
LAVORATORI AUTONOMI, "ETERNI MARIUOLI" - IN ITALIA PIÙ DELLA METÀ DELLE PARTITE IVA (IL 55%) EVADE LE TASSE (CHE LA MELONI DEFINISCE "PIZZO DI STATO") - I DATI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA: STANDO A QUANTO DICHIARATO DAI RISTORATORI, IL 75% DI LORO SOPRAVVIVE INCASSANDO UNA MEDIA DI 15 MILA EURO ALL'ANNO - A PRENDERE PER IL CULO L'AGENZIA DELLE ENTRATE ANCHE 750 DISCOTECHE E NIGHT CLUB, CHE TIREREBBERO AVANTI CON UNA MEDIA DI 7 MILA EURO - IL 70% DEI PANETTIERI NASCONDE PARTE DEGLI INCASSI AL FISCO, COME IL 64% DEI CAMPEGGI E VILLAGGI TURISTICI - GLI UNICI COGLIONI A PAGARE LE TASSE SONO I LAVORATORI DIPENDENTI, CHE SI FANNO CARICO DELLE SPESE PER I SERVIZI DI CUI GODONO ANCHE GLI EVASORI...
Estratto dell'articolo di Fabio Amato e Chiara Brusini per “il Fatto Quotidiano”
Per le partite Iva italiane il 2023 è stato un anno di vacche grasse. I redditi medi di quelle soggette alle “pagelle fiscali” dell’Agenzia delle Entrate sono saliti di oltre il 10%, mentre quelli da lavoro dipendente progredivano solo del 4,5%. Ma l’amore degli autonomi per il “nero” è immutato: i dati appena pubblicati dal dipartimento Finanze del Mef mostrano che il 55% resta probabile evasore. Basta un’occhiata alle cifre rielaborate dal Fatto per capire il motivo: il 75% dei ristoratori risulta aver guadagnato in media solo 15 mila euro.
Credibili quanto i 7 mila euro medi annui con cui tirerebbero avanti 750 discoteche e night club, i 14 mila portati a casa dai gestori di 5.600 tintorie e i poco più di 20 mila con cui sopravvive l’81% dei noleggiatori di auto, primi nella classifica del rischio evasione.
Nella “top ten” anche servizi di assistenza domiciliare e ricerche di mercato, mentre le attività finanziarie sono al quindicesimo posto. Le tabelle del ministero fotografano ricavi e redditi medi di 2,7 milioni di persone fisiche e società soggette agli Indicatori sintetici di affidabilità fiscale (Isa).
Ogni attività riceve, sulla base delle informazioni comunicate al Fisco, un voto da 1 a 10: da 8 in su si è considerati “affidabili”, chi sta sotto – salvo errori – ha fatto il furbo. I “furbi” sono il 55%. Che il quadro sia questo non è un mistero, visto che stando alle relazioni annuali del ministero gli autonomi nel complesso versano quasi il 70% in meno rispetto all’Irpef attesa in un mondo di perfetta onestà. […]
Per ristoranti e bar, nonostante siano raddoppiati rispetto al 2022, i redditi dei 75 mila ristoratori con voti Isa insufficienti restano bassissimi: poco più di 15 mila euro. I locali più piccoli risultano addirittura in perdita: difficile capire perché restino aperti. C’è un abisso rispetto alle attività con pagelle brillanti, che guadagnano oltre 63 mila euro.
Nel comparto dei bar e gelaterie, gli inaffidabili scendono invece al 56% dal 68% dell’anno prima. Per le discoteche, la categoria che tiene insieme locali notturni e scuole di danza, conquista il secondo posto in classifica con un 77% di potenziali evasori. Tra loro e quelli che il fisco considera “congrui” c’è una distanza abissale, ben 83 mila euro di reddito mancante.
Nel commercio al dettaglio la propensione al nero è molto variabile. Male panetterie (70%), mercerie (68%), giocattoli (67%), abbigliamento (65%). Più virtuosi i giornalai (45%) e i commercianti di materiale per ottica e fotografia (poco sotto il 50%). Gioiellerie e pelliccerie, simboli di un consumo di lusso che sta passando di moda, si piazzano all’undicesimo posto: più di due su tre campano ufficialmente con 1.200 euro al mese. La categoria dei gioiellieri dal canto suo porta a casa mediamente 51 mila euro, non da buttare. Ma il 55% sostiene di guadagnarne solo 28 mila.
Andando agli alberghi, il 64% dei campeggi e villaggi turistici è sospetto per il Fisco. Per le strutture alberghiere la quota è più bassa di 10 punti. Più della metà di hotel, B&B e case vacanza dichiara comunque appena 18 mila euro. Ci sono poi le attività finanziarie.
Qualcuno si stupirà, ma le attività di intermediazione e consulenza finanziaria e assicurativa hanno punteggi Isa da allarme rosso. Il 68% non raggiunge la sufficienza e dichiara 125 mila euro contro i 568 mila di quelli con dichiarazioni attendibili. Per i balneari un’altra annata difficile, a quanto pare, con gli imprenditori delle spiagge eternamente in lotta contro la messa a gara delle concessioni. Il 58% di loro sopravvive con 15 mila euro.
Le Entrate non sono convinte: bocciati. Cinema, giostre e parchi: il 64% delle attività di “gestione di spazi culturali, sportivi e ricreativi” è inaffidabile. Reddito medio: 3.400 euro. All’anno. Tra i principali sospettati giostre e circhi. Elettricisti e idraulici: quasi sei su dieci sono in odore di evasione. I redditi medi che rendono noti al Fisco non sono bassissimi (oltre 46 mila euro), ma per essere ritenuti in regola bisogna dichiarare quasi il doppio. Tassisti e Ncc legati a cooperative sono esclusi dagli Isa, cosa che rende i dati incompleti.
[…] La mappa per regione mostra che la distribuzione lungo lo Stivale delle attività a rischio evasione riserva qualche sorpresa. In Molise il problema riguarda il 62% delle attività, in Calabria e Basilicata il 59%. Seguono Abruzzo, Lazio, Puglia, Sardegna, Marche e Sicilia. Poi la Toscana (56,5%), dove si concentrano più partite Iva inaffidabili che in Campania (55,5%). In Trentino invece la quota di inaffidabili si ferma al 51,3%. Poco meno virtuose Liguria e Friuli-Venezia Giulia.
Il flop del concordato: naturale chiedersi perché le Entrate, dati alla mano, non vadano a bussare a colpo sicuro a chi ha un Isa insufficiente. Risposta: al momento mancano le risorse umane per occuparsene. I controlli sostanziali nel 2023 sono stati meno di 400 mila. Il viceministro Maurizio Leo sperava di aggirare il problema con il concordato preventivo, l’intesa tra fisco e partite Iva sulle tasse da pagare nel successivo biennio. […]
giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli