Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Dario Salvatori per Dagospia
Una rimpatriata per rivedere gli amici di sempre, un'atmosfera rilassata come poche volte accade, ma anche il luogo giusto per presentare il nuovo album. E' quello che ha fatto ieri sera Grazia Di Michele nel piccolo auditorium della Casa del Jazz. Alla presentazione dei dodici brani che compongono il nuovo disco, "Giverny", giardino normanno caro a Monet, hanno fatto seguito alcuni cavalli di battaglia, fra cui "Le ragazze di Gauguin"(1986) e "Gli amori diversi" (presentato al Festival di Sanremo del 1993 insieme a Rosanna Casale).
La Di Michele si dimostrata ancora una volta bravissima nel presentare i brani, offrendo un mix di racconto e ironia, anche se devastata da un mal di gola insopprimibile. I dieci anni di "Amici" in qualità di coach hanno reso Grazia Di Michele molto popolare presso il pubblico del talent e degli aspiranti di qualsiasi cosa ma un po' troppo defilata presso il grande pubblico di Sanremo e affini.
Una sofisticheria voluta alla quale la cantante tiene. La sua bella performance ha messo in rilievo il problema principale delle interpreti della sua generazione (come involontariamente ha dimostrato uno dei brani più convincenti, "L'arte dell'incontro", frase presa a prestito dal vate del tropicalismo Vinicius de Moraes), ovvero la mancanza di autori.
grazia michele alla GRAZIE DI MICHELELei fa tutto da sola ma una collaborazioni con autori ispirati (ce ne sono ancora?) non sarebbe male. Una curiosità. Grazia Di Michele è l'unica cantante romana che ha debuttato al Folkstudio, nel 1980. Perché non figura mai fra i festeggiamenti e le ricorrenze del celebre locale trasteverino? Forse perché non era impegnata politicamente?