
E ORA CHE DAZIO SUCCEDE? – LA COURT OF INTERNATIONAL TRADE DI MANHATTAN HA DICHIARATO ILLEGITTIMI I DAZI RECIPROCI IMPOSTI DA TRUMP PERCHÉ IL PRESIDENTE AVREBBE “OLTREPASSATO I SUOI POTERI” E IGNORATO IL CONGRESSO. UNA DECISIONE CHE CONGELA LE TARIFFE AL 10% SU TUTTI I PRODOTTI STRANIERI E LA QUOTA “AGGIUNTIVA” SUI BENI PROVENIENTI DA 75 NAZIONI (COMPRESI QUELLI DA MESSICO, CANADA E CINA) – MA RESTANO IN VIGORE I DAZI LEGATI ALLE AUTOMOBILI, ALL’ACCIAIO E ALL’ALLUMINIO, QUELLI PER CUI TRUMP NON HA FATTO RICORSO AI “POTERI D’EMERGENZA”
Estratto dell’articolo di Alberto Simoni per www.lastampa.it
DONALD TRUMP MOSTRA LA TABELLA CON I NUOVI DAZI
È stato un tribunale poco noto, la Court of International Trade con sede a Manhattan, ad assestare il colpo più duro alla politica commerciale di Donald Trump.
I giudici hanno decretato l’illegittimità delle tariffe imposte dall’Amministrazione nel Liberation ’s Day. Sono i dazi reciproci che il presidente ha annunciato il 2 aprile in un evento alla Casa Bianca. Secondo la Corte, Trump ha oltrepassato i suoi poteri nell’imposizione di dazi su tutti i beni importati e ha ignorato il Congresso.
DONALD TRUMP - DAZI COMMERCIALI
Il tribunale ha risposto a due cause intentate lo scorso meso contro il governo. La prima promossa da 12 Stati a guida democratica; la seconda da cinque aziende danneggiate dalla celerità con cui sono stati imposti i dazi.
Nel mirino dei querelanti la leva del 10% applicata a tutti i prodotti stranieri e poi una seconda quota imposta ai beni provenienti da 75 Nazioni. Il presidente aveva invocato una norma del 1977 (Emergency Economic Powers Act o IEEPA) che consente al leader di usare poteri di emergenza per decidere su questioni economiche. Proprio il ricorso all’IEEPA è stato il motivo dei ricorsi.
DONALD TRUMP FIRMA I DAZI CON I LAVORATORI DELL ACCIAIO E DELL ALLUMINIO
Oltre ai cosiddetti dazi reciproci, la Corte ha congelato anche le tariffe sui beni provenienti da Messico, Canada e Cina. In questo caso Trump le aveva imposte per forzare i governi a maggiori sforzi per contrastare il traffico di droga. Spariscono quindi i dazi sul 25% per Messico e Canada e del 20% per la Cina.
La decisione della Corte, tuttavia, non azzera o toglie tutti i dazi. Alcuni restano in vigore. Sono quelli legati alle automobili (e ai pezzi di ricambio), all’acciaio e all’alluminio. Questo restano valide perché Trump non ha fatto ricorso ai “poteri d’emergenza” ma è rimasto fedele alla legge del 1962. Questa norma prevede infatti che il segretario del Commercio o altre agenzie indaghino sull’impatto per la sicurezza nazionale di queste tariffe. La procedura è più complessa e lunga rispetto all’utilizzo dei poteri straordinari.
I DAZI DI TRUMP - ILLUSTRAZIONE
L’Amministrazione Trump ha già annunciato ricorso contro la decisione. Kevin Hassett, consigliere economico della Casa Bianca, si è detto ottimista sul buon esito dell’appello.
Il verdetto dei giudici non pone comunque la parola fine. Oltre all’appello, Trump ha altri strumenti per imporre dazi. Prima di tutto può ricorrere alla legge del 1962. La procedura sarebbe più lunga e servono negoziati con il Congresso dove molti repubblicani non condividono la linea dura sul trade. Ma è una opzione. Altrimenti il presidente potrebbe restringere il raggio di azione delle tariffe e concentrarsi sui beni che impattano maggiormente sulla sicurezza nazionale.
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