
GLI ETERNI RIVALI ORCEL E MESSINA ARRIVERANNO PRESTO ALLA RESA DEI CONTI – SE E QUANDO MEDIOBANCA SI SFILERÀ DA GENERALI, IL LEONE A CHI VENDERÀ IL SUO 6/7% DI BANCA GENERALI? CHI LA SPUNTERÀ TRA UNICREDIT E INTESA? IL “CRISTIANO RONALDO DEI BANCHIERI” CHE HA PUNTATO FICHE SU OGNI TAVOLO O IL FILO-GOVERNATIVO MESSINA CHE DIFENDE IL GOLDEN POWER E PER ORA NON SI MUOVE? – LA LOTTA IN “CUCINA” RIVELATA DA ORCEL: “SULLA CACIO E PEPE MESSINA BATTE ANCORA TUTTI…”
Estratto dell’articolo di Giuliano Balestreri per “La Stampa”
Rivali, non nemici. Come Roger Federer e Rafa Nadal. Anche se è difficile capire chi tra Carlo Messina e Andrea Orcel somigli più al fuoriclasse svizzero e chi al campionissimo spagnolo.
I due banchieri romani al vertice di Intesa Sanpaolo e Unicredit sono i veri protagonisti del risiko bancario: il primo perché – per il momento – non si muove; il secondo perché ha puntato una fiche su ogni tavolo.
Messina ricopre il ruolo di banchiere di sistema, alle volte spalla del governo – quando sostiene il Golden power - altre spina nel fianco - quando chiede di non investire in armi, ma di investire contro la povertà.
Orcel è il banchiere delle operazioni straordinarie, il manager a cui gli azionisti chiedono di lasciare il segno nella storia di Unicredit.
Più diversi non potrebbero essere […]. A unirli è la passione per la cacio e pepe: «Carlo batte ancora tutti», ha detto ieri Orcel sul palco della Fabi. «La sua è la migliore che abbia mai mangiato. Tento sempre di farmi invitare».
A dividerli, più di tutto, è la strisciante guerra fredda per Generali. Unicredit ha costruito una posizione del 6,7% tra l'inverno e la primavera, Intesa Sanpaolo nel 2017 aveva studiato la scalata al Leone: un'operazione che fu bloccata dalla stessa Generali - si dice su input di Alberto Nagel, ad di Mediobanca - con l'acquisto del 3% di Intesa Sanpaolo.
Adesso il nodo del colosso assicurativo torna d'attualità: in un modo o nell'altro l'era di Mediobanca è destinata a tramontare. Per Mps - che tenta la scalata a Piazzetta Cuccia - il 13,1% non è strategico e Nagel stesso per difendersi dall'assalto ha messo sul piatto la quota in Generali in cambio di Banca Generali.
La guerra fredda ha fatto capolino anche al 129esimo consiglio della Fabi: «Se Unicredit volesse scalare Generali, chiamerei Orcel per dirgli di fermarsi» ha detto Messina. Costringendo Orcel a dire: «Escludo una scalata».
Ma anche Intesa Sanpaolo gioca a carte coperte: «Siamo i numeri due nel Vita, determinate operazioni non verrebbero autorizzate ed è inutile forzare la mano», in chiave antitrust.
Però è altrettanto vero che senza Mediobanca, servirebbe un partner industriale capace di affiancare in Generali il gruppo Caltagirone e la Delfin degli eredi Del Vecchio. E così tutti gli occhi del mercato sono rivolti ai due rivali. L'ultimo scontro tra i Messina e Orcel risale alla fine del 2023, quando Unicredit con Hines superò la cordata di Intesa con l'imprenditore Manfredi Catella per gli scali Farini e San Cristoforo di Milano. Un affare da quasi mezzo miliardo di euro.
Nel frattempo le differenze tra i due banchieri si sono ampliate. Il business di Intesa Sanpaolo è quasi esclusivamente rivolto verso l'Italia, non per nulla il gruppo di Ca' de Sass ha in pancia 1400 miliardi di euro di risparmio tricolore: «Una questione di sicurezza nazionale» la definisce Messina […] E d'altra parte le fondazioni bancarie, guidate da Compagnia di San Paolo e Cariplo, detengono circa il 18% del capitale.
Più variegato ed eterogeneo è invece l'azionariato di Unicredit. Che ha puntato forte sulla crescita internazionale, dalla Germania alla Polonia. Motivo per cui diversi analisti sono convinti che sia la tedesca Commerzbank la preda perfetta per Orcel. Con il paradosso che il governo spesso considera Unicredit come una banca straniera al punto da imporre condizioni molto stringenti con Golden power su Banco Bpm.
Un Golden power difeso senza esitazioni da Messina, ma che Orcel critica pesantemente. Al punto da aver presentato ricorso al Tar dopo aver ottenuto dalla Consob una sospensione dell'Ops. «Una mossa necessaria per fare chiarezza nell'interesse di tutti gli stakeholder, mentre dialoghiamo con il governo» spiega la banca. A dimostrazione di quanto le posizioni di Orcel e Messina siano distanti.
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