
“NON È STATA DIMOSTRATA L’ESISTENZA DI UN PREGIUDIZIO GRAVE E IRREPARABILE” – NEL RESPINGERE IL RICORSO DI BANCO BPM SULLA SOSPENSIONE DELL’OPS DI UNICREDIT, IL TAR DEL LAZIO HA MESSO I PUNTINI SULLE I, STIMANDO CHE È INTERESSE “DEGLI INVESTITORI DISPORRE DI UN QUADRO CHIARO, COMPLETO E NON FUORVIANTE”, DOPO I VINCOLI POSTI DAL GOVERNO CON IL GOLDEN POWER – L’OPS RIPARTIRÀ IL 23 GIUGNO IN BORSA E TERMINERÀ IL 23 LUGLIO…
IL TAR DEL LAZIO RESPINGE LA RICHIESTA DEL BANCO BPM CONTRO LA SOSPENSIONE DELL’OPS DI UNICREDIT, APPROVATA DALLA CONSOB LO SCORSO 21 MAGGIO – BPM AVEVA DEFINITO IL PROVVEDIMENTO “ABNORME” E “IN CONTRASTO CON LA PRASSI” – ORCEL CONTINUA A MINACCIARE IL RITIRO, DI FRONTE AL MURO DEL GOLDEN POWER ERETTO DALLA LEGA (CHE CONSIDERA BPM LA “SUA” BANCA): “LA PROBABILITÀ DI CONTINUARE CON L’OSP OGGI È PARI AL 20%, ANCHE INFERIORE. SE NON CI SARÀ CHIAREZZA DA PARTE DEL GOVERNO CI TIREREMO INDIETRO”
Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024
IL TAR RESPINGE IL RICORSO DI BANCO BPM LA SCALATA DI ORCEL ARRIVERÀ FINO A LUGLIO
Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubblica”
Il Tar del Lazio respinge il ricorso di Banco Bpm, presentato dopo che il 21 maggio Consob aveva sospeso per 30 giorni l'offerta pubblica di scambio di Unicredit. L'Ops resta dunque sospesa: ripartirà in Borsa il 23 giugno, per terminare il 23 luglio, un mese oltre gli annunci iniziali.
Scrivono i giudici nell'ordinanza: «Non è stata dimostrata l'esistenza di un pregiudizio grave e irreparabile» per il ricorrente, quindi non ci sono presupposti per accogliere la domanda.
Il Tar, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, ha stimato che «appare prevalente quello generale degli investitori, riconducibile alla tutela del risparmio, a disporre di un quadro informativo il più possibile chiaro, completo e non fuorviante», dopo gli «elementi sopravvenuti» con le prescrizioni del golden power.
Proprio i vincoli posti dal governo avevano indotto Unicredit a chiedere a Consob di fermare l'Ops, e avere il tempo di chiarirne i paletti. L'ordinanza descrive «una dinamica procedurale ancora in evoluzione, e dunque fonte di incertezza informativa e indeterminatezza» per gli azionisti Banco Bpm, e aggiunge che «a un primo sommario esame non si palesano vizi di manifesta illegittimità, irragionevolezza o deficit istruttorio».
Neanche il fatto che Banco Bpm resti soggetta alla passivity rule – che le vieta operazioni difensive senza l'ok dei soci – «non determina per sé un congelamento totale dell'operatività della società». Un giudizio netto, con la richiesta a Banco Bpm di pagare a Consob e a Unicredit 2.500 euro di spese di giudizio.
Il Tar tornerà sul caso il 9 luglio, per decidere nel merito se il ricorso di Unicredit contro il golden power del governo sia fondato. Mercoledì l'ad Andrea Orcel definiva «le probabilità che realizziamo l'Ops al 20% o meno, è tutto legato al fatto che il governo chiarisca i paletti del golden power». E prima del 9 luglio è plausibile Unicredit riapra il negoziato con il governo sui paletti dell'Ops.
GIUSEPPE CASTAGNA MASSIMO TONONI
«Prendiamo atto della decisione del Tar, anche se per noi non cambia il contesto: siamo ormai abituati da sette mesi a non avere chiarezza sui tempi e sulle reali intenzioni dell'offerente - hanno detto il presidente di Banco Bpm, Massimo Tononi, e l'ad Giuseppe Castagna -. È innegabile che si tratti di un'Ops di durata straordinaria, circa otto mesi contro una media di cinque.
Ma soprattutto, come dal primo giorno, l'offerta continua a non essere conveniente per gli azionisti di Banco Bpm […] ». I due banchieri aggiungono che l'Ops di Orcel «è incerta anche perché non è mai stato comunicato un piano industriale. Spiace continuare a leggere dichiarazioni dell'offerente che per l'ennesima volta non chiarisce le sue reali intenzioni».
GIUSEPPE CASTAGNA
giuseppe castagna banco bpm
banco bpm
SEDE DI BANCO BPM A PIAZZA MEDA - MILANO
I TRE FRONTI DI UNICREDIT
andrea orcel
INTERVENTO DI ANDREA ORCEL SUL FINANCIAL TIMES