UN RUTTE IN FACCIA – IL PRIMO MINISTRO OLANDESE, MARK RUTTE, CONTINUA A FARE IL DURO MA ANCHE IN PATRIA LO CRITICANO PER LA SUA MANCANZA DI EMPATIA CON L'ITALIA - IN GERMANIA SULLA ZEIT ARRIVA UN APPELLO DI INTELLETTUALI (AUGURI): “SE IL NORD NON AIUTASSE IL SUD PERDEREBBE NON SOLO SÉ STESSO MA ANCHE L’EUROPA” – ALLA FARNESINA LA CHIAMANO “LA LEGGE DEL FRACASSI: NEL DUBBIO, IN CULO AI PAESI BASSI”


 

 

1 - L'OSTILITÀ OLANDESE ALL'ITALIA VACILLA: CRESCE LA FRONDA DEGLI «EMPATICI»

Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

mark rutte giuseppe conte

Alla Farnesina la chiamano «la legge del Fracassi». Il copyright è dell' ambasciatore Guglielmo Folchi, che la formulò agli albori della costruzione europea, quando tutto era nuovo e spesso i nostri inviati alla neonata Cee non avevano indicazioni da Roma sulla posizione da assumere. La versione pop faceva rima appunto con Fracassi e suonava così: «Nel dubbio in c ai Paesi Bassi». In quella aulica, ai giovani diplomatici in partenza per Bruxelles veniva detto: «Se non avete istruzioni, fate parlare l' olandese e poi prendete la posizione diametralmente opposta».

Wopke Hoekstra

 

Sembra sia ancora in vigore. Ma specularmente anche all' Aja, alla luce della durezza e del piglio con cui il primo ministro dell' Olanda, Mark Rutte, si è intestato l' opposizione ai «coronabond» e a ogni mutualizzazione del debito per combattere le conseguenze economiche del Covid-19, uno choc devastante che non sta risparmiando nessuno. Neppure l' Olanda, dove i contagi sono saliti a 14 mila e i decessi a 1.200.

 

giuseppe conte intervistato da de telegraaf

Rutte ha sguinzagliato anche il ministro conservatore delle Finanze, Wopke Hoekstra, che ha addirittura proposto a Bruxelles un' indagine europea sul perché alcuni Paesi dell' Unione, leggi l' Italia, non hanno usato la crisi del 2008 per risanare le proprie finanze. Propositi che il premier portoghese Antonio Costa ha bollato come «disgustosi» e «privi di senso» in questa tragedia.

 

MARK RUTTE ANGELA MERKEL

Eppur qualcosa si muove perfino nell' arcigno atteggiamento olandese. Non tanto perché Hoekstra, bontà sua, ha ammesso che i suoi commenti erano «poco empatici». Quanto perché una vistosa lacerazione comincia a manifestarsi all' interno stesso della coalizione quadripartita che governa l' Olanda.

 

«L' Italia è a pezzi. Per quanto mi riguarda il primo messaggio dovrebbe essere: vi aiutiamo», dice Gert-Jan Segers, leader dell' Unione cristiana, uno dei partiti che sostengono il governo, proponendo un Piano Marshall per il Sud dell' Europa. «Questo approccio da piccoli contabili rischia di causare un disastro diplomatico», avverte Rob Jetten, capo dei liberali di D66, anch' essi nella maggioranza.

gert jan seger

 

Jetten spiega che l' Olanda è «diventata ricca grazie all' Ue e ora che posti di lavoro e redditi sono a rischio in tutta l' Europa a causa del coronavirus, non possiamo lasciare affondare i nostri amici: solo insieme possiamo sopravvivere».

 

Anche l' establishment sembra molto più avanti del primo ministro. Lo stesso governatore della Banca centrale, Klaas Knot, ha espresso una critica, paludata, ai rifiuti di Rutte. «È un test per l' eurozona. Se guardiamo a cosa succede in Italia e Spagna, l' appello alla solidarietà è straordinariamente logico».

 

rob jetten

Secondo Knot, la solidarietà può assumere sia la forma degli eurobond, che quella di linee di credito senza condizioni attraverso il Meccanismo europeo di stabilità. Meno diplomatico il suo predecessore, Nout Wellink: «Se l' intero Sud collassa, il ricco Nord cessa di esistere». L' opposizione è sugli scudi. «Il governo manda il segnale sbagliato e non si rende conto che questa crisi non ha precedenti», accusa il leader del Partito del Lavoro, Lodewijk Asscher.

 

Rutte non arretra. Anche se nelle ultime ore sembra aver moderato i toni e l' arroganza.

Ma sui coronabond difficilmente concederà nulla. A meno che da Berlino, dove la discussione impazza, non venga un segnale che l' Aja difficilmente potrebbe ignorare.

ANGELA MERKEL MARK RUTTE

Per il momento, la legge del Fracassi spiega ancora bene la posizione olandese.

 

2 - «AIUTIAMO I PAESI DEL SUD, CI LEGA LA STESSA MAGIA»

Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

«Se il Nord non aiutasse il Sud, perderebbe non solo sé stesso ma anche l' Europa». È l' appello lanciato sulle pagine di Die Zeit da un gruppo di politici e intellettuali tedeschi, che propone la creazione di un «CoronaFonds», un fondo speciale gestito dalla Commissione e in grado di indebitarsi a lungo termine sui mercati internazionali. Da questo polmone finanziario verrebbero i trasferimenti ai Paesi che ne hanno necessità, in tal modo senza bisogno di aumentare il loro debito nazionale.

 

JURGEN HABERMAS

«L' Europa può sopravvivere solo se gli europei si sosterranno gli uni con gli altri», recita il testo firmato fra gli altri dal filosofo Jürgen Habermas, dall' ex ministro degli Esteri Joschka Fischer, dal leader verde Daniel Cohn-Bendit, dai registi Volker Schlöndorff e Margarethe von Trotta, dallo scrittore Peter Schneider.

gert jan seger 1

 

L' appello, pubblicato oggi sul settimanale, definisce «inconcepibile» che la cancelliera Merkel e il vicecancelliere Olaf Scholz nutrano ancora riserve verso «un passo così necessario per la solidarietà europea». Occorre ora e adesso «trovare i modi per dimostrare che apparteniamo alla stessa cosa e siamo legati dalla stessa magia», recita il testo facendo riferimento alle parole dell' Inno alla Gioia di Beethoven, che è l' inno europeo. «A che serve l' Europa se al tempo del coronavirus non mostra che gli europei sono uniti e lottano per un futuro comune?».

 

mark rutte 3

Gli autori, «amanti della cultura mediterranea», ricordano la solidarietà che si registra in tutta l' Unione, dove i Land tedeschi curano pazienti italiani e francesi e migliaia di giovani si offrono volontari per aiutare gli anziani. «C' è un clima nuovo, ma nella cosa decisiva i Paesi del Nord rimangono prudenti verso i fratelli e le sorelle del Sud: si rifiutano di offrire una garanzia collettiva, che potrebbe allentare il peso finanziario della crisi, di fronte a uno choc che colpisce tutti i Paesi membri e che per alcuni di essi è letale a causa degli alti livelli di debito precedenti». Ma «in questa crisi, tutti noi europei siamo sulla stessa barca».