LA RETE UNICA NON È ANCORA REALTÀ, MA IL SUO “REGISTA” GIÀ SE NE VA – PIERPAOLO DI STEFANO, AD DI CDP EQUITY E VERO “KING MAKER” DELLA FUSIONE TRA OPEN FIBER E TIM, HA DECISO DI FARE UN PASSO INDIETRO. L’ADDIO È STATO CONCORDATO CON DARIO SCANNAPIECO, CHE STA CERCANDO IL POSSIBILE SUCCESSORE - INTANTO LA CASSA HA VENDUTO LA SUA QUOTA NELLA SOCIETÀ DI GESTIONE DEL FONDO FSI, GUIDATO DA TAMAGNINI...

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Sara Bennewitz per “la Repubblica”

 

PIERPAOLO DI STEFANO

Aria di rinnovamento in Cdp Equity, il braccio finanziario della Cassa Depositi e Prestiti che controlla partecipazioni come Aspi, Open Fiber, Nexi, Trevi e Webuild. Con la nuova gestione di Dario Scannapieco la società sta operando una pulizia e una rotazione del portafoglio, che presto potrebbe essere suggellata anche da una discontinuità ai vertici.

 

Stando a fonti finanziarie Pierpaolo Di Stefano, che dal 2019 è ad di Cdp Equity ed è stato rinnovato lo scorso marzo - avrebbe deciso di fare un passo indietro, d'accordo con l'attuale gestione e pronto a garantire un periodo di interregno e di passaggio di consegne.

 

dario scannapieco

Dopo anni di intenso lavoro, e dopo aver portato a termine operazioni importanti come l'acquisto di Aspi dall'Atlantia dei Benetton, la fusione tra Sia e Nexi, l'acquisto della maggioranza della rete di Open Fiber e la lunga negoziazione per la rete unica, vorrebbe tornare nel settore privato e quindi a Londra, dove è sempre rimasta la famiglia.

 

E così in sintonia con Scannapieco, avrebbe deciso di preparare il passaggio di testimone, pur dando la sua disponibilità a proseguire sulla strada tracciata per alcune situazioni delicate tra cui Trevi, gruppo in fase di ristrutturazione di cui la Cdp ha il 25,67% e di cui Di Stefano sarà nominato presidente l'11 agosto.

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La partita più grossa resta quella della rete unica, l'infrastruttura che nascerebbe dall'unione tra la rete di Open Fiber (60% di Cdp) e quella di Tim (di cui la Cassa è azionista al 9,9%) un'operazione che potrebbe diventare il più grande investimento di sempre mai fatto dalla Cassa.

 

PIERPAOLO DI STEFANO.

Di Stefano è sempre stato il "king maker" del dossier, lo è stato prima con Fabrizio Palermo - che l'ha chiamato da Citigroup in Cdp - e lo è anche adesso sotto la gestione di Scannapieco. Lo scorso maggio la Cassa ha firmato una lettera d'intenti con Tim, Macquarie e Kkr, per arrivare a un'offerta entro il 31 ottobre, ed è probabile che il manager resti a gestire almeno la questione che lo ha visto impegnato in prima linea negli ultimi due anni.

 

Cdp, interpellata su un possibile cambio ai vertici di Cdp Equity, ha smentito. Detto questo, stando a fonti attendibili sarebbe già partita la ricerca del sostituto attraverso un cacciatore di teste, e sarebbe già stata vagliata una rosa di possibili candidati.

 

Maurizio Tamagnini

Si cerca una figura professionale simile a quella di Di Stefano, ovvero un manager esperto di operazioni straordinarie, con un passato ai vertici di una banca d'affari di standing internazionale, pronto a portare avanti l'opera fatta fin qui.

 

Intanto ieri Cdp Equity ha annunciato la vendita del 39% nella società di gestione (sgr) del fondo Fsi guidato da Maurizio Tamagnini (e a breve potrebbe fare lo stesso con la Sgr di Quadrivio), anche se la Cassa resterà un importante investitore del fondo Fsi1, su cui ha puntato mezzo miliardo di euro.

DARIO SCANNAPIECO
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