
L’EUROPA PUÒ ESSERE LA NUOVA AMERICA – IL “DAZISMO” DI TRUMP È L’OPPORTUNITÀ PER TRASFORMARE L’UNIONE EUROPEA NEL PIÙ GRANDE MERCATO FINANZIARIO DEL MONDO, E L’EURO NELLA VALUTA DI RISERVA INTERNAZIONALE AL POSTO DEL DOLLARO – LA SOLUZIONE PASSA ATTRAVERSO LA TRASFORMAZIONE DEL 25% DEL DEBITO PUBBLICO DEGLI STATI MEMBRI IN DEBITO COMUNE EUROPEO. SARANNO CONTENTI TEDESCHI E FRUGALI VARI DI PAGARE ANCHE PER QUEGLI SPRECONI DEGLI ITALIANI…
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per www.corriere.it
Donald Trump alza i dazi sull’Europa, poi li riabbassa in parte, poi minaccia un nuovo aumento ancora più vertiginoso, poche ore dopo lo ritira e due giorni più tardi raddoppia altre tariffe sull’acciaio.
Non è chiaro quale sarà il punto d’arrivo, nel rapporto dell’Europa con gli Stati Uniti. È chiaro invece che nessun governo europeo potrà mai contare di esserci arrivato, a quel punto in cui tutto dovrebbe essere così chiaro che gli investimenti e gli scambi possano ripartire.
[…] L’Europa, semplicemente, oggi non può più contare sul rapporto con l’America. Non importa quali saranno gli esiti del negoziato aperto ormai da due mesi. Nelle capitali del continente cresce la convinzione che l’Europa deve rafforzare sé stessa, invece di sperare in una tregua con Washington. Non può dipendere da nessun tipo di accordo con gli Stati Uniti.
Non è un caso se proprio nelle ore in cui Fabio Panetta leggeva le sue «Considerazioni finali» alla Banca d’Italia venerdì, due influenti economisti europei hanno presentato proposte simili a quelle del governatore, con argomenti anch’essi simili.
I due sono l’ex capoeconomista del Fondo monetario internazionale Olivier Blanchard, una figura molto ascoltata all’Eliseo, e lo spagnolo Angel Ubide (della grande società di investimenti americana Citadel, ma in questo caso a titolo personale).
Blanchard e Ubide avanzano in modo per niente casuale la loro proposta in un momento in cui il tema, sottotraccia, è valutato in molte capitali. I due suggeriscono di formare un grande bacino di debito pubblico europeo, con motivazioni molto simili a quelle di Panetta.
Secondo loro, la destabilizzazione innescata da Trump presenta anche un’opportunità per l’Europa di affermare di più il proprio ruolo come mercato finanziario e detentrice di una valuta di riserva internazionale. Per cogliere l’occasione, dicono, occorre che si formi debito comune europeo per varie migliaia di miliardi di euro.
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Scrivono Blanchard e Ubide: «Gli investitori internazionali stanno mettendo sempre più in questione la solidità, sicurezza e stabilità del dollaro e hanno iniziato e riequilibrare i loro portafogli», uscendo in parte dalle posizioni in valuta americana.
E continuano: «La creazione di un mercato per gli eurobond liquido e profondo», cioè in cui è facile compiere le transazioni e con grandi quantità di titoli, «fornirebbe agli investitori l’attivo sicuro alternativo che cercano».
In sostanza, per Blanchard e Ubide, un eurobond potrebbe rosicchiare parte del ruolo di valuta di riserva e di riferimento per i pagamenti internazionali che oggi detiene quasi solo il dollaro. Ciò creerebbe domanda dalle grandi banche centrali di tutto il mondo per questi titoli in euro, quindi un costo del debito in area euro più basso di come sarebbe altrimenti.
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Blanchard e Ubide notano che tutte le emissioni europee, incluse quelle del Recovery Fund, valgono poco più di mille miliardi. Il volume dei Bund tedeschi arriva a 2.500 miliardi. Il debito pubblico americano (tolti i titoli a breve) vale invece quasi 30 mila miliardi di dollari ed è proprio questa liquidità e profondità che lo rende il titolo di base per moltissime operazioni nella finanza internazionale.
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Trump sta facendo vacillare alcune certezze quanto alla sua solidità. Blanchard e Ubide propongono che il 25% del debito pubblico dei Paesi dell’area euro sia convertito in debito comune europeo – circa tremila miliardi di euro – con alcune forme di garanzie congiunte fra Stati. Il diavolo naturalmente è nei dettagli. Ma il dibattito è lanciato, non solo nel mondo accademico.