L’EUROPA È ALLA CANNA DEL GAS – MENTRE IL MINISTRO CINGOLANI CONTINUA A RIPETERE CHE “LA SITUAZIONE E’ SOTTO CONTROLLO”, GLI ANALISTI DEL THINK TANK BRUEGEL AMMETTONO CHE A QUESTO PUNTO È IMPOSSIBILE SOSTITUIRE IL METANO RUSSO CON QUELLO LIQUIDO: “LE MINORI IMPORTAZIONI POSSONO ESSERE COLMATE SOLTANTO RIDUCENDO LA DOMANDA” – L’UE SPINGE PER IL RAZIONAMENTO DA SUBITO. MENTRE CRESCE LA PRESSIONE SULL’OLANDA PER RIAPRIRE UN GRANDE GIACIMENTO A RISCHIO…

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Marco Bresolin per “La Stampa”

 

VLADIMIR PUTIN E IL GAS

«La situazione è sotto controllo», continua a ripetere il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, convinto che la riduzione dei flussi di gas russo degli ultimi giorni sarà compensata dalle forniture alternative già contrattate. Ma con il passare delle ore cresce il timore di uno stop totale, o comunque significativo delle consegne di metano in arrivo da Mosca.

 

Uno scenario che non lascerebbe molte soluzioni: secondo uno studio del think tank Bruegel, in Europa «la sostituzione del gas russo con quello liquefatto ha raggiunto il suo limite. Le minori importazioni dalla Russia possono essere colmate soltanto riducendo la domanda».

 

PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI

Per la commissaria europea all'Energia, il razionamento dovrebbe iniziare già oggi. Kadri Simson lo chiama «risparmio preventivo» e dice che dovrebbe riguardare sia l'industria che le famiglie «per evitare carenze in inverno e una situazione in cui sarà necessario ridurre alcuni settori industriali».

 

Se da un lato i singoli possono dare un contributo riducendo la temperatura dell'aria condizionata, sul fronte industriale per Bruxelles è fondamentale «dare la priorità alle attività che permettono un risparmio energetico».

 

«Se l'Ue lavora insieme, possiamo superare l'inverno senza utilizzare il gas russo» sostiene il premier sloveno Robert Golob, che ieri ha incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Le parole del primo ministro vogliono dire una cosa: gli Stati dovranno aiutarsi tra di loro con misure di solidarietà. È su questo che si concentrerà gran parte del piano al quale sta lavorando la Commissione europea in vista del 20 luglio.

 

DRAGHI PUTIN GAS

Finora la Russia ha tagliato totalmente le forniture a Polonia, Paesi Bassi, Grecia, Bulgaria, Danimarca e Finlandia, mentre le ha ridotte significativamente a Germania, Italia, Francia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Austria.

 

Nel mese di giugno la Spagna ha invece incrementato (rispetto a maggio) l'import di gas (liquefatto) dalla Russia per compensare il calo dei flussi dall'Algeria in seguito alle tensioni diplomatiche. Ma il governo di Madrid ha chiesto agli operatori di ridurre gli acquisti da Mosca.

 

La Commissione sta monitorando il riempimento degli stoccaggi e i Paesi che avranno i serbatoi pieni, come l'Italia, saranno chiamati a condividere il gas con chi è più in difficoltà.

 

GAS E NUCLEARE ENERGIA SOSTENIBILE

In parallelo sta aumentando il pressing sui Paesi Bassi per riprendere le estrazioni in caso di emergenza. Nel Nord, al largo di Groningen, c'è il giacimento più grande d'Europa, dentro il quale ci sono ancora 450 miliardi di metri cubi di gas. Esattamente il triplo di quanto l'intera Ue ha importato lo scorso anno dalla Russia.

 

Attivo dagli Anni '60, dal 2013 il governo ha deciso di ridurre drasticamente l'attività estrattiva e ha previsto di interromperla nel 2023 perché causa di piccole scosse di terremoto che hanno danneggiato le case della zona: l'Aia ha già versato 1,5 miliardi di euro ai residenti per i danni subiti.

 

ITALIA E GASDOTTI

L'esecutivo ha ribadito la sua intenzione di chiudere il giacimento, ma in una situazione d'emergenza le cose potrebbero cambiare. «Se fosse in gioco la sicurezza delle persone e ci troveremmo costretti a non avere più il gas per riscaldare gli ospedali o per cucinare - ha detto il segretario di Stato per l'industria estrattiva, Hans Vijlbrief - allora dovremmo riparlare del possibile utilizzo del giacimento di Groningen».

I GASDOTTI VERSO L EUROPA
fornitura gas russo