RCS: IL 15% DELL’AUMENTO RESTA INOPTATO - DA MARTEDÌ SE LO LITIGHERANNO DELLA VALLE ED ELKANN

Mercati perversi: più lavoro in Usa? Meno soldi gratis dalla Fed. E la borsa di Milano, che cresceva, crolla (-1,7%) - Gianni di Giovanni da Eni a capo dell’Agi - Cucchiani: “Sciogliere il patto Rcs? Decideremo a fine aumento” - Falck: avanza Enrico - I grillini spengono Iren - Sea, per Modiano la prova degli stipendi d’oro…

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1 - CRISI: SPREAD BTP CHIUDE A 270 PUNTI BASE
(ANSA) - Lo spread tra il Btp e il Bund tedesco archivia la settimana a 270 punti base, col tasso sul decennale del Tesoro al 4,41%. Il differenziale della Spagna si attesta a 292 punti base col rendimento dei Bonos al 4,64%.

obama e bernankeobama e bernanke

2 - BORSA: IL LAVORO USA NON ARGINA I REALIZZI, MILANO PERDE L'1,74%
Radiocor - I dati oltre le attese sul mercato del lavoro non salvano dai realizzi le Borse europee, che dopo lo sprint di ieri chiudono in rosso. Il mercato teme infatti che la Fed, a fronte di questi dati cosi' buoni, possa annunciare a breve una riduzione degli stimoli monetari. A Milano l'Ftse Mib chiude a -1,34% trascinato al ribasso da Telecom Italia (-3,6%), che paga il downgrade di Equita e la fine delle trattative con 3 Italia, da Fiat Industrial (-2,6%) Buzzi (-2,5%) ed Eni (-2,5%).

Negative anche le principali banche con Intesa Sanpaolo e Unicredit in rosso di oltre il 2%, mentre in cima al listino spicca ancora Mediaset (+3,7%), sui massimi da due anni grazie all'annuncio di un'inversione di rotta, a luglio, della raccolta pubblicitaria. Acquisti anche su GTech (+3,2%), promossa da Nomura, e su Fondiaria Sai (+1,6%). Avanza anche A2A (+1%) al termine di una settimana in cui ha abbattuto il debito di oltre 80 milioni. Sul resto del listino nel fina le balza Rcs (+5,7%). Sul mercato valutario l'euro si attesta a 1,283 dollari mentre il petrolio guadagna un altro punto percentuale con il Wti a 102,35 dollari al barile.

DELLA VALLE ELKANNDELLA VALLE ELKANN

3 - RCS: AUMENTO DI CAPITALE SOTTOSCRITTO ALL'85%, 15% INOPTATO
Radiocor - L'aumento di capitale di Rcs e' stato sottoscritto all'85%, il 15% e' inoptato. E' quanto risulta a Radiocor.

4 - RCS: DELLA VALLE, ESERCITATI TUTTI DIRITTI, QUOTA ALL'8,81%
Radiocor - Di.Vi. Finanziaria e Dorint Holding, societa' controllate da Diego Della Valle, comunicano di aver esercitato oggi tutti i diritti di opz ione alle medesime spettanti (complessivamente 9.556.379) sottoscrivendo, per l'effetto, complessivamente 28.669.137 azioni ordinarie Rcs Mediagroup. Pertanto ad esito dell'aumento di capitale DI.VI. Finanziaria e Dorint Holding deterranno complessivamente 38.225.516 azioni ordinarie di RCS Mediagroup pari, in caso di integrale sottoscrizione delle azioni ordinarie offerte da Rcs Mediagroup, all'8,81% del capitale rappresentato dalle azioni di tale categoria.

Enrico Cucchiani Giovanni Bazoli Banca IntesaEnrico Cucchiani Giovanni Bazoli Banca Intesa

5 - RCS: CUCCHIANI, SCIOGLIERE PATTO? TUTTI SOCI VALUTERANNO A FINE AUMENTO
Il Sole 24 Ore Radiocor - 'Sciogliere il patto Rcs? Come lo valuto io e' irrilevante, l'importante sara' la valutazione di tutti i soci che verra' fatta alla fine dell'aumento di capitale con buon senso e sulla base di elementi di carattere oggettivo'. Cosi' Enrico Cucchiani, numero uno di Intesa Sanpaolo, a margine della presentazione di nuovi prestiti per oltre 650 milioni erogati con Bei, ha risposto a chi gli chiedeva commenti sulla situazione del gruppo editoriale.

ALESSANDRO PROFUMO ENRICO CUCCHIANI DAVID THORNE FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USAALESSANDRO PROFUMO ENRICO CUCCHIANI DAVID THORNE FOTO DA FLICKR AMBASCIATA USA

Interrogato invece sulle rassicurazioni che avrebbe ricevuto Diego Della Valle, pronto a salire al 20%, da alcuni soci, Cucchiani ha commentato: 'Non sono il ventriloquo di Della Valle, ribadisco che la sede opportuna per la sintesi di tutte queste valutazioni sara' alla fine dell'aumento'. Infine, riguardo un possibile conflitto tra Fiat e Della Valle, il banchiere ha concluso: 'sono un figlio dei fiori, sono un uomo di pace e non credo nella guerra. Credo si possano trovare soluzioni ragionev oli nell'interesse della societa'. Tutti abbiamo a cuore il ripristino di una situazione solida per un grande gruppo editoriale'.

6 - DI GIOVANNI È IL NUOVO AD DELL'AGI
Da "la Stampa" - Il Consiglio d'amministrazione dell'Agenzia Giornalistica Italia (Agi) ha nominato ieri amministratore delegato Gianni Di Giovanni e ha conferito l'incarico di presidente a Massimo Mondazzi. Di Giovanni, che lascia la direzione della External Communication di Eni, sostituisce alla guida dell'agenzia Daniela Paola Viglione, che l'azienda ha ringraziato «per il lavoro svolto dal 2005».

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7 - FALCK SPA: AVANZA NUOVA GENERAZIONE CON ENRICO, PASSO INDIETRO DI FEDERICO
Radiocor - Il Cda di Falck Spa ha nominato alla presidenza Enrico Falck, figlio dello scomparso Alberto che guidava l'ex impero dell'acciaio di Sesto San Giovanni. Subentra allo zio Federico, attuale numero uno di Falck Renewables. Secondo quanto appreso dall'agenzia Radiocor, il 28 giugno si e' tenuta l'assemblea degli azionisti di Falck Spa che ha nominato i consiglieri per il triennio 2013/2015.

Federico FalckFederico Falck

Il consiglio, riunitosi poi dopo l'assise, ha deliberato di nominare presidente Enrico Falck (classe 1975), vice presidente Guido Corbetta e consigliere delegato Piero Manzoni (attuale a.d. di Falck Renewables). Gli altri componenti del consiglio sono: Marco Agostini, Federico Falck, Filippo Marchi e Alessandro Triscornia. Falck Spa e' controllata al 65,95% da Finmeria, la holding che fa capo alle famiglie Falck e Marchi.

8 - NATUZZI: SOSPENDE IL PIANO DI MOBILITA' FINO A META' OTTOBRE
Radiocor - Natuzzi, azienda pugliese titolare del marchio Divani&Divani, ha accettato di sospendere il piano di mobilita' per 1.726 dipendenti in Italia fino a meta' ottobre. Lo ha annunciato al termine del tavolo al ministero dello Sviluppo economico il sottosegretario Claudio De Vincenti. La trattativa prosegue con un tavolo tecnico convocato per il 15 luglio prossimo.

NATUZZI PASQUALENATUZZI PASQUALE

9 - I GRILLINI SPENGONO LE «FIAMME» DI IREN
S.Fi. per il "Sole 24 Ore" - Nella giornata più bollente, metereologicamente e non solo, dell'estate borsistica, con Piazza Affari che vola del 3,4%, Iren non si accoda all'euforia generale. Colpa di Beppe Grillo. E del contestato inceneritore. Il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, primo cittadino simbolo in Italia del Movimento 5 Stelle, ha "spento" l'impianto del termovalizzatore, di proprietà di Iren, dopo soli 4 giorni. Non va bene l'agibilità parziale presentata dalla municipalizzata.

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Per Iren, che ha già annunciato ricorso al Tar, una tegola pesante anche perché all'inceneritore di Parma è legato l'ingresso del fondo F2i di Vito Gamberale nella società di rifiuti di Iren. Una fiche da 80 milioni che se venisse a mancare sarebbe una notizia davvero pessima per Iren.

iren energiairen energia

E di conseguenza la Borsa ha reagito nervosamente, vendendo il titolo (-0,26%). Ora tutto, come troppo spesso accade in Italia, finisce nelle aule dei tribunali amministrativi. A meno che i Grillini non ci ripensino. Ma non sembrano di questa idea. Iren se ne faccia una ragione e si rassegni, tuonano i parlamentati di Grillo. D'altronde sul no all'inceneritore Pizzarotti si è giocato la sua elezione e con il M5S che ogni giorno perde pezzi, i grillini non possono permettersi altre defezioni.

PIETRO MODIANOPIETRO MODIANO

10 - SEA, PER IL BANCHIERE MODIANO LA PROVA DEGLI STIPENDI D'ORO
G.D. per il "Sole 24 Ore" - La rivoluzione, per ora solo annunciata, negli stipendi d'oro degli alti dirigenti della Sea è nelle mani di Pietro Modiano, il banchiere che il 26 giugno è stato nominato presidente della società aeroportuale controllata dal Comune di Milano. Modiano resta presidente della Carlo Tassara. Secondo la delibera dell'assemblea dei soci della Sea, a Modiano spetta un compenso annuo di 200mila euro lordi.

Tuttavia la sua busta paga potrebbe risultare più alta, perché Modiano esercita deleghe più ampie, a causa del rinvio della nomina del nuovo direttore generale. Accanto a palazzo Marino fa sentire la sua voce F2i (socio con il 44% del capitale), il fondo guidato dal combattivo Vito Gamberale. Gamberale è stato protagonista di un affondo sugli stipendi e ha mosso critiche alla gestione e ai risultati nell'assemblea il 24 giugno. F2i sottolinea che la redditività di Sea è inferiore ad altre società aeroportuali comparabili.

VITO GAMBERALEVITO GAMBERALE

Gli stipendi degli alti dirigenti Sea sono più alti degli altri aeroporti. L'ex presidente Giuseppe Bonomi ha percepito nel 2012 876mila euro lordi come direttore generale, cioè 204mila in più dell'a.d. di AdR, Lorenzo Lo Presti, però AdR è molto più grande di Sea. Bonomi è in uscita come direttore generale, un contratto firmato dall'ex sindaco Letizia Moratti gli riconoscerebbe una buonuscita di 1,6 milioni, salvo interventi di Modiano.

Secondo il sito della Sea Bonomi è ancora nel «management», con Modiano e altri cinque dirigenti, come «Chief executive officer» o Ceo. Oggetto delle critiche di Gamberale anche gli stipendi del numero due, il «Chief operating officer» e «Deputy Ceo» Giulio De Metrio, con 829mila euro lordi di compensi monetari, dei quali 116mila per una seconda carica, a.d. di Sea Energia, poi il «Chief corporate officer» Luciano Carbone, 611mila. Il Cfo, il direttore finanziario espresso da F2i, Michele Pallottini, ha ricevuto 416mila euro. Stellare il compenso dell'ex collegio sindacale, presieduto da Giancarlo Giordano, 220mila euro, più 150mila euro per ogni sindaco.

 

 

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