
SALVINI "HA" UNA BANCA. E NON VUOLE MOLLARLA - IL SEGRETARIO DELLA LEGA CONTINUA A DIFENDERE A OLTRANZA BANCO BPM DALL’ASSALTO DI UNICREDIT, E SI OPPONE A UN INCONTRO TRA ANDREA ORCEL E IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI – LA MAGGIORANZA È SPACCATA: FORZA ITALIA È PIÙ MORBIDA VERSO ORCEL, CHE POTREBBE RINUNCIARE ALL’OPERAZIONE DOPO I PALETTI DEL GOLDEN POWER – A SBROGLIARE LA MATASSA POTREBBE ESSERE L’UE: LA COMMISSIONE POTREBBE REVOCARE LE DECISIONI DEL GOVERNO E DARE UNA SPINTA A ORCEL…
Estratto dell'articolo di Giuseppe Colombo e Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
«Non c’è intesa», riferiscono fonti di governo in serata. Ieri pomeriggio, dopo la girandola di question time tra Senato e Camera, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini si ritrovano a Palazzo Chigi. Il tema sul tavolo è delicato: le banche.
Nello specifico, il golden power esercitato dall’esecutivo per limitare gli effetti dell’eventuale acquisizione di Banco Bpm da parte di Unicredit.
Una scelta che ha già messo in difficoltà l’esecutivo: il via libera di Forza Italia alle prescrizioni è stato comunque accompagnato dalla ferma volontà del suo leader, Antonio Tajani, di mettere a verbale la contrarietà degli azzurri. […]
Giuseppe Castagna - PRIMA DELLA SCALA 2024
Nel chiuso di Chigi, l’atmosfera è tesa. La premier e i suoi vice sono disorientati dall’atteggiamento di Andrea Orcel. Si rincorrono voci sulla possibilità che domenica l’amministratore delegato dell’istituto bancario annunci il passo indietro sull’offerta pubblica di scambio su Bpm.
Ma non ci sono certezze. Né segnali: i rapporti con la controparte sono di fatto nulli.
Orcel, al contrario, potrebbe tirare dritto. Ecco perché i vertici del governo si ritrovano a discutere dell’opportunità che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, incontri a strettissimo giro, già in settimana, l’amministratore delegato del colosso di Gae Aulenti. Ma la soluzione non è condivisa.
Secondo fonti di governo, infatti, contrario a un faccia a faccia tra Giorgetti e Orcel sarebbe soprattutto Salvini. Il leader della Lega teme che la mossa possa essere interpretata come un’apertura eccessiva.
Di fatto un via libera all’allentamento delle prescrizioni: uno scenario che il Carroccio non è disposto a prendere in considerazione. E anche la presidente del Consiglio […] non è convinta fino in fondo che aprire le porte a Orcel sia la soluzione migliore. Forza Italia, invece, sarebbe decisamente più morbida. […]
[…] Sul tavolo […] c’è un altro tema sensibile: l’atteggiamento dell’Europa. La Commissione Ue ha in mano l’arma per revocare la decisione del governo sull’Ops Unicredit-Banco Bpm.
L’arma in questione si chiama articolo 21, comma 4, del regolamento 139/2004 sul controllo delle concentrazioni. Il dettato di questo articolo spiega che nel momento in cui un’operazione è notificata all’autorità europea per la concorrenza perché supera determinati livelli di fatturato, questa autorità, cioè la Direzione generale per la concorrenza, decide a tutti gli effetti se l’operazione può andare avanti.
Gli Stati membri, cioè i governi, «possono adottare opportuni provvedimenti per tutelare interessi legittimi diversi», ma questi interessi devono essere compatibili con i principi generali e le altre disposizioni del diritto comunitario». Un’arma difficile da neutralizzare per il governo.
giancarlo giorgetti giorgia meloni antonio tajani foto lapresse
SEDE DI BANCO BPM A PIAZZA MEDA - MILANO