CAFONALINO - IL GENERALE BATTISTI HA PRESENTATO IL LIBRO SCRITTO CON LA GIORNALISTA GERMANA ZUFFANTI “FUGA DA KABUL”: 20 ANNI DI STORIA ITALIANA IN AFGHANISTAN - L'EVENTO È STATO ORGANIZZATO ALL'AMBASCIATA AFGANA DI ROMA, CHE NON RICONOSCE IL GOVERNO DEI TALEBANI E RISCHIA LA CHIUSURA PER MANCANZA DI FINANZIAMENTI - NEL LIBRO, L'UOMO CHE GUIDÒ IL PRIMO CONTINGENTE ITALIANO ARRIVATO NEL PAESE RACCONTA ANEDDOTI, PAURE E PROSPETTIVE - PRESENTI LORENZO CREMONESI, ALBERTO NEGRI, GIORGIO MULÈ, FROZAN NAWABI E… - FOTO
-Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Tiziana Ferrario per www.lavocedinewyork.com
Vent’anni fa l’arrivo a Kabul del primo contingente italiano dopo la caduta del regime dei talebani.
A guidarlo era il generale Giorgio Battisti che, in una città ridotta in macerie dalla guerra civile, si dovette inventare tutto per alloggiare i primi 350 soldati della Brigata Alpina Taurinense che stavano per giungere dall’Italia.
Scelse una vecchia caserma sovietica, diventata poi una prigione per talebani. Un grande edificio semidistrutto e lercio, che i nostri soldati avrebbero trasformato in un luogo accogliente con tanto di pizzeria.
Lo ricordo molto bene, perché anch’io negli anni ci sarei andata spesso a cercare un po’ di sapori e sorrisi italiani dopo le giornate trascorse tra la polvere di Kabul. Il generale sarebbe tornato altre 3 volte in missione in Afghanistan, nel 2007, nel 2013 e nel 2014, accumulando esperienza e impressioni su quello che il tormentato paese stava diventando.
Il ritorno al potere dei talebani la scorsa estate è stato uno shock per tutti noi, ma per il generale Battisti e i tanti militari che come lui hanno speso energie e hanno visto cadere 53 soldati in Afghanistan è stato anche molto doloroso.
Un momento triste e amaro e il pensiero è andato subito alla parte più debole della popolazione, le donne e le bambine, confessa nel libro Fuga da Kabul scritto insieme alla giornalista Germana Zuffanti, nel quale racconta vent’anni di presenza militare occidentale in Afghanistan.
L’occasione per riflettere su quello che è andato storto, sugli errori fatti e su quello che si sarebbe potuto fare meglio, come quello scellerato accordo di Doha siglato tra l’amministrazione Trump e i talebani nel febbraio 2020 e che ha portato al disastroso ritiro dello scorso agosto gestito dall’amministrazione Biden.
Ma anche Obama e la sua strategia della “Surge” associata a un successivo ritiro non è stata una scelta azzeccata, scrive il generale, come pure la decisione di andare in Iraq nel 2003 quando il lavoro in Afghansitan non era completato.
Fuga da Kabul è un manuale per chi volesse capire meglio l’esperienza militare in una nazione che viene considerata la tomba degli imperi. Un libro che spiega anche la storia di un popolo guerriero e fiero.
“È stata una sconfitta per tutti, scrive il generale senza mezzi termini e il futuro è tutt’altro che roseo. La tragedia afghana è peggiore della caduta di Saigon che si inquadrava nel contesto della Guerra Fredda, prevedendo il rischio di implosione del nuovo regime talebano a causa delle tante differenze tra i tanti gruppi talebani e la pressione dell’Isis Khorasan attivo nel paese. L’Afghanistan rischia di diventare un buco nero”.