
L’UE DEVE SOLO ASPETTARE: TRUMP SI STA SABOTANDO DA SOLO – LA SENTENZA CHE DICHIARA ILLEGITTIMI I DAZI RECIPROCI VARATI DAL TYCOON È UN ASSIST INSPERATO ALL’UNIONE EUROPEA. A BRUXELLES, A QUESTO PUNTO, SI PENSA A NON CONCLUDERE LA TRATTATIVA CON WASHINGTON, E ATTENDERE L’ESITO DELLA PROCEDURA GIUDIZIARIA STATUNITENSE – L’ALTERNATIVA È FISSARE UNA TARIFFA FISSA (SULL’ESEMPIO DEL REGNO UNITO), CON ALCUNI PALETTI. MA PERCHÉ INIZIARE A PAGARE SE POI CI PENSERANNO I GIUDICI A SFANCULARE LA GUERRA COMMERCIALE DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO?
Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/economia/2025/05/30/news/europa_conseguenze_blocco_dazi_trump-424637838/
DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN
Si può prendere una decisione prima che finisca l’iter giudiziario americano?». Sarà questo l’interrogativo che la prossima settimana l’Ue porrà ai negoziatori statunitensi sui dazi.
Le sentenze dei tribunali Usa, infatti, sono potenzialmente in grado di modificare la piattaforma su cui Europa e America stanno trattando per evitare che la guerra commerciale esploda definitivamente e concretamente il prossimo luglio. Ossia quando si concluderà la “pausa” imposta sulle nuove tariffe stabilite da Donald Trump.
L’occasione per rivolgere questo interrogativo si materializzerà all’inizio della prossima settimana. Il 3 e 4 giugno a Parigi nel corso della riunione ministeriale dell’Ocse, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. In quella sede, infatti, il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, riprenderà a discutere la questione con gli interlocutori d’Oltreoceano.
Ma si partirà proprio da questo punto di domanda. Ovviamente le sentenze appena emesse negli States […] offrono all’Unione un’arma inaspettata nella trattativa.
URSULA VON DER LEYEN RICEVE IL PREMIO CARLO MAGNO
Soprattutto consentono di chiedere se non sia il caso di arrivare ad una decisione solo dopo che l’intera procedura giudiziaria sia terminata. Anche dopo il prossimo 9 luglio. Per evitare confusione e/o ricorsi successivi. Perché le aziende impegnate nell’import-export hanno bisogno di certezze e stabilità.
Il “Vecchio Continente”, in realtà, sta facendo di tutto per evitare lo scontro frontale con Washington. Pur di arrivare ad un compromesso, nei giorni scorsi l’Ue aveva messo nel conto anche di accettare alcune rinunce. Ad esempio l’imposizione di una percentuale fissa di dazio sulla scorta dell’intesa tra Usa e Regno Unito.
Tra le ipotesi studiate a Palazzo Berlaymont figura pure la possibilità di introdurre una tariffa base – preferibilmente inferiore al 10 per cento – e poi stabilire una serie di dazi settoriali.
L ITALIA E IL TERZO ESPORTATORE EUROPEO NEGLI STATI UNITI
Nello stesso tempo la Commissione non intende rinunciare ad alcuni capisaldi che vengono considerati connaturati ad ogni Stato di diritto. Due le condizioni ineliminabili: come e quanto fissare l’Iva non può essere discusso con un Paese straniero, seppure un partner strettissimo come gli Stati Uniti; e non si può inserire nella discussione la legislazione in materia digitale, quindi Big Tech e Antitrust.
E che lo “stop” stabilito dal giudice americano abbia cambiato qualcosa, lo dimostrano le parole pronunciate ieri dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
URSULA VON DER LEYEN RICEVE IL PREMIO CARLO MAGNO
«Naturalmente – ha detto ieri ricevendo il premio Carlo Magno - vogliamo rimettere a nuovo il nostro partenariato commerciale con gli Stati Uniti su basi più solide. Lavoreremo sempre in tal senso. Ma sappiamo anche che l’87% del commercio globale avviene con altri Paesi, tutti alla ricerca di stabilità e opportunità». Un modo per dire che Trump non è l’unico destinatario delle attenzioni europee. Anzi, il restante 87 per cento «può scegliere l’Europa».
L’inquilina di Palazzo Berlaymont, dunque, pur sap endo che la guerra commerciale potrebbe mietere vittime da noi e anche in America, fa capire che a differenza del passato esistono delle alternative: «In un mondo instabile, il nostro grande progetto è un’Europa indipendente. In fondo si tratta della nostra libertà». […] Nella certezza che «le cose non torneranno come prima anche se venisse raggiunto un accordo tariffario».
Maros sefcovic
STRETTA DI MANO TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP - FUNERALE DI PAPA FRANCESCO
Maros sefcovic
dati del commercio tra ue e stati uniti - dazi
Maros Sefcovic - foto lapresse