Walter Galbiati per La Repubblica
«Risulta acclarata la manifesta insolvenza nella quale si trova la società Risanamento spa e con essa il suo gruppo, quantomeno a far tempo dalla formazione del bilancio relativo all´esercizio 2008». È la conclusione alla quale sono arrivati i consulenti tecnici, Sandro Aceto e Silvano Cremonesi, della procura di Milano dopo aver letto l´ultimo bilancio della società immobiliare guidata da Luigi Zunino. E aggiungono che «quel bilancio non poteva essere redatto secondo i principi di continuità aziendale», per «una concreta, manifesta e diffusa situazione di illiquidità».
L´impressione dei pubblici ministeri, Roberto Pellicano e Laura Pedio, è che la società sia di fatto fallita e che sia tenuta artificialmente in vita per compiere dei pregiudizi nei confronti «dei soci e del ceto creditorio». Secondo quanto emerge dalla richiesta di dichiarazione di fallimento, a beneficarne sarebbero soprattutto i grandi istituti bancari che hanno concesso la moratoria sul debito a Zunino, ovvero Intesa Sanpaolo, Unicredit, Italease (ora Banco Popolare), Banca Popolare di Milano, Meliorbanca e Monte dei Paschi.
Luigi zuninoAlcuni creditori, in genere i piccoli, potrebbero anche ottenere subito i propri soldi ma con il rischio di una revocatoria in caso di fallimento, mentre i grandi creditori preferirebbero «confidare su accordi - scrivono i pm - che, in una prospettiva non dichiarata ma all´evidenza liquidatoria, consentirebbero loro il rientro attraverso articolate procedure», come lo scorporo di asset o pagamenti vincolati.
«In questo caso - aggiungono gli inquirenti - la contropartita dei creditori oltre a una forte ingerenza nei meccanismi decisionali della società data dall´enorme potere "contrattuale" consiste nel perseguimento della finalità di conservare gli effetti dei pagamenti anche in caso di fallimento». E i pm indicano in Salvatore Mancuso, l´uomo che, pur in veste di consulente, sarebbe «l´amministratore di fatto, posto anche a tutela della posizione dei maggiori creditori».
Risanamento, insieme con le banche, ha già dato vita a due piani di ristrutturazione (uno dell´aprile e l´altro del novembre 2008), che avrebbero dovuto rilanciare il gruppo grazie a due finanziamenti ponte (150 e 75 milioni di euro), alle cessioni di immobili e al via libera alla realizzazione di due aree di sviluppo milanesi (Santa Giulia e ex Falck). Invece, a un anno e quattro mesi di distanza, si è solo peggiorato l´indebitamento e la società ha riproposto un piano di rilancio che non è altro che la fotocopia dei precedenti.
CORRADO PASSERA CON GIOVANNA SALZA - Copyright PizziSalvatore MancusoPer i pm, «si è lontani anni luce» dal ritorno a una situazione di normalità entro un lasso di tempo ragionevole, stimato in un anno. Il fallimento risalirebbe all´aprile 2008. Da qui l´esigenza di indagare Zunino per i reati di bancarotta, aggiotaggio, falso in bilancio e di capire se le banche hanno compiuto «una concessione abusiva del credito».
La società, tuttavia, confida di presentare per l´udienza del 29 luglio un piano in grado di convincere il giudice fallimentare a rigettare la richiesta dei pm. In ogni caso, il precedimento penale a carico di Zunino rimarrà in vita.