BERLUSCONI A ESSERE “UNFIT” NESSUNO SI CALCOLA L’ECONOMIST – GALLI DELLA LOGGIA: “SORPRENDE L'ECO LIMITATISSIMA CHE HA AVUTO LA DIAGNOSI SPIETATA DELLA SITUAZIONE ITALIANA CHE HA FATTO NEL SUO NUMERO IN EDICOLA” – “IN ALTRI TEMPI SI SAREBBERO LEVATE VOCI DI PROTESTA; OGGI NO. PERCHÉ FORSE È AI NOSTRI STESSI OCCHI CHE ORMAI LE COSE STANNO REALMENTE COSÌ”

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Ernesto Galli Della Loggia per il “Corriere della Sera”

 

Fino a pochi anni fa l'Italia e la sua stampa si mostravano sensibilissimi a ogni critica nei nostri confronti provenisse dall'estero. E spesso con i toni di una patetica permalosità salvo che oggetto delle critiche fossero il capo e il governo del partito avversario (ad esempio Berlusconi), nel qual caso la fonte della critica straniera diveniva ipso facto un indiscutibile oracolo di Delfi.

 

ernesto galli della loggia

Con tali precedenti sorprende l'eco limitatissima (non su questo giornale) che ha avuto la diagnosi spietata della situazione italiana che nel suo numero in edicola ha fatto l'Economist . Poco importa che si possa discutere sull'esattezza di certe classifiche, di questo o quel dato. Quel che conta è il giudizio complessivo.

 

GIUSEPPE CONTE MEME

La nostra economia non cresce da decenni, le imprese straniere comprano a man bassa i nostri marchi e le nostre imprese, grazie a leggi e procedure sciagurate la burocrazia è in grado di paralizzare ogni cosa, e infine, priva di qualsiasi idea direttrice la classe dirigente spreca risorse e non è capace di porre rimedio a niente.

 

Insomma, ci dice il settimanale inglese - che, non lo si dimentichi, ispira e al tempo stesso riflette l'opinione di chi nel mondo più conta - siamo un Paese in pieno declino. Nell'arena mondiale valiamo poco o nulla. In altri tempi si sarebbero levate voci di protesa; oggi no. Perché forse è ai nostri stessi occhi che ormai le cose stanno realmente così.

 

le copertine di the economist contro berlusconi

Perché forse abbiamo noi stessi ormai introiettato come un fatto acquisito la decadenza del Paese ed è per questo che non facciamo una piega se qualcuno la nota e ne parla. Solo l'universo politico acquartierato nel centro di Roma tra auto blu in terza fila e portaborse, sembra non rendersi conto di nulla. Del resto se pure si accorgesse della reale situazione in cui versa l'Italia, che altro potrebbe fare se non misurare la propria incapacità di concepire un'idea, di mobilitare energie, di battersi per la salvezza?

GIUSEPPE CONTE COME ARLECCHINO SERVO DI DUE PADRONI LUIGI DI MAIO E MATTEO SALVINI THE ECONOMIST
why silvio berlusconi is unfit to lead italy la copertina di the economist

 

 

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