
LISBONA COME BERLINO: SI VA VERSO LE LARGHE INTESE (PER TENERE FUORI L'ESTREMA DESTRA) – CHE SUCCEDE IN PORTOGALLO CON LA “NON VITTORIA” DEL PREMIER, LUIS MONTENEGRO? SERVIRÀ UN’ALLEANZA, MA CON CHI? DIFFICILE CHE L’ESTREMISTA ALLEATO DI SALVINI, ANDRE VENTURA, ACCETTI DI ENTRARE IN UNA COALIZIONE CHE LO ANNACQUEREBBE, FACENDOGLI PERDERE VOTI. PIÙ PROBABILI LE LARGHE INTESE CON I SOCIALISTI, TERREMOTATI DAL VOTO E ALLA RICERCA DI UN NUOVO LEADER (SULLO STILE TEDESCO)
Estratto dell’articolo di Stefano Boldrini per www.ilfattoquotidiano.it
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Il Portogallo si è risvegliato a destra come non accadeva dai tempi del salazarismo. L’Alleanza Democratica del premier uscente Luìs Montenegro ha vinto le elezioni, le terze dal gennaio 2022, con il 32,7% dei voti.
I populisti di Chega hanno conteso fino all’ultimo il secondo posto ai socialisti, ottenendo il 22,6% ed è quasi parità con il partito di Pedro Nuno Santos, crollato al 23,4%, terzo peggior risultato di sempre.
Il leader socialista ha preso atto e si è dimesso: è già iniziata la corsa interna per la scelta del nuovo segretario.
pedro nuno santos foto lapresse.
Montenegro festeggia la vittoria dicendo, polemicamente, che il popolo gli ha dato la fiducia negata dal Parlamento il giorno della caduta del suo governo, ma i numeri non gli consentono di avere la maggioranza assoluta nell’alleanza annunciata con Iniciativa Liberal, ferma al 5,53%.
Servono 116 deputati per la maggioranza assoluta e Montenegro può contare solo su 98: gli 89 di AD, i 9 di IL. La partita PS-Chega finisce in parità anche sul numero della rappresentanza in Parlamento: 58 a 58.
[…] L’ennesimo boom di Chega, passata dall’1,3% del 2019 ai numeri attuali, apre una nuova stagione nella vita politica portoghese. “È la fine del bipartitismo, il nostro risultato è l’evento più importante dal 25 aprile 1974”, urla il leader André Ventura, sorridente e acclamato dal suo popolo dopo i due malori accusati la scorsa settimana.
La sfida al centrodestra è già iniziata. “Montenegro ha peccato di superbia. Voleva avere pieni poteri per governare e invece i reali vincitori di queste elezioni siamo noi di Chega”, le parole di Pedro Pinto, presidente del gruppo parlamentare del partito populista. Chega è ora presente in tutti i distretti principali, con l’eccezione di Bragança.
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Montenegro si appella al senso dello Stato delle opposizioni, ma difficilmente troverà una sponda in Chega. Il suo messaggio si rivolge soprattutto ai socialisti, terremotati da questo voto e costretti ora a scegliere un nuovo leader.
Un sottile gioco di equilibrismi attende il Portogallo per garantire la governabilità. Il Presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa, agli sgoccioli del suo mandato, inizierà nella giornata di oggi il giro delle consultazioni.
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Il Portogallo ha scelto la destra, andando persino oltre il resto d’Europa con due partiti forti: i socialdemocratici e Chega. Due terzi del paese sono nelle mani dei conservatori e degli estremisti: un oltraggio a quel 25 aprile 1974 che fece cadere la dittatura e aprì le porte alla democrazia.
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