IL RIGURGITO DEL LEONE - LE GENERALI DI GRECO CHIEDONO 60 MILIONI DI DANNI ALL'EX AD PERISSINOTTO – CAPITA L’ANTIFONA, IL SUO EX BRACCIO DESTRO AGRUSTI RINUNCIA AI 6 MILIONI DI LIQUIDAZIONE

Nel mirino degli avvocati l'operazione Capital Appreciation, che risale al 2000. L'investimento avviene in due tempi e vede le Generali sottoscrivere due differenti tranche di notes emesse da un veicolo off-shore caraibico denominato Capital Appreciation. La prima tranche è di circa 41 milioni, la seconda (dicembre 2002) di 11…

Condividi questo articolo


Laura Galvagni e Marigia Mangano per ‘Il Sole 24 Ore'

Una richiesta danni all'ex amministratore delegato delle Generali, Giovanni Perissinotto, limitata nel tempo (fino al 2001 quando ricopriva la carica di solo direttore generale), ma consistente nei numeri: 60 milioni di euro. E la rinuncia da parte dell'ex cfo Raffaele Agrusti alla liquidazione concordata in attesa del processo.

Giovanni PerissinottoGiovanni Perissinotto

Sono i primi passi, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, della complicata partita che riguarda la causa di lavoro promossa dalle Generali contro gli ex vertici di Trieste. Venerdì 28 marzo, secondo quanto appreso, sarebbe stato depositato il ricorso contro Perissinotto. Una causa che, come detto, mette sotto i riflettori l'operato del manager solo per gli anni che hanno preceduto la nomina ad amministratore delegato, ossia prima del 2001. La ragione è prettamente legale, non è infatti possibile promuovere una causa di lavoro contro chi ha ricoperto cariche di capo azienda. Verso cui, invece, è necessario procedere con un'azione di responsabilità in sede civile.

Giovanni PerissinottoGiovanni Perissinotto

Opzione al momento scartata ma rimasta sul tavolo se la causa di lavoro non dovesse dare i frutti sperati. Detto ciò, si osserva che la compagnia ha comunque depositato anche un'impugnativa per recuperare i denari a suo tempo riconosciuti al manager in forma di liquidazione, circa 12 milioni, al momento del suo addio al vertice. Peraltro, va sottolineato che, nonostante il limitato potere d'azione, i danni riscontrati dai legali negli anni in cui Perissinotto è stato dipendente del Leone di Trieste non sono affatto trascurabili, si parla di una cifra vicina ai 60 milioni.

Nel mirino degli avvocati, in particolare, è finita l'operazione Capital Appreciation. Si tratta di un'operazione complicata che risale al 2000. L'investimento avviene in due tempi e vede le Generali sottoscrivere due differenti tranche di notes emesse da un veicolo off-shore caraibico denominato Capital Appreciation. La prima tranche è di circa 41 milioni, la seconda (dicembre 2002) è di 11 milioni.

Entrambe le emissioni scadono a dicembre 2003, tuttavia vengono successivamente rinnovate di anno in anno fino al dicembre 2010 e risultano attualmente scadute. Capital Appreciation, oltre a non aver mai corrisposto gli interessi pattuiti, ha effettuato un rimborso parziale di 6 milioni solo a dicembre 2011.

mario grecomario greco

Stando a quanto ricostruito dalle Generali, i fondi ottenuti da Capital Appreciation sarebbero serviti per finanziare Sviluppo 24, società riconducibile a Finint. Sviluppo 24, a sua volta, avrebbe utilizzato quei denari per acquistare un compendio di immobili del gruppo Telit, di cui Generali era socia con il 32%. Tornando alla sola operazione Capital Appreciation, Generali ha rilevato poi che rispetto all'acquisto degli immobili il prezzo non risulta suffragato da alcuna perizia o altra documentazione e che, a verifiche ultimate, Sviluppo 24 dopo aver valorizzato gli asset ha registrato notevoli minusvalenze e sembrerebbe impossibilitata al rimborso delle notes se si esclude l'acconto di 6 milioni di euro e gli attivi residui che valgono poco più di 7 milioni.

Infine, Perissinotto, che nel 2002 era già amministratore delegato, chiamato in consiglio a spiegare il caso Telit, non avrebbe fatto alcun cenno al notes Capital Appreciation.

mario greco generalimario greco generali

Di pari passo, va avanti anche l'iniziativa legale contro Agrusti. La prima udienza delle Generali contro l'ex cfo davanti al giudice del lavoro era stata fissata per lo scorso 27 marzo. Quell'udienza, però, non si è mai tenuta. Agrusti ha infatti deciso di rinunciare, fino al termine del processo, a dare esecuzione all'accordo di transazione a suo tempo raggiunto e che gli riconosceva circa 6 milioni.

Questo ha reso di fatto inutile la richiesta di impugnativa a suo tempo presentata da Trieste che non si trova dunque "costretta" a versare la liquidazione al manager. La discussione nel merito e quindi l'avvio vero e proprio della causa di lavoro è prevista per il 27 maggio. Quel giorno si aprirà il confronto tra le parti.

AGRUSTIAGRUSTI

 

MARIO GRECO NUOVO AD DI GENERALI AL SUO ARRIVO NELLA SEDE MILANESE DELLA COMPAGNIAMARIO GRECO NUOVO AD DI GENERALI AL SUO ARRIVO NELLA SEDE MILANESE DELLA COMPAGNIA

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...