
CRONACA DI UN ORRORE – LA PROCURA CONTESTA L’AGGRAVANTE DELLA CRUDELTÀ AD ALESSIO TUCCI, INDAGATO PER L'OMICIDIO DI MARTINA CARBONARO E PER OCCULTAMENTO DI CADAVERE: NEL CASOLARE ABBANDONATO NEI PRESSI DELLO STADIO DI AFRAGOLA, HA COLPITO L’EX FIDANZATA PER CINQUE VOLTE ALLA TESTA CON UNA PIETRA. E HA INFIERITO ANCHE QUANDO LA 14ENNE ERA A TERRA, INERME – IL MEDICO LEGALE DOVRÀ STABILIRE SE MARTINA RESPIRAVA ANCORA QUANDO ALESSIO LE HA BUTTATO ADDOSSO UN GRANDE CUMULO DI DETRITI E POI UN ARMADIO. OVVERO, SE C’È STATA UN’AGONIA E QUANTO È DURATA. E QUINDI SE MARTINA POTEVA ANCORA ESSERE SALVATA...
1. MARTINA E I DEPISTAGGI DELL’EX FIDANZATO DOPO IL DELITTO È USCITO CON GLI AMICI
Estratto dell’articolo di Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
Dopo aver ucciso Martina Carbonaro, Alessio Tucci è andato a casa, ha fatto una doccia e poi è uscito con gli amici. Non prima, però, di essersi liberato, buttandola in una cassonetto della spazzatura, della maglietta bianca che indossava quando ha colpito a morte la sua ex ragazza e verosimilmente si è sporcato del suo sangue.
È stato lui stesso, dopo l’arresto, a raccontare come ha passato la giornata di lunedì prima di unirsi ai parenti di Martina e fingere per tutta la notte di prodigarsi nelle ricerche. Ha anche cercato di far sparire elementi che potessero portare a lui se e quando il corpo della ragazza fosse stato trovato. Ha cancellato dal cellulare le chat con l’ex fidanzata, che ora dovranno essere recuperate durante il prosieguo dell’inchiesta. E ha provato a nascondere anche il telefonino di Martina.
alessio tucci martina carbonaro
Tutte operazioni che ovviamente non gli sono servite a niente quando i carabinieri sono andati a prenderlo dopo aver visionato le immagini delle telecamere di videosorveglianza di Afragola che lo mostrano passeggiare accanto a Martina, arrivare con lei fino alla stradina che porta alla vecchia e abbandonata casa del custode del campo di calcio, e poi uscire da quella casa da solo.
[…] l’’orrore per questa ennesima tragedia sembra far avvicinare per una volta Meloni e Schlein. «Dobbiamo fare di più tutti insieme», dice la premier. E sembra rispondere indirettamente alle parole della leader pd: «Sul contrasto alla violenza di genere mettiamo da parte lo scontro politico e proviamo a fare un passo avanti insieme al Paese».
Dal fronte della politica da registrare anche l’uscita del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che commentando la vicenda di Afragola durante un dibattito con l’influencer Valeria Angione, le ha detto: «È normale secondo te che una ragazza di dodici anni, che è una bambina, si fidanzi senza che nessuno dica niente? Per me è un problema». Ma l’interlocutrice gli ha fatto notare che il problema è l’omicidio, non il fidanzamento.
Tornando alle indagini sulla morte di Martina Carbonaro, ieri il pubblico ministero della Procura di Napoli Nord Alberto Della Valle, che mercoledì notte ha disposto il fermo di Alessio Tucci accusandolo di omicidio volontario e occultamento di cadavere, ha aggiunto al provvedimento anche l’aggravante di aver agito con crudeltà per quei ripetuti colpi inferti con una pietra anche quando lei era ormai inerme.
Nel provvedimento il pm parla di «spiccata personalità trasgressiva e incontenibile dell’indagato» e sottolinea che quando ha colpito e ucciso la ragazza «scatenava una forza micidiale».
Ora ipotizza anche la crudeltà e punta a chiarire anche un ulteriore elemento che potrebbe aggravare ancora di più la posizione di Tucci. Al medico legale incaricato di eseguire l’autopsia sul corpo di Martina, il pubblico ministero chiederà infatti di stabilire se la ragazza respirava ancora quando Alessio le ha buttato addosso un grande cumulo di detriti e poi addirittura un armadio. Se, insomma, c’è stata una agonia e quanto è durata.
E quindi se Martina poteva ancora essere salvata qualora Alessio, dopo aver compiuto quell’atto feroce, si fosse reso conto della gravità del suo gesto e avesse fatto in modo che lei venisse soccorsa. Invece sappiamo come è andata. [...]
2. MARTINA FORSE ERA VIVA QUANDO LUI L’HA NASCOSTA
Estratto dell’articolo di Dario Del Porto per “la Repubblica”
[...] Accanto alle ipotesi di omicidio volontario e occultamento di cadavere, la Procura di Aversa-Napoli Nord contesta all’indagato anche l’aggravante della crudeltà. Nel casolare abbandonato nei pressi dello stadio della città alla periferia settentrionale di Napoli, in quello che era stato il loro rifugio ed è diventato la scena di un delitto che ha scosso l’Italia intera, la vittima è stata colpita cinque volte alla testa con una pietra.
L’assassino ha infierito anche quando Martina Carbonaro era ormai a terra, inerme. L’autopsia dovrà chiarire se sia morta subito o invece, ma allo stato si tratta solo di un’ipotesi, era ancora viva quando Alessio ha nascosto il corpo sotto un armadio ricoperto di rifiuti.
Dalle indagini, condotte dai carabinieri di Casoria e di Castello di Cisterna sotto il coordinamento del pm Alberto Della Valle con la procuratrice aggiunta Maria Di Mauro, traspare la lucidità con la quale Tucci ha provato a eliminare le tracce dopo il femminicidio. Per prima cosa ha preso il cellulare di Martina, ha cancellato le chat che lo riguardavano e ha sistemato il telefonino sotto un’intercapedine.
marcella e enzo carbonaro - genitori di martina carbonaro
Quindi si è allontanato dal casolare, peraltro senza essere ripreso dalla stessa telecamera che lo aveva inquadrato insieme alla ragazza, intorno alle 20.32 del 26 maggio, lungo la stradina che conduce all’edificio abbandonato.
Poi ha gettato in un cassonetto la maglietta bianca, evidentemente macchiata di sangue, e ha chiesto alla madre di lavare i pantaloni. Si è fatto una doccia, ha mangiato qualcosa ed è tranquillamente uscito con gli amici per trascorrere la serata.
Nello stesso momento i genitori di Martina Carbonaro, in quella stessa casa dove avevano accolto Tucci come un figlio, cominciavano a vivere momenti di angoscia.
Dopo l’ultimo contatto, intorno alle 20.30, la ragazzina aveva smesso di rispondere alla madre.
Quando la famiglia della quattordicenne ha denunciato la scomparsa e sono cominciare le ricerche, Alessio ha cominciato a recitare. Era in prima fila, seduto nell’auto del papà della vittima. Si sbracciava, dava suggerimenti. «Non so niente, ci siamo salutati e sono tornato a casa», ripeteva a tutti.
Nel frattempo, oltre cento appartenenti alle forze dell’ordine setacciavano il territorio e ascoltavano testimoni nel tentativo di ritrovare Martina. La speranza è rimasta viva anche dopo un primo sopralluogo nel casolare e nonostante il rinvenimento di un paio di occhiali e di una pietra insanguinata. Dieci minuti dopo la mezzanotte, invece, gli ulteriori controlli all’interno dell’edificio si sono conclusi con la scoperta più tragica. Sentito una prima volta come teste, Tucci ha continuato a mentire. [...]