
LA GEOPOLITICA DEL BARILE – IL PREZZO DEL PETROLIO È SCESO A 60 DOLLARI AL BARILE, LA QUOTAZIONE PIÙ BASSA DEGLI ULTIMI QUATTRO ANNI, DOPO CHE L’OPEC+ HA ANNUNCIATO UN INCREMENTO DI PRODUZIONE DA 411 MILA BARILI AL GIORNO – LA DECISIONE, VOLUTA DAI SAUDITI, È UN'ARMA A DOPPIO TAGLIO VERSO GLI STATI UNITI: DA UN LATO, METTE IN CRISI I PRODUTTORE DI SHALE OIL (CHE HA BISOGNO DI UN PREZZO STABILMENTE ALTO PER RENDERE CONVENIENTE L'ESTRAZIONE); DALL'ALTRO, E' UN ASSIST A TRUMP CHE SPINGE PER RALLENTARE I PREZZI DELLA BENZINA - "THE DONALD" SARÀ IN MEDIO ORIENTE LA PROSSIMA SETTIMANA…
Estratto dell’articolo di Sissi Bellomo per “Il Sole 24 Ore”
Sul mercato del petrolio, ormai sembra evidente, è iniziata una guerra dei prezzi. L’ha tacitamente dichiarata l’Opec+, o piuttosto i sauditi, che hanno pilotato un ulteriore forte aumento dell’offerta, in un periodo in cui la domanda appare compromessa dalle politiche della Casa Bianca.
Nel weekend è stato annunciato anche per giugno, come già per maggio, un incremento di produzione da 411mila barili al giorno da parte degli otto Paesi impegnati a ritirare una porzione dei tagli del gruppo: una stretta da 2,2 milioni di barili complessivi che di questo passo potrebbe venire meno un anno prima del previsto, gonfiando un surplus di greggio che era già all’orizzonte in tutti gli scenari delineati dagli analisti.
Il mercato ha reagito come prevedibile, con un nuovo tonfo delle quotazioni del barile: di quasi il 4% in avvio, poi ridimensionato intorno al 2%, comunque sufficiente a riportare Brent e Wti vicino ai minimi da quattro anni.
Il riferimento internazionale è sceso fino a 58,50 $ durante le contrattazioni in Asia prima di recuperare intorno alla soglia psicologica dei 60 dollari, il benchmark Usa si è riportato a 57 $ circa, dopo un affondo a 55,50 $ [...]
donald trump e mohammed bin salman al g20 di osaka
Non sono del tutto chiare le motivazioni all’origine delle scelte dell’Opec+. La cosa più probabile è che il cambio di strategia sia funzionale ad una serie di obiettivi diversi. C’è probabilmente la volontà dei sauditi di “punire” chi si ostina a non rispettare le quote, in primis il Kazakhstan, che ha da poco completato i lavori per potenziare il giacimento Tengiz: [...]
La guerra dei prezzi potrebbe anche rispondere alla volontà di Riad di compiacere Trump, che da sempre intima all’Opec+ di collaborare per far scendere i prezzi alla pompa. Il presidente Usa tra il 13 e il 16 maggio sarà in Medio Oriente, un tour focalizzato sui temi della difesa, che toccherà oltre all’Arabia Saudita anche gli Emirati arabi e il Qatar. Ma è anche innegabile – come si accennava – che il cambio di rotta metta in difficoltà lo shale oil.
Il ritmo con cui gli otto Paesi del gruppo (tra cui la Russia) sta riportando sul mercato 2,2 mbg di tagli “volontari” è triplo rispetto a quello programmato in origine, nel dicembre 2024. La nota diffusa sabato giustifica la scelta con «fondamentali di mercato in buona salute» che è difficile intravvedere. E fonti Reuters segnalano che i sauditi sono pronti a continuare, se non addirittura ad accelerare ulteriormente. [...]
PETROLIO - QUOTAZIONI
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