
DOCCIA GELATA PER TIM: DOVRA’ ASPETTARE ANCORA UN BEL PO’ PRIMA DI VEDERE IL “TESORETTO” – SI ALLUNGANO I TEMPI SULLA VICENDA LEGALE DELLA RESTITUZIONE A TELECOM DI UN MILIARDO DI EURO COME RIMBORSO PER IL CANONE DI CONCESSIONE DEL 1998: LA CORTE DI CASSAZIONE HA SOLLEVATO LA QUESTIONE D’UFFICIO SULLA CORRETTEZZA DELL’IMPUGNAZIONE DA PARTE DEL GRUPPO TELEFONICO GUIDATO DA LABRIOLA – IL TITOLO DI TIM ACCUSA IL COLPO A PIAZZA AFFARI E PERDE IL 2,75%…
Estratto dell’articolo di Enrico Miele per www.ilsole24ore.com
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Dopo una partenza in rialzo, Telecom Italia vira in negativo a Piazza Affari nel giorno dell'udienza sul maxi-rimborso del canone da circa 1 miliardo del 1998.
Il titolo ha ridotto i guadagni, fino a passare tra i peggiori del principale listino milanese, dopo che la Corte di Cassazione ha sollevato la questione d’ufficio sulla correttezza dell’impugnazione da parte del gruppo telefonico della pronuncia di primo grado del tribunale di Roma riguardo la competenza.
Il giudice di primo grado aveva infatti inizialmente ritenuto competente Perugia, ma Tim aveva fatto appello contro questa decisione, vincendolo. La competenza era quindi rimasta a Roma. Secondo la Corte occorre ora verificare se all’epoca fosse stato corretto procedere con regolamento di competenza o ricorrere in appello, come aveva fatto per l'appunto Tim.
Ora la Corte dà dunque 30 giorni di tempo a Pm e parti per depositare osservazioni. La questione d'ufficio sollevata oggi rischia di rallentare i tempi della lunga querelle giudiziaria sul canone che si era conclusa con la decisione della Corte di appello di Roma che, dando ragione a Tim, si era espressa per la restituzione a Tim del canone da circa un miliardo. Decisione contro cui la presidenza del Consiglio ha fatto ricorso in Cassazione.
La restituzione del canone potrebbe avere un «impatto positivo sul debito del gruppo», spiega Intermonte. Da questo punto di vista, la Sim milanese stima «un debito netto after-lease di 6,5 miliardi a fine 2025 (pari a 1.7x l’ebitda after lease)», includendo nel quarto trimestre l’incasso da 0,7 miliardi per la cessione di Sparkle e prima di considerare il rimborso del canone 1998.
Nell’attesa, il mercato sta scommettendo sul titolo, tornato nelle ultime settimane a livelli che non si vedevano da oltre tre anni. Si tratta, in pratica, del valore massimo del titolo Tim da quando il ceo Pietro Labriola ha preso le redini del gruppo a gennaio 2022.
Ma le partite aperte per la società sono diverse, dalle indiscrezioni che riportano la conferma da parte del Tar della sanzione da 74,3 milioni per violazione della normativa 'golden power' (legata alla mancata notifica da parte di Vivendi dell’assunzione del controllo di fatto sul gruppo). «La decisione arriva a 6 anni dai fatti contestati, risalenti al periodo in cui la società francese esercitava un’influenza dominante su Tim senza comunicarlo formalmente» ma in ogni caso, ricordano da Intermonte, l’importo era stato già accantonato dalla tlc.
Poi c’è la saga della rete unica: secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, nell’ultima riunione al Dipartimento per l’Innovazione si è tornati a discutere dello stato di avanzamento del ‘rollout’ della fibra nelle aree grigie previste dal Pnrr.
PALAZZO DELLA CORTE DI CASSAZIONE - PALAZZACCIO
In vista di un nuovo incontro, è previsto in giornata un cda di Open Fiber, cui potrebbe seguirne un secondo giovedì. In attesa di indicazioni da parte dei suoi azionisti – Cdp (60%) e Macquarie (40%) – la società della rete valuterà l’eventuale cessione di alcuni lotti a FiberCop. [...]