
NAGEL NON FINIRÀ COME SCHLEIN: ALL'ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA DEL 16 GIUGNO È PREVISTA UN’AFFLUENZA DA RECORD, OLTRE L’80% - UNA TALE PARTECIPAZIONE SIGNIFICHEREBBE CHE PER APPROVARE L’OPS SU BANCA GENERALI SARÀ NECESSARIO OLTRE IL 40% DEI TITOLI TOTALI DELLA BANCA, PARI AL 50% PIÙ UN'AZIONE. NAGEL, CHE HA GIÀ INCASSATO L’OK DI AZIONISTI ISTITUZIONALI E FONDI INTERNAZIONALI (E ASPETTA MEDIOLANUM), POTREBBE ARRIVARE FACILMENTE AL 45% DEL CAPITALE – A ROMA SI ACCAVALLANO LE VOCI SUL PRESSING DEGLI EREDI DEL VECCHIO, CHE SPINGONO IL CEO DI DELFIN, MILLERI, A SFANCULARE CALTAGIRONE (SE FALLISSE IL 16 GIUGNO), SAREBBE LA CULATA DEFINITIVA ALL’OTTUAGENARIO “PADRONE DI ROMA” E AL DUPLEX MELONI-FAZZOLARI…
DAGOREPORT - IL GIORNO DEL GIUDIZIO SI AVVICINA, CAMPO DI BATTAGLIA: L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA DEL 16 GIUGNO. IN CASO DI VITTORIA DELL'INFERNALE CALTAGIRONE, SI SPALANCHEREBBERO LE PORTE DI TRE DELLE PRINCIPALI ISTITUZIONI FINANZIARIE ITALIANE (GENERALI, MEDIOBANCA E MPS) AL GOVERNO MELONI: UN FATTO POLITICO EPOCALE – SI ACCAVALLANO LE VOCI SUGLI EREDI DEL VECCHIO, GRANDE PARTNER CON LA HOLDING DELFIN DELLE SCALATE CALTAGIRONESCHE, CHE SPINGONO IL LORO CEO FRANCESCO MILLERI A SGANCIARSI DAL BOSS ROMANO DEL CALCESTRUZZO. CHE UNA PARTE DELLA TURBOLENTA FAMIGLIA NON SOPPORTI MILLERI, È UN FATTO. CHE CI RIESCA, È UN’ALTRA STORIA - LA DECISIONE DELLA DELFIN (HA IL 20% DI AZIONI MEDIOBANCA) È INFATTI DIRIMENTE: IN CASO DI FALLIMENTO IL 16 GIUGNO, SAREBBE LA CULATA DEFINITIVA NON SOLO ALL’OTTUAGENARIO “PADRONE DI ROMA” MA ANCHE UN SONORO "VAFFA" AI SOGNI DI MELONI E FAZZOLARI DI ESPUGNARE IL POTERE IN MANO AI “BANCHIERI DEL PD”…
MEDIOBANCA, AFFLUENZA RECORD AL VOTO IN ASSEMBLEA OLTRE L’80% DEL CAPITALE
Estratto dell’articolo di Daniela Polizzi per il “Corriere della Sera”
A poco meno di una settimana dall’assemblea di Mediobanca che dovrà esprimersi sull’offerta pubblica di scambio ideata da Piazzetta Cuccia su Banca Generali, iniziano a emergere le posizioni dei grandi fondi internazionali.
Si tratta di una schiera di istituzionali, alcuni dei quali fondi pensione, tutti di matrice nord americana, che da sempre ha appoggiato i piani dell’istituto guidato da Alberto Nagel, in coerenza con le indicazioni dei proxy advisor.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
Voti utili per sostenere il progetto dell’Ops sulla rete di consulenti, visto che, secondo le prime stime, quella di lunedì 16 si profila con un’affluenza rilevante, forse la maggiore per Mediobanca che nel 2023, in vista del rinnovo del board, aveva già registrato il record del 76,7%. Le previsioni parlano di una partecipazione che potrebbe superare l’80% del capitale posizionandosi, secondo alcune fonti addirittura all’82%.
Se i numeri saranno confermati, per approvare o meno l’Ops sarà necessario oltre il 40% dei titoli totali della banca, pari al 50% più un'azione. Più alta sarà l’affluenza più sarà necessario trovare voti.
Ora inizia la conta delle azioni e anche le quote «piccole» possono modificare i pesi.
Dopo la record date per il deposito delle azioni in vista del voto di lunedì, ieri si sono dichiarati a favore dell’Ops il California State board, il fondo Florida State Board — entrambi con lo 0,15% a testa — e Praxis investment (50 mila azioni) che si sono allineati all’orientamento emerso venerdì di New York City Comptroller e di Calvert.
Il management di Mediobanca dovrebbe avere il favore di una larga fetta degli azionisti istituzionali della banca che guida che rappresenta attorno al 45% del capitale, incluso il retail. E nello stesso modo ha il supporto della maggioranza dell’accordo di Consultazione, il patto non vincolante che aggrega l’11,8% del capitale. Il gruppo Mediolanum deciderà il suo voto nel cda fissato domani.
Non è ancora emerso l’orientamento di due azionisti rilevanti come Delfin, socio con il 19,8% di Mediobanca e nel contempo di Generali (9,7%).
È in attesa di elementi nuovi sull’operazione, che vedrà Mediobanca recidere i legami con il Leone, e dovrebbe aver depositato le azioni per poi astenersi all’assemblea, posizione che, nel caso di Mediobanca, si affiancherebbe ai voti non favorevoli.
In fase di valutazione è Edizione, anch’essa sia in Piazzetta Cuccia (2,1%) sia a Trieste (4,8%). Il gruppo Caltagirone (salito dal 7,6% a poco sotto il 10%) è nettamente contrario all’Ops e la sua posizione sarebbe condivisa da quel 4-5% in portafoglio alle casse previdenziali entrate di recente ai massimi del titolo.
ALBERTO NAGEL
Lovaglio, Nagel, Caltagirone, Milleri
MPS MEDIOBANCA
ALBERTO NAGEL
ALBERTO NAGEL