CAFONALINO GENETICAMENTE MODIFICATO - LO CHEF OLDANI E IL GENETISTA STANCA PROVANO A CAPIRE COSA MANGEREMO QUANDO SAREMO 10 MILIARDI SULLA TERRA ALLA ''LEZIONE SUL PROGRESSO'' DI TELECOM - PER GLI SCIENZIATI GLI OGM SONO L'UNICA STRADA MA LO CHEF NON È CONVINTO (VIDEO)

Natasha Stefanenko presenta la serata davanti ai ragazzi del Palladium di Roma. Lo chef pop Oldani: ''Investo l’8-10% nella ricerca e nello sviluppo. Il mio ristorante sarà affiancato da un laboratorio che studierà la qualità delle materie e la stagionalità dei prodotti: in base a queste si definiranno i piatti che finiranno nel menu. Bisogna rispettare la produttività della terra, le stagioni e il clima''...

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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

 

VIDEO - LEZIONI SUL PROGRESSO DELLA FONDAZIONE TELECOM, NUMERO 3: COSA MANGEREMO QUANDO SAREMO 10 MILIARDI SULLA TERRA?

 

 

 

Valentina Lupia per http://www.scattidigusto.it/

natasha stefanenko modera il dibattito natasha stefanenko modera il dibattito

 

Lo Stato investe poco nella ricerca alimentare e nutrizionale e i ristoranti pensano da soli a colmare questo gap.

 

Lo fa Davide Oldani che, tra una stella Michelin, il D’O, vari progetti in canna e qualche programma televisivo, al futuro della cucina ci pensa ogni giorno.

 

michele stanca michele stanca

Per questo motivo l’inventore della “cucina pop” è intervenuto a “Le Lezioni sul Progresso – cosa mangeremo sulla Terra quando saremo 10 miliardi?“, dibattito organizzato dalla Fondazione Telecom Italia al Teatro Palladium di Roma. Sul palco il genetista vegetale membro dell’Accademia dei Georgofili, Michele Stanca, e – appunto – Davide Oldani, moderati da una raggiante Natasha Stefanenko di nero vestita.

 

 

michele stanca e natasha stefanenko michele stanca e natasha stefanenko

La serata, che fa parte di una serie di appuntamenti preparati da Telecom con lo scopo di diffondere la cultura scientifica fra i più giovani, è stata inaspettatamente educativa. Che noi italiani fossimo melodrammatici, lo sapevamo già, ma che gli organismi geneticamente modificati (OGM) rappresentassero un’innovazione che può essere usata per rispondere ai cambiamenti climatici e al loro effetto sulle coltivazioni dell’uomo – forse – lo ignoravamo in tanti (e sì, mi ci metto in mezzo anche io).

invitati all evento della fondazione telecom invitati all evento della fondazione telecom

 

 

Usati molto spesso con un’accezione negativa, gli OGM  invece possono non solo moltiplicare la resa dei raccolti, aiutando a sfamare i 700 milioni di persone che oggi soffrono la fame (e più in generale la popolazione crescente), ma possono persino trasformarsi in uno strumento utile a combattere le malattie di vegetali e animali.

invitati all evento della fondazione invitati all evento della fondazione

 

 

Tuttavia “per me le nuove tecnologie in cucina sono le camere di lievitazione, i forni ventilati statici o trivalenti e il sottovuoto, che influiscono poco su un prodotto OGM, che più che definire tecnologico lo definirei il frutto di uno studio, di scienza. Sono prodotti già presenti sul mercato e che si tratti di fragola, tartufo o altro…devo essere onesto…non sono ancora pronto a mangiarli. D’altronde la mia cucina è definita ‘pop’ perché ogni cosa che cucino ha un nome per poter essere riconosciuta. Parlo di cucina italiana, di ricette del territorio e di prodotti di qualità. Non sono abituato a parlare di prodotti non stagionali, né di prodotti poco buoni o difficilmente accessibili”, ha spiegato Davide Oldani.

intervento dello chef davide oldani intervento dello chef davide oldani

 

 

Sul versante culinario si è parlato di insetti, di pastiglie che possono donare al corpo umano tutto il fabbisogno necessario, “come ipotizzava Marchesi nel lontano 1985”, spiega Oldani.

 

Ma, soprattutto, di sprechi.

 

davide oldani chef davide oldani chef

“Non è vero che ci sono troppe persone e poco cibo. Il cibo c’è e anche tanto, ma ne va sprecato troppo. Perciò una delle questioni di cui dobbiamo farci carico tutti è proprio relativa allo spreco. Non dobbiamo stressare la terra producendo più di quanto ci serve. Inoltre se non producessimo più di quanto ci serve, riusciremmo a consumare esclusivamente cibo fresco: cosa che però non sempre avviene. Mangiare un qualcosa di non fresco significa ammazzare l’uomo: non si avrebbe lo stesso apporto organolettico di un prodotto fresco”.

 

marcella logli saluta gli ospiti marcella logli saluta gli ospiti

 

Quale sarebbe il rimedio, secondo Oldani? “Andrebbero porzionate e studiate meglio le quantità da coltivare per non causare una sovrapproduzione”, ha spiegato dal palco insieme a Michele Stanca. “Anche perché quando saremo dieci miliardi, qualcosa dovrà cambiare”, chiosa quest’ultimo.

 

La sfida del futuro è legata al terreno microbiologico: a 40 centimetri sotto terra e in uno spazio di poche decine di metri ci sono oltre 70 quintali di microrganismi.

michele stanca natasha stefanenko e davide oldani michele stanca natasha stefanenko e davide oldani

 

 

Un aspetto, quello della ricerca sul terreno, sul fabbisogno nutrizionale e sui cibi sani, che hanno toccato particolarmente anche ristoratori e chef. “Io credo che tra qualche anno si potrà parlare di un periodo ‘pre-Expo‘ e di un periodo ‘post-Expo‘ – ancora Oldani che ha portato un risotto dedicato nel suo piccolo padiglione – nel senso che questa Esposizione Universale ha dato una scossa a temi importanti come la sostenibilità e il vivere sano”.

 

michele stanca genetista vegetale michele stanca genetista vegetale natasha stefanenko e davide oldani natasha stefanenko e davide oldani

“Per questo, da privato, investo l’8-10% nella ricerca e nello sviluppo. Il mio ristorante sarà presto affiancato da un laboratorio che studierà la qualità delle materie prime e la stagionalità dei prodotti: in base a queste si definiranno i piatti che finiranno nel menu. Bisogna rispettare la produttività della terra, le stagioni e il clima: tutto questo determina il futuro del nutrimento dell’umanità”.

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