
INSIDER TRUMP, INSIDER TRADING! – CONSIGLIERI, MINISTRI E COLLABORATORI DI TRUMP HANNO REALIZZATO GUADAGNI MILIONARI A CAVALLO DEL “LIBERATION DAY” DEI DAZI: MERITO DEL LORO INTUITO O DELLE INFORMAZIONI RISERVATE CHE AVEVANO RICEVUTO PER VIA DEI LORO INCARICHI? – IL CASO DI PAM BONDI, LA BIONDISSIMA E CURVACEA MINISTRA DELLA GIUSTIZIA, AMAZZONE DEL VERBO “MAGA”: IL 2 APRILE, GIORNO DELLE MAXI-TARIFFE ANNUNCIATE DAL TYCOON, VENDE AZIONI DELLA TRUMP MEDIA DAL VALORE TRA UNO E CINQUE MILIONI. IL TITOLO SAREBBE POI CROLLATO DEL 13%
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
INSIDER TRADING DI TRUMP - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
Dieci giorni dopo il «Liberation Day» di Donald Trump, con l’annuncio dei dazi che spazzarono via diecimila miliardi di dollari di valore di borsa, Scott Bessent incontrò un gruppo di investitori.
A Washington, a porte chiuse. Il segretario al Tesoro disse che si aspettava una «de-escalation» con la Cina «in un futuro molto prossimo». Una persona presente racconta cosa vide in quell’istante: manager di fondi piegati sui telefoni a digitare qualcosa.
Il mercato non si mosse. Ma appena le dichiarazione di Bessent filtrarono sui media, il principale indice di borsa di New York fece un balzo di oltre il 10% in dieci giorni. Molti dei presenti con il segretario al Tesoro di Trump potrebbero aver investito sulla base di informazioni privilegiate: sarebbe insider trading, uno dei più gravi reati finanziari.
Non necessariamente però uno dei più rari, a Washington.
donald trump annuncia dazi reciproci liberation day 4
«ProPublica», in un’inchiesta di qualche giorno fa, inserisce due ministri e un consigliere di Trump fra gli oltre dieci pubblici ufficiali che hanno piazzato ordini di borsa con ottima scelta di tempo durante il caos legato ai dazi.
Una di loro è Pam Bondi, procuratrice generale fedelissima di Trump. Il 2 aprile, nel giorno in cui (nel tardo pomeriggio) il suo presidente annuncia maxi-tariffe contro quasi tutti, Bondi vende azioni della Trump Media del valore fra uno e cinque milioni di dollari. Trump Media controlla Truth Social, piattaforma del presidente. Il titolo sarebbe presto crollato del 13%.
Niente prova che Bondi abbia agito sulla base di informazioni riservate, raccolte nelle funzioni di governo. Neanche il momento esatto dell’operazione è chiaro, dato che i pubblici ufficiali negli Stati Uniti sono tenuti a dichiarare il giorno ma non l’orario delle loro operazioni. Eppure la scelta di tempo resta sorprendente.
Lo è anche quella di Sean Duffy: il segretario ai Trasporti di Trump ha venduto i titoli di decine di aziende l’11 febbraio, due giorni prima che il presidente annunciasse i suoi piani di procedere con le tariffe «reciproche». Allora pochi credevano che Trump avrebbe scatenato una guerra commerciale capace di sconvolgere i mercati, ma Duffy ha decisamente colto l’attimo.
Lo ha fatto anche Tobias Dorsey, consigliere della Casa Bianca, vendendo azioni per un valore fra 12 mila e 180 mila dollari il giorno prima che Trump annunciasse l’applicazione effettiva di dazi […]
Dorsey ha spiegato che aveva deciso tutto sua moglie, perché c’era da pagare la retta universitaria del figlio da ventimila dollari. Ma fra le sue funzioni c’è quella di consigliere legale dell’ufficio del Rappresentante al Commercio. Niente dimostra che abbia agito sulla base di informazioni privilegiate, ma era senz’altro in posizione tale da riceverle.
I regolatori della Sec, guidati ora dal trumpiano Paul Atkins, non reagiscono. Così sui mercati americani si stende l’ombra dell’opacità e di pratiche da bisca più frequenti nelle autocrazie sottosviluppate: un’atmosfera, alla lunga, tossica per un’economia.
Del resto anche una ventina di anonimi investitori hanno comprato in gennaio la criptovaluta di Melania Trump prima che la First Lady ne rivelasse l’esistenza, per venderla al boom del prezzo subito dopo l’annuncio (guadagno, 95 milioni di dollari). Il 9 aprile poi Trump scrive che quello era «un grande momento per comprare» e di seguito annuncia una parziale marcia indietro sui dazi «reciproci», che fa salire lo S&P500 di oltre il 9% in un giorno. Ma prima ancora del primo post del presidente — accusano 19 parlamentari democratici — i mercati registrano un’anomala attività nelle opzioni in acquisto.
Non che anch’essi abbiano bisogno di cercare molto lontano: la democratica Nancy Pelosi, a lungo speaker alla Camera, viene attaccata per la perfetta scelta di tempo dei suoi investimenti in aziende legate anche a nuove leggi del Congresso. Nel 2024 Pelosi ha guadagnato il 54% con il suo portafoglio titoli: meglio lei dei più grandi investitori di Wall Street.
pam bondi
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